PROPOSTE DI LETTURA – GENNARO PESSINI: GALAVERNA
Una poetica esigente

Gennaro Pessini (1941-1989) è originario di Castelnuovo Scrivia (AL), paese natale del novellista Matteo Bandello. Dopo la laurea in Lingue e letterature straniere presso la Bocconi ha ricoperto diversi incarichi di consulenza nel settore delle pubbliche relazioni, prima di diventare direttore di un’agenzia di informazione giornalistica con sede a Milano. Le sue poesie hanno ricevuto numerosi premi, suscitando l’attenzione di critici, intellettuali e scrittori italiani. Sposato, con due figli, ha pubblicato due sillogi, Sugli argini solenni (1980) e Opera su carta (1987). Scomparve tragicamente e prematuramente nel 1989: se così non fosse stato siamo certi che si sarebbe imposto come importante punto di riferimento per la poesia italiana del secondo ’900. Una meritoria iniziativa del Lions Club Castelnuovo Scrivia Matteo Bandello e di puntoacapo Editrice ha raccolto in un unico volume Tutte le poesie edite, con prefazione di Angelo Lumelli. Gennaro Pessini fu anche editorialista per diverse testate giornalistiche locali: aveva piantato radici profondissime nella sua comunità. Cordiale, brillante, amico di tutti, durante il servizio militare in Friuli conoscerà Pietro Vecchiarutti (poeta, docente di lettere, giornalista e saggista) e, per suo tramite, Pier Paolo Pasolini. Nel 1968 inizia a svolgere attività politica: sarà un militante della sinistra DC e nel 1975 partecipa alla creazione del Gazzettino, quindicinale castelnovese. Negli anni successivi la sua collaborazione al periodico si farà via via meno intensa per impegni di lavoro, e la sua partecipazione alla vita politica proseguirà come cattolico indipendente, in contrasto con la linea politica della Democrazia Cristiana.
Tutte le poesie edite, dicevamo, si apre con un’illuminante prefazione di Angelo Lumelli, che non è possibile riassumere in poche righe ma che invitiamo a leggere. Le poesie di Gennaro, a volte, sono un mistero, un enigma, un rebus: “Stare presenti al testo è, molto spesso, come per i nostri vecchi sentire la messa in latino: la comprensione scendeva come un balsamo dentro di loro piuttosto che uscire come un vano chicchirichì”. Quando è Angelo Lumelli a spiegarcele, le cose appaiono sùbito più chiare! Una poetica, quella di Gennaro, che a tratti richiede un surplus di riflessione e comprensione, senza concessioni a movimenti letterari (o conventicole, se preferite) cui non aderirà. È una poesia, la sua, che non offre soluzioni, ma incontri.
Leggiamo dunque Galaverna. Sono versi pudichi e solenni. Non indugiano al lirismo d’accatto. Ci prendono per mano, lasciandoci muti.
Galaverna
Sui grappi saccheggiati dalle vespe
posa la galaverna. I tralci annosi
saranno spenti a sera. Tempo a sciami
anche saccheggerà l’inerte luce
di questa luna, zafferano e fosforo,
e l’ombra dove vagola un odore
di sangue, d’esistenza e di soffritto.
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