Parte il conto alla rovescia per lo scioglimento delle Camere

Il 4 Marzo è la data prevista per le elezioni

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Anticipando la naturale scadenza dell’attuale legislatura, prevista per il prossimo 14 marzo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella tra domani e venerdì 29 dicembre convocherà in base all’articolo 88 della Costituzione i presidenti del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura Boldrini. Sentito il loro parere, il capo dello Stato emanerà il decreto di scioglimento dei due rami del Parlamento, controfirmato dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Quest’ultimo, con il ministro dell’Interno Marco Minniti, sarà ricevuto successivamente da Mattarella al fine di firmare il decreto di indizione delle elezioni, con il quale, dopo la relativa decisione del Consiglio dei ministri, verrà fissata anche la data della seduta inaugurale delle nuove Camere, che in base all’articolo 61 della Carta dovrà svolgersi non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Se quindi si voterà il 4 marzo del prossimo anno, la diciottesima legislatura dovrebbe iniziare venerdì 23 marzo.

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Intanto, in una lettera al presidente della Repubblica, i ragazzi del movimento “Italiani senza cittadinanza” chiedono il rinvio dello scioglimento delle Camere in modo da poter approvare la legge sullo Ius soli.

Nella missiva, datata 27 dicembre e pubblicata sulla pagina Facebook del movimento, le ragazze e i ragazzi nati in Italia o all’estero da genitori stranieri e cresciuti nel nostro Paese ricordano che proprio il 27 dicembre ricorrono i settant’anni della promulgazione della Costituzione italiana.

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"In una giornata così bella e fondamentale per le nostre vite e per la nostra democrazia, è nostro dovere ricordarLe come molte e molti di noi abbiano imparato a conoscerla tra i banchi di scuola, imparandone i valori fondamentali di libertà, uguaglianza, pace, rispetto". "Tutti e tutte noi - prosegue la lettera - l’abbiamo letta, riletta e riscoperta in questo anno di mobilitazione a favore della riforma della cittadinanza, ci siamo riconosciuti profondamente nei suoi valori, e in particolare nell’articolo 3, il cui secondo, magnifico comma, concepito dal padre costituente Lelio Basso, che recitando ‘E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese’, prospetta un orizzonte di riduzione delle diversità e di accesso ai diritti fra le varie componenti della Nazione e di progressivo ampliamento dei diritti e della platea degli aventi diritto come inscritto nell’intelaiatura profonda della Repubblica".

"Caro Presidente - si legge ancora nella lettera - concorderà con noi che il 23 dicembre la Repubblica ha fallito nella rimozione di questi ’ostacoli’, mantenendo di fatto una distinzione netta tra cittadini e non, basata su una concezione prettamente elitaria ed economica della cittadinanza". "Non lasci che questa battaglia, iniziata con le prime mobilitazioni della Rete Nazionale Antirazzista nel 1997, quando molti e molte di noi non erano ancora nati, cada in un nulla di fatto" aggiungono.

"Talvolta le autorità di un Paese democratico sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a potenziare gli anticorpi e a creare argini contro la deriva di forze antidemocratiche e destabilizzanti. Non lasciateci soli ancora una volta" conclude la lettera.

L. D.A.

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