Ora gli inglesi sono contrari alla Brexit

A far dissentire l’opinione pubblica sarebbe il discutibile operato di Boris Johnson

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Sono passati quattro anni dal referendum sulla Brexit, ossia l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Nel 2016 l’opinione pubblica si era rivelata favorevole a tale provvedimento, ma ora qualcosa è cambiato: gli inglesi hanno perso la loro fiducia nel premier Boris Johnson dopo la cattiva gestione dell’emergenza Covid, e soprattutto dopo le sue dichiarazioni sull’immunità di gregge.

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Quale stretta connessione intercorre tra l’operato del premier e la questione Brexit? La risposta è semplice: la popolarità del governo Johnson è aumentata di pari passo con il forte sostegno per la Brexit da parte dello stesso, che sin da subito si è avvalso di una forte campagna anti Ue per consolidarne le fondamenta. Senza ombra di dubbio, dal 2016, anno in cui ha vinto le elezioni, il premier inglese ha legato il proprio operato politico e le successive campagne elettorali alla Brexit, espressione che ha risvegliato negli inglesi un comune sentimento nazionalista.

Johnson ha fatto leva su tale percezione collettiva anche per vincere le elezioni nel dicembre 2019, con un appoggio notevole da parte della popolazione inglese, che gli ha regalato una vittoria schiacciante. Di conseguenza, alla fine di gennaio, è stata ufficializzata l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, anche se il processo di separazione terminerà ufficialmente il 31 dicembre.

Gli inglesi, però, sembrano non essere più tanto determinati a portare avanti questa “separazione”: non vedono di buon occhio il fatto che la Brexit sia in un certo senso una creatura di Johnson, e di conseguenza che essa sia indissolubilmente associata all’attuale premier. Sul suo conto infatti, oltre all’infausta gestione dell’emergenza Covid, gravano anche le tante promesse di sostegno alle classi meno abbienti mai effettivamente mantenute.

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John Curtice, docente di politica all’università di Strathclyde, spiega che “negli ultimi tre anni c’è stata una maggioranza pro-Remain costante anche se limitata al 53%. Quindi, possiamo dire che ora che Brexit diventa realtà, la maggioranza dei britannici non vuole Brexit e tantomeno un no deal”. Inoltre, il professore ha confermato anche il crollo di popolarità del governo Johnson, motivo per cui, a suo modo di vedere, “si stanno creando dinamiche che potrebbero modificare profondamente il sostegno per i partiti e determinare il risultato delle prossime elezioni, perché la gente ora apprezza di più la competenza”.

Francesco Ambrosio

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