RAID DEGLI AMERICANI A KABUL

Chiesta la safe zone per la capitale afghana

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Allarmate dalle notizie poco rassicuranti che giungono da Kabul, sia Parigi che Londra hanno chiesto di creare una sorta di “zona di salvataggio”, in modo tale da poter proseguire le operazioni umanitarie con l’aiuto dell’ONU. Sarebbero già iniziate le “trattative” con i talebani volte alla concretizzazione di tale proposta; l’intento è quello di proteggere la popolazione anche dopo il 31 agosto, quando tutte le forze armate straniere lasceranno il Paese. A tal proposito, Macron ha precisato che le varie operazioni di salvataggio non si svolgeranno all’aeroporto militare di Kabul, bensì attraverso l’aeroporto civile, se non addirittura tramite i paesi vicini.

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Poche ore dopo il rilascio di tali dichiarazioni, gli USA, con un agguato condotto da un drone, hanno colpito un veicolo che secondo diverse fonti trasportava dei kamikaze diretti in aeroporto; luogo che, nonostante sia già stato bersaglio di alcune esplosioni, rappresenta l’unica via per abbandonare il paese, l’ultima speranza per i cittadini afghani.

L’obiettivo del raid è stato confermato anche dal Pentagono: gli Stati Uniti hanno colpito alcuni militanti dell’Isis-K pronti ad attaccare, come testimoniato dalle molteplici esplosioni che hanno interessato il mezzo, il quale molto probabilmente trasportava una buona quantità di esplosivo.

Stando a quanto riferito da alcuni media, la deflagrazione avrebbe ucciso sei persone e ne avrebbe ferite tre, distruggendo un paio di veicoli; di conseguenza, l’ambasciata Usa ha chiesto agli americani di non recarsi presso lo scalo della capitale afghana per nessun motivo.

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Biden ha già più volte espresso la sua preoccupazione a proposito delle evacuazioni del popolo afghano, in particolare circa la possibilità che tra gli sfollati risultino infiltrate anche cellule afferenti a diversi gruppi terroristici, come Isis e al Qaeda. Teme, inoltre, che gli eventi in Afghanistan diano coraggio a qualcuno già presente negli Stati Uniti nell’intraprendere atti violenti. Per questi motivi, il presidente americano sostiene che la questione umanitaria costituisca la massima priorità, ma allo stesso tempo chiede ad esercito e cittadini di rimanere vigili per i possibili risvolti legati all’accoglienza dei profughi.

Michelle Giliberti

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