Non si trattò di suicidio
Bari: riaperto il caso di Palmina Martinelli, la 14enne bruciata viva a Fasano
L’11 novembre del 1981, trentasei anni fa, una quattordicenne di Fasano (BR), veniva trovata bruciata dalle fiamme nella sua abitazione. La giovane Palmina Martinelli morì dopo 21 giorni di atroci sofferenze presso il Policlinico di Bari.
I colpevoli di quella morte, sino ad oggi, non sono stati identificati. Nelle sentenze di assoluzione, oramai passate in giudicato da più di un ventennio, è riportato che la ragazza, per sottrarsi a un giro di prostituzione minorile, si sarebbe data fuoco “da sola”.
Grazie a nuove denunce e accertamenti di carattere medico-legale è stato stabilito che, al contrario, Palmina Martinelli fu uccisa brutalmente, letteralmente arsa viva: le sue mani sono state trovate in posizione di protezione del volto mentre le fiamme le consumavano tutto il corpo. La ragazza cercava di difendersi, non voleva vedere. E’ stata uccisa. Dopo la pronuncia della Corte di Cassazione di un anno fa, che ha assegnato alla Procura di Bari la competenza ad indagare sul caso, la stessa procura ha riaperto le indagini. Al momento, l’ipotesi di reato è quello di omicidio volontario aggravato a carico di ignoti.
Il Pubblico Ministero Nicola Magrone, all’epoca, individuò due soggetti come presunti assassini, ma questi ultimi sono stati assolti e non potranno essere più processati per quel delitto. Il nuovo fascicolo è stato assegnato alle inquirenti baresi Simona Filoni e Bruna Manganelli che puntano, adesso, ad accertare l’esistenza di eventuali corresponsabili e se sia ancora possibile ricostruire l’intero contesto che portò a quella tragica morte, giungendo a ipotizzare nuove responsabilità.
La sorella della vittima aveva presentato ricorso contro l’archiviazione disposta dalla magistratura di Brindisi. Nel 2012 la Cassazione accolse il ricorso, riaprendo le indagini sul caso e trasmettendo le carte a Bari. I pubblici ministeri brindisini arrivarono alla conclusione che Palmina fu bruciata viva, e che quindi non si trattò di un suicidio, senza riuscire tuttavia ad identificarne i responsabili. Le pm baresi, adesso, ripartono proprio da qui.
L’attuale Sindaco di Modugno (BA) è proprio Magrone che, insieme all’intera cittadina, ha voluto intitolare una piazza all’adolescente. In punto di morte, Palmina riuscì a fare i nomi dei suoi presunti assassini. "Entrano Giovanni ed Enrico e mi fanno scrivere che mi ero litigata con mia cognata. Poi mi chiudono nel bagno, mi tappano gli occhi, mi mettono lo spirito e mi infiammano", disse la ragazzina con appena un filo di voce a Magrone mentre era ancora agonizzante nel suo letto dell’ospedale. "Sono ancora fiducioso che Palmina ottenga giustizia" ha dichiarato Magrone.
Dopo la prima fase semestrale di studio delle carte e della varia documentazione contenuta nei precedenti fascicoli sulla tragica morte di Palmina Martinelli, custoditi in parte negli archivi giudiziari di Bari e in parte in quelli di Brindisi, i magistrati di Bari ritengono adesso che ci siano margini di approfondimento per addivenire all’identificazione di eventuali correi nel delitto. La Procura di Bari mira ad allargare l’orizzonte all’intero contesto, pure familiare, che portò alla morte della giovane. Impregnato - stando allo stato degli atti - di illegalità e anche di degrado. Nelle prossime settimane saranno convocate dagli inquirenti baresi decine di persone ritenute informate sui fatti, tra familiari e conoscenti della vittima.
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