OMS:"CACCIA ALL’ANIMALE OSPITE INTERMNEDIO"

In Italia 37.809 nuovi casi e altri 446 morti. In 13 regioni già occupati in terapia intensiva posti ’no Covid’. Zangrillo: "Positività non significa malattia"

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cms_19882/OMS.jpgOms:"Caccia all’animale ospite intermedio"

Circa il 70% dei patogeni emergenti e riemergenti proviene dagli animali. E’ il caso di influenza aviaria, Ebola, influenza, lebbra, febbre di Lassa, Mers, rabbia, Sars, vaiolo, tubercolosi, Zika e altre patologie. Lo sottolinea l’Organizzazione mondiale della sanità, ricordando che capire il modo in cui una malattia infettiva attraversa la barriera animale-uomo è un enigma "che può richiedere anni per essere risolto". Per la Mers, infatti, "è occorso più di un anno dal primo caso nell’uomo per identificare nel dromedario l’ospite intermedio", rilevano dall’Oms, sottolineando che le indagini sull’orgine di Sars-Cov-2 sono ancora in corso.

"Da quando è stato rilevato il primo gruppo di casi di polmonite atipica a Wuhan, in Cina", l’Oms ha cercato "prove di come il virus che ha capovolto il mondo abbia fatto il salto dagli animali agli umani".

cms_19882/1.jpgIl direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus "ha sollevato direttamente la questione dell’identificazione delle origini del virus e degli ospiti intermedi con il presidente Xi Jinping durante la sua visita in Cina a gennaio", ricorda l’Oms. A luglio, esperti dell’Organizzazione si sono recati in Cina per definire il ruolo del team investigativo internazionale.

La squadra è stata formata a settembre per includere scienziati che rappresentano un’ampia gamma di competenze e nazionalità. E gli scienziati stanno attualmente esaminando "studi preliminari, sviluppando protocolli e materiali ad hoc, oltre a pianificare il lavoro nel Paese" asiatico. Il 30 ottobre si è tenuto il primo incontro virtuale del team con le controparti cinesi. "Data la portata e la complessità della pandemia di Covid-19, abbiamo bisogno di una serie completa e ricca di indagini scientifiche svolte in Cina e altrove per trovare l’ospite intermedio e le origini del virus. Questo lavoro rigoroso e meticoloso richiederà la fiducia e la cooperazione di molti operatori locali, nazionali e internazionali per avere successo", conclude l’Oms.

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cms_19882/Min_Sanita_ISS.jpgIn Italia 37.809 nuovi casi e altri 446 morti

Sono 37.809 i nuovi casi di coronavirus in Italia, secondo il bollettino diffuso dal ministero della Salute. Sono stati registrati altri 446 morti, che portano il totale a 40.638 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia.

Nelle ultime ore sono stati eseguiti 234.245 tamponi. In terapia intensiva ci sono 2.515 ricoverati, con un incremento di 124 unità. Cresce il numero dei guariti che ora sale a 322.925 (+10.586), mentre gli attualmente positivi sono 499.118 (+26.770).

Per quanto riguarda le singole regioni, si registrano altri 9.934 nuovi casi in Lombardia, 4.878 in Piemonte, 4.508 in Campania. Nel Lazio sono 2.699, in Calabria 264.

cms_19882/altems-roma.jpgIn 13 regioni già occupati in terapia intensiva posti ’no Covid’

Tredici regioni stanno già utilizzando i posti letto di terapia intensiva che dovrebbero essere dedicati ai pazienti non Covid-19: Provincia autonoma di Bolzano, Lombardia, Umbria, Toscana, Marche, Puglia, Liguria, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Abruzzo, Calabria, Campania e Basilicata. E’ quanto emerge dalla 27esima puntata dell’Instant Report Covid-19 dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica.

In particolare, la Pa di Bolzano sta utilizzando più del 40% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva, la Lombardia il 38,56%, l’Umbria il 31,43%, la Toscana il 23,55%, le Marche il 22,61%, la Puglia il 16,78%, la Liguria il 12%, l’Emilia Romagna il 10,47%, la Valle d’Aosta il 10%, l’Abruzzo l’8,94%, la Calabria il 3,42% e la Campania l’1,49%. La Basilicata, pur avendo raggiunto la massima saturazione della capacità extra, al momento non utilizza la capacità strutturale per pazienti Covid-19.

