Non ti fornisco più

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cms_15836/dagostino_nicola.jpgPrende il via la nuova rubrica" GIUSTIZIA?",curata dall’Avvocato Nicola D’Agostino, collaboratore di redazione della nostra Testata giornalistica, con la quale segnaleremo provvedimenti di qualsiasi Autorità che a nostro avviso meritano di essere considerate, consapevoli che ogni dictum può suscitare molteplici e diverse riflessioni e avvertendo che le nostre osservazioni non avranno mai come bersaglio gli autori dei provvedimenti, bensì gli effetti, positivi o negativi, che le loro decisioni possono generare. Allegheremo anche il file del provvedimento, liberamente scaricabile, affinché ciascuno possa farsi una propria idea approfondendo anche tecnicamente la questione.

Non ti fornisco più

cms_15836/1.jpgIniziamo con la sentenza 24524/2019 del Tribunale di Roma. La vicenda riguarda una Impresa che aveva un credito nei confronti di una società che, sottoposta a un sequestro penale per presunti reati, ha continuato la sua normale attività sotto il controllo di una Amministratrice nominata dalla Autorità Giudiziaria secondo le norme del c.d. Codice Antimafia (d. lvo 159/11). Il dato più significativo secondo noi è l’argomento di carattere generale proposto dal Giudice, a pagina 6,secondo cui l’interpretazione delle norme contenute nel codice Antimafia (d. lvo 159/11) porterebbe a ritenere che anche i debiti che l’Amministratrice Giudiziaria contrae per l’esercizio ordinario, cioè dopo il sequestro, non sono di fatto esigibili per il creditore che, pertanto, in caso di mancato pagamento e pur completamente estraneo ai fatti addebitati in sede penale, nulla potrebbe fare se non attendere tempi non definiti per le valutazioni del Giudice penale, con recupero effettivo del tutto incerto. Quel che desta forti perplessità è che, seguendo questo ragionamento, i fornitori di qualsiasi prodotto o servizio, anche essenziale per la regolare attività del soggetto sottoposto al provvedimento di sequestro, potrebbe esporsi economicamente, anche molto, e poi sarebbe legittimo dargli il ben servito semplicemente negandogli il giusto pagamento. Se questo orientamento prendesse piede non ci saranno più fornitori disposti ad alcun rapporto con Amministratori Giudiziali e le Imprese sottoposte ai provvedimenti di sequestro andranno fatalmente incontro a procedure concorsuali e fine attività.E quindi potrebbe accadere che, all’esito del procedimento penale, al proprietario che fosse ritenuto innocente (o allo Stato se ritenuto colpevole), sarà consegnato un bel cadavere con tanti lavoratori a vagare come zombie intorno al feretro, forse anche i dipendenti licenziati dagli stessi fornitori per l’impossibilità di recuperare i propri crediti certi ma ritenuti inesigibili.

Nicola D’Agostino

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