Polonia alle urne per il ballottaggio

Testacoda tra il conservatorismo del Psi e le aspirazioni delle nuove generazioni

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In attesa del ballottaggio che potrebbe segnare un cruciale cambio di rotta per l’orientamento politico del paese, la Polonia si accinge allo scrutinio delle urne. Sono in corsa per queste presidenziali il premier uscente, l’ultraconservatore Andrzej Duda, e il carismatico sindaco di Varsavia, il liberale Rafal Trzaskowski. I due candidati, entrambi 48enni, da sempre legati a due sponde completamente opposte e dissonanti, già nel loro trascorso in veste di eurodeputati (l’uno dichiaratamente euroscettico, membro del “gruppo conservatori e riformisti europei”, l’altro al contrario visionario e fiducioso nel progetto degli stati uniti d’Europa, legato al PPE), sono protagonisti di questo scontro decisivo, simbolo di una delle più tese campagne elettorali che il paese abbia conosciuto. Considerata la fortissima polarizzazione delle due posizioni, infatti, è risultato impossibile persino organizzare un dibattito televisivo diretto tra i due candidati.

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In realtà, il fronte del partito centrista Piattaforma Civica, di cui adesso è capolista Trzaskowski, avrebbe nel corso della campagna rivalutato la scelta su cui si era deciso di puntare, designando come figura di punta la deputata Malgorzata Kidawa-Blonska, apparentemente in grado di rassicurare parte dell’elettorato conservatore. Il cambio di rotta è giunto tuttavia con la consapevolezza del mancato decollo della sua candidatura.

Al contrario, Trzaskowski è più propenso a battersi per cause quali i diritti Lgbt e il contrasto alle riforme apportate dal governo corrente nell’ambito del sistema giudiziario, che, come denunciato anche dalla comunità europea, avrebbe profondamente minato il principio dell’indipendenza della magistratura nei confronti del potere esecutivo. Per questo, egli sarebbe riuscito da subito a racimolare un’ottima percentuale di voti, raccolti specialmente tra l’elettorato più giovane, che non si rispecchia nei valori conservatori e anacronistici di Duda.

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Al primo turno il sindaco di Varsavia aveva ottenuto un 30,5%, piazzandosi secondo rispetto al 43,5% di Duda; ma la pacatezza dei toni utilizzati in campagna e l’allusione ad un’apertura verso le politiche di finanziamento in ambito sociale che rientrano tra i punti del programma del Psi promettono bene. Nel frattempo Duda, che aveva sperato fino all’ultimo di riuscire ad evitare il posticipo della chiamata alle urne a causa della pandemia, attraverso il controverso sistema di voto postale (che in realtà mancava di sufficienti garanzie), ha completato la sua campagna con comizi nelle città del sud-est del paese, facendo leva sul seguito del suo elettorato di fiducia, una fetta di popolazione prevalentemente rurale.

Riponendo fiducia nella scelta dei 30 milioni di elettori polacchi, non ci resta che attendere i risultati…

Federica Scippa

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