RAID AEREI TURCHI IN SIRIA, QUINDICI VITTIME
Ankara sceglie la linea dura come risposta all’attacco terroristico subito ad Istanbul

La Turchia ha risposto all’attacco terroristico di circa una settimana fa ad Istanbul, in cui sono morte sei persone a seguito di una deflagrazione.
Il governo turco ha attribuito ai curdi la responsabilità di tale attacco e come pronta risposta, con l’operazione “Spada ad artiglio”, ha attaccato con raid aerei alcuni punti strategici dell’esercito curdo in Iraq e in Siria, precisamente le basi militari del Partito dei Lavoratori del Kurdistan e delle Unità di Protezione del Popolo.
Vittima dell’attacco anche la città di Kobane, famosa per aver resistito all’assalto dell’Isis nel 2015.
Ankara ha individuato l’artefice dell’attacco terroristico in una donna che ha eseguito gli ordini impartiti da Kobane e giustifica la decisione di attaccare i Curdi rivendicando quanto disposto dall’art. 51 della Carta delle Nazioni unite, agendo in virtù della legittima difesa e al fine di assicurare la sicurezza dei suoi cittadini e delle frontiere.
Hulusi Akar, ministro della Difesa Turca, ha condotto l’operazione da un centro di comando e ha dichiarato che il suo unico scopo è quello di garantire la sicurezza dei cittadini turchi contro le ingerenze del popolo curdo che da sempre minaccia la stabilità della Nazione.
Dalla Siria, giungono informazioni in merito alle vittime dell’attacco turco e, precisamente, dall’Osservatorio siriano per i diritti umani si contano circa quindici morti tra cui militari, civili e anche giornalisti.
Il portavoce delle Forze democratiche siriane, Farhad Shami, ha dichiarato che gli attacchi turchi non mirano ad eliminare i terroristi, ma a far tacere i giornalisti che raccontano la realtà dei fatti, spesso nascosta da Ankara.
La Siria, però, ha subito risposto all’attacco turco lanciando diversi razzi indirizzati verso un posto di blocco turco al confine nord e ferendo diversi soldati; tutto confermato dall’agenzia di stampa turca Anadolu che precisa, altresì, che continueranno gli attacchi in segno di difesa contro qualsiasi azione intrapresa dalle milizie Ypg, dalle Unità di Difesa del Popolo e dal movimento di combattenti curdi.
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