QUATARGATE, EUROPARLAMENTARI A LIBRO PAGA

"60 eurodeputati nel mirino dell’inchiesta"

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Qatargate, la Camera di consiglio del Tribunale di prima istanza di Bruxelles, ha confermato la detenzione preventiva di due persone nell’ambito dell’inchiesta per sospetta corruzione ad opera del Qatar e la detenzione di una terza, ma con la modalità del braccialetto elettronico.

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Lo comunica il Parquet. Davanti alla camera di consiglio sono comparse tre persone, perché la quarta, E.K. (la vicepresidente del Parlamento Eva Kaili, ma il Parquet non conferma i nomi degli accusati), non era presente, avendo chiesto il rinvio dell’udienza al 22 dicembre. La camera di consiglio ha confermato la detenzione preventiva di due persone: F.G. e L.V. (quindi Francesco Giorgi e Luca Visentini). In realtà, precisano dal Parquet, c’è una "petit réctification" da fare al comunicato: trattasi non di L.V., bensì di P.P. (Pierantonio Panzeri). Il quarto N.F-T (Nicolò Figà-Talamanca) resta "ugualmente detenuto", ma con la modalità del braccialetto elettronico. Se, entro 24 ore, "verrà presentato ricorso contro tale decisione, le persone interessate compariranno entro quindici giorni dinanzi alla camera d’accusa presso la Corte d’appello di Bruxelles. Nell’interesse delle indagini, al momento non verranno fornite ulteriori informazioni. La stampa sarà informata di eventuali nuovi sviluppi tramite comunicato".

cms_28702/2_1671078780.jpgL’IPOTESI - Europarlamentari a libro paga. E’ questa l’ipotesi investigativa a cui sta lavorando la procura belga titolare dell’inchiesta. Lo si apprende da fonti investigative. Gli inquirenti belgi che hanno arrestato, tra gli altri, l’ex parlamentare Antonio Panzeri ed Eva Kaili, una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, hanno il sospetto che i presunti affari a favore del Qatar non siano stati episodi isolati, ma nascondano un’organizzazione più strutturata che vede alcuni europarlamentari ’a libro paga’, ossia pacchetti di voto spendibili in caso di necessità e dietro un preciso corrispettivo in denaro. Un’ipotesi, tutta da verificare, su cui si cercano appigli attraverso interrogatori, documenti e tracciamenti bancari.

cms_28702/3.jpgACCERTAMENTI SU 7 CONTI IN BANCHE ITALIANE - ’Seguire i soldi’ sembra intanto la regola d’oro anche per gli inquirenti belgi che stanno cercando di rimettere ordine nei soldi sequestrati ai protagonisti dell’inchiesta. In particolare Panzeri è "sospettato di essere intervenuto politicamente presso alcuni deputati europei in favore del Qatar e del Marocco in cambio di pagamenti".

E’ stata affidata alla procura di Milano o meglio al dipartimento Affari internazionali guidato dall’aggiunto Fabio De Pasquale l’incarico di accertare i conti correnti che l’ex europarlamentare e la sua famiglia hanno in Italia. Le indagini, svolte anche su Giorgi, compagno di Kaili, e sull’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Luca Visentini hanno portato ad accertare - spiega una fonte - la presenza di sette conti bancari (in altrettante banche) riconducibili a Panzeri, Visentini e Giorgi. A carico di quest’ultimo, ieri, sono stati sequestrati 20mila euro trovati in una cassetta di sicurezza in un istituto di credito, le chiavi della cassetta erano nell’abitazione ad Abbiategrasso perquisita insieme a un ufficio milanese (sulla cui proprietà si mantiene il riserbo) e l’abitazione bergamasca di Panzeri.

Su Panzeri o sulla sua famiglia, da quanto trapela, non si registrato segnalazioni di operazioni sospette da parte degli istituti di credito. Dall’analisi dei conti correnti potrebbero emergere dettagli o legami sull’inchiesta belga che è appena all’inizio.

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Qatargate, secondo indiscrezioni riportate dall’emittente greca Mega Tv, riprese dalla stampa tedesca, gli inquirenti belgi che stanno indagando sulla presunta rete di corruzione ad opera del Qatar avrebbero nel mirino "oltre 60 eurodeputati", la maggior parte dei quali appartenenti al gruppo dei Socialisti & Democratici, al Ppe e a "partiti di sinistra". Lo riporta Focus.de. L’obiettivo della presunta corruzione sarebbe quello di avere posizioni positive o più morbide nei confronti del Qatar.

Massimo Favia

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