Sono prossime alla totale saturazione della capacità aggiuntiva la Sardegna (97,93%), il Piemonte (93,95%), la Sicilia (87,06%), la Pa di Trento (84,62%) il Lazio (78,62%) e il Friuli-Venezia Giulia (72,73%). In Veneto è utilizzato il 45% della capacità extra. Il Molise, al momento, non ha implementato alcun posto aggiuntivo.

cms_19882/economia-Americo_Cicchetti_05.jpg"Il tasso di saturazione dei posti letto di terapia intensiva - spiega Americo Cicchetti, professore ordinario di Organizzazione aziendale all’Università Cattolica e coordinatore del gruppo di lavoro - continua a crescere, rispetto alla settimana precedente, di 14,8 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva pre Dl 34/2020 e di 9 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva post Dl 34/2020. In altre parole al 28 ottobre 2020, considerando la dotazione delle Regioni pre Dl 34, il 44,7% dei posti letto di terapia intensiva sono occupati da pazienti Covid-19. Questa percentuale scende al 27,3% se consideriamo la dotazione a regime prevista dal già citato decreto".

"Nell’ultima settimana - prosegue - sono stati banditi 9 bandi con una previsione di incremento di personale di 48 unità. Tra le regioni più attive la Campania che ha messo a bando ben 40 nuove posizioni".

"Sempre con riferimento al personale, il report ripropone, alla luce delle nuove assunzioni, il monitoraggio del rapporto tra anestesisti e rianimatori e posti letto di terapia intensiva. Quest’ultimo, che si assestava a 2,5 prima dell’emergenza sanitaria, oggi, considerando i posti letto effettivamente implementati, scende a 1,9. Tra le regioni che registrano un maggiore decremento nel rapporto tra anestesisti e rianimatori e posti letto di terapia intensiva figurano Valle d’Aosta, Piemonte e Campania. Il valore dell’indicatore è, invece, in crescita in Calabria", conclude Cicchetti.

cms_19882/Zangrillo_Alberto_Fg.jpgZangrillo: "Positività non significa malattia"

"Siamo certi che questa numerosità di tamponi eseguiti risponda a un razionale? Pensate che la numerosità dei tamponi eseguiti e il risultato che ne traiamo possa in qualche modo aiutare per esempio noi a gestire meglio i malati? Assolutamente no, perché la tempestività di intervento, la protezione degli anziani, l’adozione di corrette misure sono completamente indipendenti dalla positività, dai nuovi positivi". A sottolinearlo è stato Alberto Zangrillo, responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e Cardiovascolare dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano e prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele, facendo il punto sulla situazione Covid-19 in Lombardia, ospite della trasmissione ’Iceberg’ di Telelombardia.

"Anche se c’è qualche buontempone, magari anche che lavora vicino a me, che sostiene che l’equivalenza tra positività e malattia è accertata, vi assicuro di no. La malattia è malattia conclamata quando presenta quelle che sono le caratteristiche che purtroppo molti di noi hanno conosciuto, sia come pazienti che come medici. E quindi è lì che noi dobbiamo correttamente operare con tempestività", ha puntualizzato. "Io dico che in questo momento bisogna dare retta ed apprezzare le persone che ragionano con razionalità e che non mettono per forza di cose il terrore, perché il terrore è cattivo consigliere e porta tutta una serie di persone nei nostri ospedali che in larga misura non dovrebbero arrivare".

Per Zangrillo "non dobbiamo concentrarci sulla numerosità dei nuovi positivi, perché non facciamo altro che confondere le persone e dare loro l’apparenza che in qualche modo siano dei potenziali malati e che possano anche ammalarsi gravemente per cui queste persone arrivano in ospedale".

Il fatto che l’Ats di Milano abbia detto stop ai tamponi per i contatti diretti per lo specialista è "un passo in avanti molto importante, perché io che sono venuto a contatto con un positivo cosa faccio? Cerco di fare un tampone nella speranza che invece il mio sia negativo. Se per caso il mio è negativo cosa faccio da un’ora dopo? Mi comporto probabilmente in modo poco responsabile, perché dico ’sono negativo anche se sono venuto a contatto con Mario Rossi.’ Invece quello a cui tutti noi dovremmo tendere è anche una questione veramente di responsabilità sociale, è quello di eseguire il tampone quando è strettamente necessario".

"E’ molto più importante stare riparati in casa, cercare di proteggere le persone che per causa nostra potrebbero ammalarsi - ha concluso Zangrillo - Questo è un comportamento responsabile, razionale, da nervi saldi".

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