PUTIN IN CERCA DI NUOVE ALLEANZE

Mosca, Teheran ed Ankara cercano di mettere da parte i loro dissapori per creare un blocco opposto agli Stati Uniti d’America

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Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, si è recato a Teheran per incontrare la Guida Suprema Ali Khamenei, il Presidente iraniano Ebrahim Raisi e il Presidente della Turchia Tayyip Recep Erdogan.

Obiettivo del summit è stato dimostrare all’Europa che la Russia non è isolata e che continua a coltivare i suoi rapporti internazionali con Ankara - grazie alla quale è stato sboccato l’export di grano ucraino - e con Teheran, come risposta agli attacchi americani nei confronti dell’Iran.

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Questa visita ha rievocato l’incontro avvenuto nella medesima città durante la Seconda Guerra Mondiale tra i leader d’allora degli Usa, Roosevelt, e dell’Urss, Stalin, durante il quale si pianificò lo sbarco in Normandia e il futuro dell’Europa.

Con questo viaggio Putin cerca di ristabilire la sua leadership, soprattutto dopo la visita in Medio Oriente del Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

Il Cremlino, quindi, sta intensificando i suoi rapporti strategici con Iran, Cina e India.

Con Teheran, inoltre, è stato stretto un accordo di cooperazione sul settore tecnico-militare, agricolo, informatico e della cybersecurity.

Il consigliere del Cremlino, Yuri Ushakov, ha dichiarato: “Il contatto con Khamenei è molto importante, sulla maggior parte delle questioni, le nostre posizioni sono vicine o identiche”. Il portavoce della Repubblica Islamica ha altresì affermato: “Putin non viaggia all’estero con promesse e dichiarazioni generiche di dialogo, ma ci sono sempre accordi concreti”. Infatti Gazprom ha siglato un accordo di 40 milioni di dollari con Nioc, colosso petrolifero statale iraniano.

Anche Khamenei si è dichiarato molto fiducioso e soddisfatto degli accordi raggiunti con il leader russo, facendo sapere che “Iran e Russia devono rimanere vigili contro l’inganno occidentale. Devono mantenere la loro indipendenza dagli Stati Uniti e devono impegnarsi ad eliminare il dollaro dal commercio globale”.

Scopo della visita di Putin a Teheran era, però, incontrare Erdogan e Raisi per trovare un accordo sulle operazioni militari in Siria, in quanto la Turchia vorrebbe accrescere la sua influenza militare sull’area allargando la safe zone; decisione, questa, che Iran e Russia non condividono.

Khamenei si è così espresso: “Mantenere l’integrità territoriale della Siria è molto importante e qualsiasi attacco militare nel Nord della Siria danneggerà sicuramente la Turchia, la Siria e l’intera regione e andrà a beneficio dei terroristi. Riaffermiamo l’impegno a rafforzare la cooperazione trilaterale tra Russia, Iran e Turchia nell’interesse del raggiungimento di una normalizzazione sostenibile della situazione in Siria”.

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Putin ed Erdogan hanno poi discusso della possibilità di sbloccare le esportazioni di grano ucraine verso l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente.

È la prima volta dallo scoppio del conflitto russo-ucraino che un rappresentante della Nato incontra il premier russo.

Nei prossimi giorni è poi in programma un meeting tra Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite per la conclusione di un accordo per il trasporto del grano attraverso il Mar Nero. Al riguardo, Putin ha dichiarato: Non tutte le questioni sull’esportazione del grano ucraino dai porti del Mar Nero sono state ancora risolte, ma il fatto che ci sia movimento è già positivo”. Dal canto suo, Erdogan ha commentato: Nell’ultimo incontro avvenuto a Istanbul l’approccio della delegazione russa è stato assolutamente positivo. Spero che il nostro incontro porti dei frutti”.

Nonostante questo tentativo d’intesa, gli interessi di Mosca, Ankara e Teheran sono molto contrastanti in quanto Russia e Turchia hanno posizioni opposte in Siria e Libia, mentre Russia e Iran sono in competizione sui mercati energetici.

Chissà che questo incontro non sia stato solo un atto dovuto o una mossa di avvicinamento a nuovi partner per dimostrare all’Occidente che la Russia non è isolata…

Antonio Conversano

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