Preferite l’ora solare?

Rassegnatevi: questa notte è tornata l’ora legale

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Tutto è nato da quel simpaticone di Benjamin Franklin, che nel 1784 scrisse una lettera satirica, pubblicata su un giornale di Parigi, in cui invitava i parigini ad anticipare il risveglio mattutino per economizzare sul costo delle candele. In un’alternanza di introduzioni e sospensioni, recuperare quell’ora di energia solare al mattino ha permesso ai vari governi che si sono succeduti di beneficiare di un aiuto “naturale” nei periodi di gravi crisi energetiche.

L’ora legale in Italia è stata introdotta mentre il Paese era impegnato nella Prima guerra mondiale. Correva l’anno 1916 quando fece il suo ingresso nelle abitudini di vita dei cittadini italiani.

Il provvedimento è esteso a tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, oltre che alla Svizzera e alla Norvegia. In tutti questi Stati, per sette mesi, dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre, l’ora legale sostituisce l’ora solare. Negli Stati Uniti, la Daylight Saving Time (risparmio diurno di luce) è già in vigore dal 12 marzo. Nel resto del mondo, invece, ci sono Paesi in cui esiste solo l’ora solare. La Russia, per esempio, già dal 2014 ha deciso di abolire l’ora legale.

Ma siamo proprio sicuri che dei 60 minuti che abbiamo sottratto al sonno di questa notte non ne pagheremo le conseguenze?

Negli Stati Uniti, come in Italia e negli altri Paesi che adottano questo sistema, ogni anno si riapre il dibattito sull’utilità del provvedimento. La questione è legata alle conseguenze nocive sulla salute dei cittadini che, rinunciando ad un’ora di riposo notturno, devono spostare i propri orari biologici e gestire lo stress che ne consegue.

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Qualche anno fa l’Atlantic definiva il passaggio all’ora legale “dispendioso, inutile e persino pericoloso”, mentre il Wall Street Journal ne rimarcava le conseguenze negative per le relazioni sociali e la salute. Il mese scorso la questione è arrivata al Parlamento europeo, dove alcuni eurodeputati hanno presentato una risoluzione in cui si richiede una valutazione approfondita da parte della Commissione.

A proporre la revisione della norma è stata una variegata coalizione di eurodeputati, quasi tutti di Stati del Nord, Centro ed Est Europa, che vorrebbero di fatto abolire il cambio d’orario. “Turbare due volte l’anno l’orologio interno degli individui porta danni alla salute, la nostra richiesta è basata su decine di studi”, così ha motivato l’istanza l’eurodeputata verde finlandese Heidi Hautala.

Sebbene gli eurodeputati siano stati soddisfatti nella loro richiesta di nuove valutazioni sui pro e i contro, pare tuttavia negata la possibilità di lasciare libero arbitrio agli Stati membri.

La ricerca scientifica, oltre alle più diffuse lamentele comuni a molti individui, sembra supportare i dubbi sollevati dagli eurodeputati. L’ora di sonno persa nel passaggio tra le due fasi non termina gli effetti al risveglio. Per molte persone, il sonno perde di qualità in tutto l’arco del periodo di transizione. L’impatto dell’ora legale sul nostro organismo è dovuto al ritmo circadiano,l’orologio interno che regola molte funzioni cicliche del nostro corpo.

La melatonina, per esempio, viene sintetizzata quando è buio e serve a favorire il sonno. Con l’ora legale il sole sorge più tardi e questo rende più difficoltoso il risveglio. Allo stesso modo, il prolungarsi della luce di sera confonde l’organismo sui tempi giusti della modalità “riposo”. Questo piccolo “jet lag” colpisce, con i suoi effetti, maggiormente gli individui che tendono a svegliarsi più tardi: i mattinieri ne risentono meno. Il riadattamento immediato può richiedere fino a tre settimane di scombussolamento per i soggetti più sensibili. Un sonno che perde di qualità andrà a generare quelle complicazioni tipiche del sonno disturbato, che si riassumono in perdita di concentrazione e di produttività sul lavoro.

