PERÙ: CHIESTO L’ARRESTO PER LA CANDIDATA KEIKO FUJIMORI
La figlia dell’ex dittatore accusata di riciclaggio e associazione a delinquere
Guai in vista per la figlia dell’ex dittatore Alberto Fujimori: la leader di Fuerza Popolar sta per perdere non solo il ballottaggio per le presidenziali, ma anche la libertà. Keiko Fujimori, candidata di destra, avrebbe violato obblighi di condotta nell’ambito di un’indagine che la vede coinvolta, per i reati di associazione a delinquere, riciclaggio e intralcio alla giustizia. Per questo, il procuratore peruviano José Domingo Pérez ha chiesto di revocare l’ordine di libertà vigilata per Keiko Fujimori e di emettere un ordine di custodia cautelare in carcere.
Il procedimento a cui ci riferiamo è il cosiddetto processo Odebrecht, in cui Keiko avrebbe persino cercato di comunicare con uno dei testimoni. La richiesta della pubblica accusa - arrivata quando ormai lo spoglio dei voti per il ballottaggio è alle battute finali con la rivalutazione di alcune schede contestate - si riferisce alla presentazione del teste Miguel Torres, membro di Fuerza Popular, come avvocato del partito. Mercoledì 9 giugno quest’ultimo ha accompagnato Keiko Fujimori alla conferenza stampa durante la quale la candidata ha annunciato la richiesta di annullamento per 802 seggi elettorali (circa 200mila schede), gridando a presunti “brogli”. Un’accusa che però non era supportata da alcuna prova fattuale, come confermato da numerosi osservatori internazionali.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando alla revoca del regime di semilibertà, è stato l’illecito incontro con l’avvocato Torres. Ricordiamo che la candidata di destra era già stata arrestata due volte tra il 2018 e il 2020 per aver intascato finanziamenti illeciti dalla società di costruzione brasiliana Odebrecht per la sua campagna elettorale del 2011 e contributi da uomini d’affari peruviani non solo per la campagna del 2011 ma anche per quella del 2016 (entrambe perse al ballottaggio).
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