Omicidio di Jan Kuciak: arrestati tre italiani

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Già da qualche ora si vociferava che l’uccisione del reporter slovacco Jan Kuciak e della sua compagna avesse qualche collegamento con la ‘ndrangheta, e che potesse trattarsi di una sorta di vendetta scaturita dalle indagini del reporter, specializzato in giornalismo investigativo.

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"Non possiamo dire esattamente cosa è successo. Ma possiamo ricostruire il mosaico di quello di cui si stava occupando. E Jan – riferisce Repubblica – si stava occupando di quello. Aveva scoperto come persone arrivate in Slovacchia dalla Calabria anni fa stessero gestendo fondi europei”.

Aktuality era il nome del sito per il quale Jan lavorava e, secondo la redazione, il giornalista stava seguendo una pista che vedeva gestire fette importantissime di denaro da italiani legati alla criminalità organizzata calabrese; proprio per questo sarebbe stato messo a tacere. Aveva raccolto dati e informazioni. C’erano relazioni e fatti incontrovertibili. Era arrivato alla fine dell’inchiesta, era pronto a scrivere.

Marek Vagovic, capo dell’unità investigativa di Aktuality, ha riferito a Bloomberg che tanti suoi colleghi sono stati messi sotto protezione dalla polizia in seguito all’omicidio di Kuciak. Il cronista aveva lavorato infatti “per più di un anno” sulle attività della ‘ndrangheta in Slovacchia e sui legami dell’organizzazione mafiosa con esponenti politici legati al partito di governo, SMER-SD, del premier Fico e ad altri uomini d’affari ai vertici nel suo Paese. Aktuality pubblicherà anche un’inchiesta della vittima sul coinvolgimento di aziende gestite dalla mafia negli appalti pubblici e nelle gare Ue. Un altro giornalista che lavora in Slovacchia, il canadese Tom Nicholson, spiega che stava indagando sul “pagamento fraudolento di fondi Ue a italiani residenti in Slovacchia, con presunti legami con la ‘ndrangheta” calabrese. “I servizi segreti (slovacchi, ndr) hanno già i nomi dei criminali; sia Jan che io lavoravamo a partire da documenti filtrati dall’intelligenceha scritto Nicholson in un articolo per Politico. “Il crimine organizzato slovacco non ha mai ucciso reporter, anche nei vecchi giorni brutti. Mentre i gruppi mafiosi italiani non si sono fatti questi scrupoli” ha aggiunto. Nicholson ha inoltre confermato che Kuciak gli aveva parlato di un’inchiesta a cui stava lavorando, incentrata sulla mafia italiana e sui fondi Ue alla Slovacchia, e che si era detto pronto a testimoniare, ma la polizia non lo aveva contattato.

cms_8583/3.jpg“Ci troviamo di fronte ad un attacco senza precedenti contro la libertàd’espressione e contro la democrazia” ha dichiarato il Primo Ministro slovacco Robert Fico. Jan Kuciak è infatti il terzo giornalista ucciso in Slovacchia nell’arco di pochi mesi: prima di lui Palo Richtar e Miroslav Pejko; anche le loro morti potrebbero essere legate al lavoro che stavano svolgendo.

Nelle ultime ore, si è diffusa la notizia dell’arresto di tre italiani: l’imprenditore Antonino Vadalà, nei cui appartamenti ha fatto irruzione la polizia, il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari sono state arrestate una decina di persone, come riferito ai media dal presidente della polizia slovacca, Tibor Gaspar. Lo stesso ha confermato che le indagini si starebbero concentrando sull’ipotesi legata alla criminalità organizzata.

Auspichiamo che i veri colpevoli siano stati assicurati alla giustizia e che non si ripetano altri deplorevoli episodi di questo genere, che colpiscono la libertà di stampa e di indagine investigativa.

Lucia D’Amore

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