Uno studio sul Journal of Applied Psychology, risalente al 2012, ha evidenziato che con l’ora legale si verifica un aumento esponenziale della quantità di tempo che le persone perdono a navigare sui siti extralavorativi, tipo Facebook o YouTube. Nello specifico, i ricercatori hanno analizzato i dati sulle ricerche di siti della categoria “intrattenimento” forniti da Google relativi al lunedì successivo all’entrata in vigore dell’ora legale negli Stati Uniti. Rispetto al lunedì precedente, gli americani fanno il 3% di ricerche in più legate a siti che esulano dal proprio lavoro.

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Sul fronte della sicurezza stradale, c’è da registrare una drammatica impennata dei casi di incidenti mortali proprio nei giorni immediatamente successivi all’entrata in vigore dell’ora legale. L’aumento dell’incidenza si spiega con la distrazione alimentata dalla perdita di sonno e di concentrazione. Evidenze analoghe sono emerse da uno studio condotto sui minatori: gli incidenti sul lavoro accadono più spesso e sono più gravi quando le lancette sono state già spostate in avanti.

Le ripercussioni negative, inoltre, non risparmiano di certo il nostro cuore. Sono diversi gli studi che rilevano un significativo picco di attacchi di cuore nella prima settimana di ora legale. Il momento del risveglio è evidentemente molto delicato in quanto il sistema cardiovascolare deve adattarsi rapidamente a dei cambiamenti. La perdita di un’ora di riposo aggiunge stress, aumentando, nelle persone a rischio, le probabilità di incorrere in un attacco. I medici raccomandano di adattarsi gradatamente al cambio di orario. Ma il capitolo più drammatico è quello dei suicidi. Uno studio condotto in Australia ha riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di ora legale e in quelle successive al ritorno all’ora solare. Secondo i ricercatori, anche un piccolo cambiamento nei ritmi cronobiologici può condurre a effetti devastanti nelle persone più vulnerabili.

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A sostegno di una comunità scientifica che, in realtà, non ha mai formulato condanne decise sull’ora legale, intervengono fattori di mero opportunismo, come per esempio i dati sul risparmio energetico stimato dalla Terna, la società che gestisce la rete elettrica italiana. Terna stima un minor consumo di energia elettrica, pari a circa 562 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie.

Decisamente a favore dell’ora legale anche gli operatori del settore turistico, per i quali più luce al pomeriggio significa più occasioni per escursioni e visite all’aperto.

Secondo la Coldiretti, un italiano su cinque ha difficoltà a dormire, e il cambiamento dell’orologio incide sulla qualità del sonno provocando ansia, nervosismo, malumore, mal di testa e tensione muscolare; ma attenzione all’alimentazione, che gioca un ruolo strategico nella regolazione dei ritmi: evitare eccessi di cioccolato, cacao, thè e caffè, oltre ai superalcolici. A cena - consiglia Coldiretti - è fondamentale evitare cibi troppo salati o speziati, ma anche salatini e pietanze cucinate con dadi da cucina. Abbandonarsi poi al piacere di pasta, orzo, riso e pane ci consentirà di beneficiare delle loro proprietà rilassanti, grazie al triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina. Nella dieta serale, l’organizzazione agricola consiglia di inserire legumi, uova bollite, carni, pesce, lattuga, radicchio rosso, zucca, rape e cavoli. Un bel bicchiere di latte caldo, poi, avrà il doppio effetto di diminuire l’acidità gastrica e di far entrare in circolo sostanze calmanti che favoriscono il sonno (oltre a rassicuranti rimandi infantili, aggiungerei).

Attenzione alla camomilla, conclude la Coldiretti: mai più di due minuti di infusione, altrimenti si rischia l’effetto contrario. In tal caso, l’ora legale non ha alcuna responsabilità.

Maria Cristina Negro

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