Pfizer, l’ultimo colosso a dire no alla pena capitale

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Dice no alla pena capitale anche l’ultimo colosso farmaceutico quotato a Wall Street che, con un fatturato di 50 miliardi di dollari e 110 mila dipendenti in tutto il mondo, aveva visto sette prodotti dell’acquisita Hospira, finire nei cocktail letali. I farmaci a marchio Pfizer non compariranno più tra i barbiturici utilizzati per provocare la morte. Lo ha riportato il New York Times, precisando che salgono a 20 le multinazionali che con le iniezioni letali non vogliono più avere a che fare.

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“Pzifer fa prodotti per migliorare e salvare la vita dei pazienti ed è fortemente contraria all’impiego dei suoi farmaci per confezionare iniezioni letali usate per le esecuzioni capitali”. Hospira ha implementato un piano di distribuzione che impedisce la vendita di pancuronio, bromuro, potassio cloruro, propofol, midazolam, idromorfone, rocuronio bromuro e vecuronio bromuro per usi non previsti, specificando che tali principi attivi, approvati dalla FDA, sono necessari in medicina per curare e addirittura salvare la vita.

Con le restrizioni adottate dall’azienda sarà molto difficile che i distributori possano cedere agli ospedali dei penitenziari le sostanze che, in dosi massicce, provocano paralisi del diaframma e arresto cardiaco.

La posizione della blue chip è stata accolta come una svolta.

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"Gli Stati che prevedono la pena capitale - afferma Maya Foa, di Reprieve, l’organizzazione londinese impegnata nella difesa dei diritti umani - dovranno cercare i medicinali sottobanco se vorranno effettuare iniezioni letali". Molte sono state negli ultimi anni le case farmaceutiche che hanno preso le distanze dal mercato della morte, provocando un abbassamento graduale del numero delle esecuzioni, crollate nel 2015 a livelli mai raggiunti da 40 anni.

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Un assist alla campagna democratica che vorrebbe, se non l’abolizione, almeno una sua limitazione. Se Berny Sanders è sempre stato contrario alla pena capitale, Hillary Clinton ritiene che andrebbe sicuramente circoscritta a determinate casistiche. Per i repubblicani è invece ingranaggio della macchina volta a garantire la sicurezza.

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“Chi si oppone alla pena capitale sta rendendoci impossibile di portarla avanti in modo umano” ha detto il senatore repubblicano Marketing Obenshain.

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Sul tema si è espresso anche Papa Francesco durante il suo viaggio negli Stati Uniti, con un appello lanciato direttamente al Congresso e accolto nel gelo da parlamentari e senatori. In America la pena di morte è prevista in 32 Stati, alcuni dei quali si avvalgono ancora di sedia elettrica o camera a gas.

La Virginia due anni fa ha votato la legge di riforma, proponendo la reintroduzione dell’elettrocuzione proprio per la penuria dei componenti necessari alla preparazione dell’iniezione letale. Oggi è a un passo dal tornare attuale.

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Se non fosse un metodo cruento “non sarebbe stata bandita quasi ovunque” afferma Deborah Denno, insegnante di legge alla Fordham University, facendo notare che l’iniezione letale fu adottata proprio per ovviare alla sua inumanità. Ma cosa accadrebbe se ci si ostinasse a dar seguito alle esecuzioni, pur in assenza di sostanze controllate dalla FDA?

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Il 16 gennaio 2014 fu giustiziato in Ohio Dennis Mc Guire. Ci vollero ben 25 minuti perché abbracciasse l’eterno riposo. I testimoni presenti riferirono di atroci sofferenze. Per l’esaurimento delle scorte di Pentotal, gli fu somministrato un cocktail di Midazolam e Idromorfone. Il rischio che paesi come la Georgia, il Missouri e il Texas possano acquisire preparati realizzati artigianalmente in laboratori farmaceutici locali è fondato. È già accaduto. Non solo in Ohio. Una serie di esecuzionimal riuscite ed esperimenti segreti per ottenere componenti chimici letali hanno trascinato in tribunale diversi Stati. C’è un’area grigia nel mercato americano, ma in molti, Pfizer compresa, continuano a credere che gli sforzi di tutti possano indurre i legislatori a stabilire linee politiche trasparenti ed efficaci.

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Negli Stati che prevedono la pena capitale, il tasso di criminalità è alto. Più alto rispetto a quello del resto della Federazione abolizionista. Studi realizzati dall’FBI attestano che le condanne a morte non agiscono da deterrente.

Sarebbe allora opportuno ragionare sulla messa in opera di un piano di prevenzione della criminosità proprio di un modello sociale civile.

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La Costituzione Italiana approvata il 22 dicembre 1947 ha abolito definitivamente la pena di morte per tutti i reati comuni e militari commessi in tempo di pace. La normativa sui trapianti introdotta nel 1999 vieta l’importazione di organi o tessuti da Stati in cui la legislazione consente il prelievo forzato da cittadini condannati all’esecuzione capitale.

La legge costituzionale 1/2007, modificando l’articolo 27 della Costituzione, ha eliminato ogni residua disposizione in materia.

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“Non è utile la pena di morte per l’esempio di atrocità che dà agli uomini. Se le passioni o la necessità della guerra hanno insegnato a spargere il sangue umano, le leggi moderatrici della condotta degli uomini non dovrebbero aumentare il fiero esempio, tanto piú funesto quanto la morte legale è data con istudio e con formalità. Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio”.

Per dirla con Cesare Beccaria.

Silvia Girotti

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