OMS:"VACCINO COVID ARRIVERA’ TRA INIZIO E META’ 2021"

In Italia oltre 31mila nuovi contagi e 199 morti. Silvestri:"Immunità da Covid persiste per mesi". Ispi:"isolare over 80 dimezza mortalità"

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cms_19769/OMS.jpgOms: "Vaccino Covid arriverà tra inizio e metà 2021"

"Non sappiamo ancora esattamente quando un vaccino per Covid-19 sicuro ed efficace sarà pronto per la distribuzione, ma stimiamo che potrebbe essere tra l’inizio e la metà del 2021". E’ la risposta degli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che aggiorna il suo focus ’domande e risposte’ dedicato ai vaccini anti-Covid. Prima che questi prodotti possano essere somministrati, "è necessario superare diverse sfide importanti - ricorda l’Oms - si deve dimostrare che i vaccini sono sicuri ed efficaci in ampi studi clinici (fase III). Molti potenziali vaccini per Covid-19 sono allo studio e alcuni dei grandi studi clinici potrebbero riportare risultati alla fine del 2020 o all’inizio del 2021".

Prima che l’Oms consideri la prequalificazione di un vaccino, ovvero ne certifichi sicurezza ed efficacia, "è necessaria una serie di revisioni indipendenti dell’efficacia e delle prove di sicurezza, inclusa la revisione normativa e l’approvazione nel Paese in cui viene prodotto il vaccino. Parte di questo processo coinvolge anche il Comitato consultivo globale sulla sicurezza dei vaccini". Un gruppo esterno di esperti convocato dall’Oma, chiamato Sage, analizzerà i risultati degli studi clinici e raccomanderà se e come i vaccini debbano essere Usato. I funzionari nei singoli Paesi decideranno se approvare i vaccini per uso nazionale e svilupperanno politiche su come utilizzarli nel proprio Paese sulla base delle raccomandazioni dell’Oms.

I vaccini "devono essere prodotti in grandi quantità, il che rappresenterà una sfida importante e senza precedenti, continuando nel contempo a produrre tutti gli altri importanti vaccini salvavita già in uso", evidenzia l’Oms.

Come fase finale, i vaccini saranno distribuiti attraverso un complesso processo logistico, con una rigorosa gestione delle scorte e controllo della temperatura a cui vengono conservati. L’Oms "sta lavorando con partner in tutto il mondo per accelerare ogni fase di questo processo, garantendo allo stesso tempo il rispetto dei più elevati standard di sicurezza".

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cms_19769/Min_Sanita_ISS.jpgIn Italia oltre 31mila nuovi contagi e 199 morti

Sono 31.804 i nuovi contagi da coronavirus in Italia. Lo rende noto il ministero della Salute. Nelle ultime ore sono stati registrati 199 decessi. I tamponi eseguiti nelle ultime ore sono 215.085. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.746, con un incremento di 95 unità.

cms_19769/Guido_Silvestri,_docente_alla_Emory_University_di_Atlanta.jpgSilvestri:"Immunità da Covid persiste per mesi"

"Gli anticorpi neutralizzanti contro Sars-Cov2 persistono per mesi nella grande maggioranza delle persone che sono guarite da Covid-19". E’ la buona notizia evidenziata da Guido Silvestri, virologo all’Emory University di Atlanta, che posta su Facebook "i risultati di uno studio imponente pubblicato oggi sulla rivista ’Science’ con casistica di oltre 30.000 soggetti, la più grande in assoluto finora".

"Si tratta di una conferma estremamente importante - commenta - di risultati simili ottenuti da altri gruppi in casistiche più piccole. Soprattutto, lo studio conferma l’osservazione che re-infezioni con Sars-Cov-2 sono molto rare e supporta l’ipotesi secondo cui si stia formando una robusta immunità di gregge verso il virus nelle aree più colpite dalla prima ondata di pandemia", sottolinea Silvestri esortando a "diffondere come dovuto questa importante ricerca".

cms_19769/ISPI.jpgIspi:"isolare over 80 dimezza mortalità"

