PAOLA CANTORO, ORGOGLIO PUGLIESE A SANREMO SENIOR

Premio menzione speciale per l’interprete tarantina che, in finale, ha intonato all’Ariston “Donna” di Mia Martini

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cms_28441/0.jpegSono partita tardi, anche con lo studio”, ci ha raccontato in un’intervista Paola Cantoro, con tono di rammarico, quando le abbiamo chiesto di raccontarsi di sé e dell’inizio della sua carriera. “Molti possono dire di aver iniziato questa attività (di cantante, ndr) sin da piccoli, io purtroppo no. Non ho neppure avuto la fortuna di essere stata incoraggiata dai miei genitori, ma non li biasimo per questo”. Dolce e umile, la cantante di San Giorgio Jonico (TA) si è mostrata in tutto il suo talento in particolare all’ultima edizione di “Sanremo Senior”, concorso musicale internazionale che quest’anno è giunto alla sua sesta edizione, e che l’ha vista premiata, in qualità di finalista, con una “menzione speciale”. Ma ripercorriamo per un momento la sua carriera.

La vita di Paola ha svoltato, per ironia della sorte, a seguito di un brutto incidente stradale occorsole nel 2007. Stando a letto, col sostegno di amici, ha iniziato a canticchiare, tanto che le è giunta la proposta di un’amica di far serate, partecipare a feste private e organizzare eventi. Sì, perché Paola si è scoperta anche presentatrice. Ma è l’arte del canto che più l’affascina. “Credevo di essere stonata, giammai ho pensato di poter cantare, ma pian piano mi sono resa conto di potercela fare. Mi piaceva, ho preso anche qualche lezione di canto, ma sostanzialmente resto un’autodidatta”.

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Non ha partecipato a molti concorsi, sino a scoprire “Sanremo Senior”, espressamente dedicato a cantautori e interpreti con un’età maggiore di 34 anni, manifestazione parallela (e facente parte dello stesso gruppo organizzativo) di “Sanremo Young”. Quindi, tre anni fa, si è iscritta quasi per gioco, finendo addirittura al secondo posto. L’esperienza, inizialmente locata presso il Casinò di Sanremo, l’ha entusiasmata, decidendo di proporsi nuovamente per un secondo anno e, quindi, quest’anno, per la terza volta consecutiva. In questa occasione però calcando il palco dell’Ariston, dal momento che la location è divenuta la stessa del Festival ben più noto.

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La selezione è stata degna di concorsi ben più blasonati: la “nostra” Paola è giunta in semifinale distinguendosi tra ben 872 partecipanti, appartenenti a 20 paesi del mondo e, per quel che concerne solo l’Italia, provenienti da 14 regioni e 29 province. Due le categorie a cui potersi iscrivere: “cantautori” e “interpreti”. Paola Cantoro ha gareggiato come “interprete”, presentando un brano di Mia Martini, “Donna”. In finale sono giunti 30 concorrenti, soltanto 7 per la categoria interpreti, ove Paola Cantoro si è distinta quale unica italiana. “Franco Fasano (membro dell’organizzazione e giurato, ndr) ha riferito che non sono riuscita a salire sul podio davvero per una manciata di voti. Ma meritavo un premio speciale, mi ha detto, quindi mi hanno riconosciuto questo premio denominato, per l’appunto, Menzione Speciale”.

È stata un’esperienza bellissima: conoscere persone di ogni parte del mondo, dell’Argentina, dei posti più lontani. Anche le canzoni sono state molto impegnate: il vincitore della categoria cantautori ha presentato una performance magistrale, un brano che avrebbe avuto successo al noto Festival. Anche il testo aveva valore. Ma, soprattutto, sono nate delle bellissime amicizie: abbiamo creato un gruppo WhatsApp e ogni giorno continuiamo a sentirci”.

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Ci siamo congedati non prima di chiederle che progetti avesse per il futuro. “Non ho un’idea precisa, al momento”, ha risposto. “Mi piacerebbe continuare a cantare, ma non è facile, specie ai tempi attuali post Covid, ove molti aspetti dell’entertainment sono cambiati e molte organizzazioni di eventi sono venute meno. Ci vorrà del tempo per riavviare di nuovo tutto. Nel frattempo, continuo a cantare in serate private, attendendo la canzone giusta”.

Un’opinione sul Festival di Sanremo? “Seguo il Festival sin da quando ero bambina, a dispetto delle critiche che spesso mi sono piovute addosso, ma poco importa: lo adoro. Sono molto attenta, ogni anno, alle canzoni, dedicandomi a quelle che poi potrò cantare”. L’abbiamo infine invitata a proporsi, magari presentandosi in maniera mirata. “Mi serve la canzone. Ho ricevuto alcune proposte, anche alcune promesse, ma sinora non si è ancora concretizzato nulla. Io resto sempre disponibile”. E noi le auguriamo ogni bene, con forza e un po’ di sano spirito di campanilismo…

Enrico Picciolo

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