PECHINO, STAZIONI DI POLIZIA “SOSPETTE” IN ITALIA E ALTRI PAESI

Gli attivisti cinesi denunciano presunte persecuzioni nei confronti di cittadini ricercati dalle autorità in patria

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cms_28592/0.jpgI notiziari hanno rivelato che la Cina avrebbe istituito circa 50 “stazioni di polizia” cinesi non ufficiali in tutto il mondo, per sorvegliare i connazionali all’estero. Sembrerebbero una vera e propria forza di polizia segreta, anche se Pechino sostiene che svolgano solo pratiche burocratiche.

Questi distaccamenti militari si sono già diffusi in sedici nazioni europee, undici solo in Italia. Le stazioni sono affiliate alle forze di polizia in varie città e province cinesi.

Il governo di Pechino sostiene che l’obiettivo di queste stazioni sia quello di far fronte alla diaspora cinese, aiutando i concittadini che vivono in altri paesi a rinnovare i loro documenti di identità e le patenti di guida, nonché a procurarsi regolari documenti di lavoro per non incappare nella legge del paese ospitante. Un altro punto riguarda i controlli sanitari al fine che tutti i connazionali possano averne accesso.

Tuttavia, secondo gli attivisti cinesi per i diritti umani il vero compito di questi avamposti è ben diverso e molto più sospetto. Pare evidente che le stazioni di polizia segrete sarebbero state istituite con l’obiettivo di rintracciare i cittadini cinesi ricercati dalle autorità in patria, anche a causa dell’opposizione politica al Partito comunista. Queste persone indagate sono costrette a costituirsi e tornare in Cina per essere perseguite. Se ciò non avviene, vengono mosse pesanti minacce contro le famiglie di quest’ultime, fino alla resa e consegna dei ricercati.

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Secondo Safeguard Defenders, un gruppo di attivisti che sta analizzando il progetto cinese, queste stazioni non ufficiali sono effettivamente illegali poiché non sono correttamente registrate nei loro paesi ospitanti.

La Cina ha ammesso di aver cercato di "convincere" alcune persone a tornare in patria. Secondo le autorità, circa 210 mila persone sono tornate in Cina da aprile 2021 attraverso tali iniziative. Ma alcuni incidenti evidenziati dagli attivisti indicano la possibilità di minacce e coercizione.

I governi di altri paesi sembrano finalmente notare la natura nefasta di queste azioni. Il Ministero degli Interni britannico ha riferito che gli sforzi di "rimpatrio illegale" non saranno tollerati, e le richieste di estradizione per i sospetti criminali devono essere fatte in conformità con il diritto britannico e internazionale.

Se le accuse fossero vere, allora il tentativo della Cina di minare i governi di altri paesi e di istituire le proprie forze di polizia in tutto il mondo costituirebbero una seria minaccia per l’ordine mondiale. Le potenze globali non possono permettersi di esitare su questa sfida alla loro sovranità.

Marlen Cirignaco

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