Isolare per salvare. E’ quanto potrebbe fare un lockdown sartoriale su alcune fasce d’età più a rischio in caso di contagio. "Sarebbe sufficiente isolare gli ultra 80enni per dimezzare o quasi la mortalità diretta del virus. Se poi riuscissimo a isolare efficacemente gli ultra 60ennni, la mortalità scenderebbe allo 0,07%, circa 10 volte inferiore". Lo evidenzia una ricerca dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, pubblicato online. "Anche in uno scenario di diffusa circolazione virale nella popolazione più giovane, si scenderebbe da un eccesso di mortalità diretta per Covid-19 di 460mila persone senza isolamento, a 120mila (-74%) se si isolassero gli ultra 70enni e a 43mila (-91%) se si isolassero gli ultra 60enni - riporta lo studio - E’ come dire che la mortalità totale, nel corso di un anno solare, in Italia aumenterebbe del 71% senza isolamento, ma solo del 18% con isolamento degli over 70 e appena del 7% con isolamento degli over 60".

cms_19769/Matteo_Villa,_ricercatore_Ispi.jpgSecondo i dati ufficiali "in Italia (ma pressappoco la stessa cosa avviene in tutto il mondo), l’82% dei deceduti per Covid aveva più di 70 anni e il 94% ne aveva più di 60 anni. E’ d’altronde naturale che sia così - precisa Matteo Villa, ricercatore Ispi - E’ ormai noto che la letalità plausibile del virus cresce esponenzialmente con l’età, uccidendo meno di 5 persone su 10mila nella fascia d’età 30-39 anni, ma oltre 7 persone ogni 100 tra gli ultra 80enni". Quindi, "pur con tutti i dubbi etici e le questioni politiche - spiega Villa - quella dell’isolamento è una soluzione che crediamo debba essere presa in considerazione da subito, vista la fase grave in cui si trova oggi la pandemia".

Lo studio ipotizza diversi scenari ’pessimistici’ sull’evoluzione della pandemia. Uno prevede che "il 70% della popolazione italiana si contagi, la mortalità diretta causata dal virus sarebbe equivalente a poco meno dello 0,8% della popolazione, facendo quasi raddoppiare il tasso di mortalità annuo che nel 2019 è stato dell’1,1%. Aggiungendo il probabile sovraccarico delle terapie intensive, i decessi salirebbero intorno all’1% e l’età mediana delle persone decedute scenderebbe notevolmente".

Per evitare conseguenze tragiche di questo tipo, "una volta che l’epidemia ha aggirato i controlli e sta risalendo la curva esponenziale, è praticamente inevitabile un lockdown che costringe a fermare la gran parte delle attività lavorative, infliggendo un pesante colpo economico al Paese - prosegue Villa - Anche se il rimbalzo successivo fosse rapido, non è affatto detto che si recupererebbe l’intero terreno perduto nel corso del lockdown; anzi, a oggi così non è stato e neppure le previsioni più rosee precedenti alla seconda ondata prevedevano una ripresa senza contraccolpi. Ma cosa accadrebbe se, invece di decretare un lockdown nazionale, superato un certo livello di guardia decidessimo di isolare in maniera perfetta le persone più anziane? In altre parole, cosa accadrebbe se fosse decretato un lockdown solo per le fasce d’età più a rischio?", si chiede il ricercatore.

Ebbene, come già anticipato, "anche in uno scenario di diffusa circolazione virale nella popolazione più giovane, con un lockdown per fasce d’età si scenderebbe da un eccesso di mortalità diretta per Covid-19 di 460mila persone senza isolamento, a 120mila (-74%) se si isolassero gli ultra 70enni e a 43mila (-91%) se si isolassero gli ultra 60enni - si legge nel report - E’ come dire che la mortalità totale, nel corso di un anno solare, in Italia aumenterebbe del 71% senza isolamento, ma solo del 18% con isolamento degli over 70, e appena del 7% con isolamento degli over 60".

Dal punto di vista economico, un lockdown selettivo per fasce d’età "permetterebbe di evitare i contraccolpi più severi. In Italia nel 2019 la forza lavoro era composta da 25,9 milioni di persone. Di queste, 2,3 milioni (il 9% della forza lavoro) erano ultra 60enni. Salendo di soli 5 anni, i lavoratori ultra 65enni si riducono già a circa 600mila persone (il 2,4% del totale), mentre se considerassimo solo gli ultra 60enni ci fermeremmo a circa 130mila (lo 0,5% del totale). Oltretutto, per una certa fetta di queste persone isolamento non deve necessariamente significare assenza di lavoro, perché rimarrebbe disponibile l’opzione del remote working (che sarebbe comunque cruciale estendere il più possibile all’intera forza lavoro)", conclude Villa.

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