OBAMA SCONFITTO
I Repubblicani conquistano il Congresso
Barack Obama è stato sconfitto. I repubblicani hanno vinto le elezioni di Midterm ed hanno la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, camera e senato. La destra repubblicana ha guadagnato in tutto sette senatori rispetto alle elezioni precedenti a danno della sinistra democratica. In particolare, i seggi repubblicani sono passati da 45 a 52e resta ancora da assegnare il seggio della Lousiana, dove si andrà al ballottaggio.
Allo stesso tempo i repubblicani del cosiddetto Gop (il Grand Old Party) hanno anche consolidato la maggioranza alla Camera con 240 seggi anziché 226. Quindi sia la Camera dei rappresentanti che il Senato sono in mano alla destra e il Presidente dovrà governare negli ultimi due anni in posizione di debolezza.
La vittoria della destra era annunciata, ma è stata più ampia del previsto. Ai repubblicani, infatti, per ottenere la necessaria maggioranza alla Camera Alta bastava strappare ai democratici sei seggi, attenti a non perdere in tre stati in cui erano insidiati dagli avversari. Alla fine, i seggi senatoriali conquistati sono 52.
I democratici hanno perso stati che da lungo tempo governavano, tra questi, oltre a North Carolina, Arkansas, Colorado, West Virginia, Montana, South Dakota, lo stato di Iowa, da lungo tempo democratico ed ora passato ad un governatore donna di destra. In realtà, tale maggioranza comincerà a funzionare da gennaio 2015, quando si insedieranno al parlamento i nuovi eletti e anche se Obama avrà grandi problemi nella gestione e realizzazione delle sue politiche, conserverà di fatto tutti i poteri.
A due anni dalla rielezione, Obama paga uno strano fenomeno. Per molti dei suoi elettori, non ha fatto abbastanza; per i suoi rivali e nemici, quello che ha fatto è abbastanza per renderlo un presidente odiatissimo. Molte sono le vittorie dell’amministrazione Obama. Indubbiamente l’economia statunitense è in ripresa e cresce sulla scia dei consumi e degli investimenti aziendali, il governo non ha nessun problema nel tenere sotto controllo il rapporto defict/Pil e il costo della benzina è ai minimi da anni. La disoccupazione quindi continua a scendere e questa presidenza ha saputo mettersi dalla parte “giusta” dell’opinione pubblica quando si è trattato di sostenere i matrimoni omosessuali.
Eppure le vittorie sembrano aver contato pochissimo. Nonostante Obama abbia condotto gli Stati Uniti fuori dalla terribile crisi economica, gli americani non si sono fidati, forse perché gli effetti della crescita sui loro portafogli non si sono fatti sentire ( il problema, per gli americani, è che dalla crescita economica hanno tratto vantaggio soprattutto le personemolto ricche mentre i salari e ilreddito medio crescono a fatica).
Inoltre e ancora, Obama paga il ritardo e l’apparente indecisione con cui è sembrato affrontare alcune crisi internazionali recenti, in particolare quella dell’Ucraina, dell’Isis e del virus Ebola. Secondo sondaggi recenti la maggioranza degli statunitensi si è detta insoddisfatta, arrabbiata e delusa dall’amministrazione del premio Nobel per la pace e ha chiaramente esternato stanchezza verso la politica sia interna che estera condotta dal leader di colore. In quest’ottica era facile prevedere che, prima o poi, ci si sarebbe stancati di un presidente che tentenna più di quanto decida e che inclina al dialogo non sapendo dare ordini. Insomma, cronaca di una sconfitta annunciata.
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