REIKI: LA SOLUZIONE AL MAL DI TESTA E NON SOLO…

INTERVISTA AD ANNA TADDONIO MASTER REIKI USUI

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E’ la quarta patologia cronica il mal di testa e colpisce 5,5 milioni di persone. E’ stato il mio amico immaginario fin da quando avevo 5 anni. Poi da adolescente è diventato il mio compagno fedele, c’era sempre, con il sole, con la pioggia, con la nebbia, di notte di giorno, ai compleanni e a Natale. Ha rovinato i miei momenti migliori, mi ha rubato la spensieratezza, il gioco, mi ha fatto prigioniera. Verso i 13 anni è iniziata la via crucis di visite specialistiche: dentista, neurologo, gastroenterologo, otorino. E poi l’agopuntura. Insomma non mi sono fatta mancare niente.Il mal di testa fa perdere un sacco di tempo e quello che non si perde lo avvelena, perché la cura spesso è peggio dell’attacco. Ricordo lo sguardo scettico del medico di famiglia, sembrava che dicesse: “ma che vuoi che sia un mal di testa” ed io intanto avvertivo un dolore estenuante. I professori pensavano fosse una escamotage per non studiare. Per gli esperti del centro cefalea ero una tossica. Per sfuggire al giudizio, ero costretta a fingere un miglioramento.


cms_5146/2.jpgIn questo stato ho trascorso i miei primi cinquant’anni. Quando stavo per gettare la spugna sentii parlare di Reiki, energia universale, chakra. All’ospedale San Carlo Borromeo di Milano la sperimentazione ne ha provato l’efficacia. Così mi sono fatta coraggio e ho prenotato un trattamento. All’appuntamento sono stata accolta da una bella signora bruna, occhi grandi, sguardo profondo e un dolce rassicurante sorriso. Così le ho fatto qualche domanda.

Cos’è il Reiki?

Il Reiki non è una religione, non è una setta, è una filosofia di vita. E’ una pratica olistica che porta al risveglio dell’energia vitale di ciascun individuo. Mira alla guarigione nel suo complesso, a livello fisico, mentale, emozionale e spirituale. E’ un metodo semplice, immediatamente verificabile, ha un azione riequilibrante, non ha controindicazioni ed è una tecnica di autoguarigione in quanto, sebbene si può trasmettere ad altri, può essere anche utilizzata su se stessi.

Cosa l’ha avvicinata a questa filosofia?

La curiosità. Ho sentito parlare di Reiki per la prima volta nel 1988, quando due famosi operatori tedeschi vennero a Bari. In quel periodo avevo due figlie piccole e non avevo molto tempo per approfondire, però continuai a tenermi informata. Nel 1999 conobbi un master Reiki cioè un insegnante che poi divenne il mio compagno. Cominciai così ad osservare meglio e da vicino questa disciplina, ma soprattutto mi incuriosivano i cambiamenti e i benefici che si manifestavano sulle persone trattate. Arrivavano con lo sguardo spento e giù di tono ed uscivano con una luce incredibile. E’ stata proprio quella luce ad avvicinarmi al reiki.

Perché il Reiki funziona?

Funziona perché permette, attraverso il contatto con l’operatore, di riportare l’energia fisica ed emotiva in equilibrio. L’operatore Reiki funge da canale tra l’energia universale e quella individuale.

cms_5146/3.jpgCome si svolge un trattamento e quanto dura?

La seduta solitamente inizia con un colloquio, per mettere a proprio agio la persona e per consentire all’operatore di inquadrare la situazione, perché ogni paura, ogni emozione, qualsiasi disagio esternato può essere di aiuto. Il trattamento avviene in un contesto di per se tranquillizzante. La persona è distesa in un ambiente tranquillo con luce soffusa. Il contatto consente di sciogliere il ristagno di energia accumulata in alcuni punti del corpo. Durante il trattamento il paziente potrebbe avvertire calore o formicolio e una sensazione di benessere e rilassamento. Il trattamento dura all’incirca 60 minuti.

Come si diventa operatore Reiki?

Basta seguire un seminario di primo livello della durata di due giorni, lo stesso avviene per il secondo livello, infine con il conseguimento del terzo livello si diventa master Reiki qualificato, il che consente di insegnare e formare futuri operatori. Io personalmente mi sento una traghettatrice e favorisco l’espansione della coscienza di chi partecipa ai seminari, soprattutto di primo livello.

Cosa pensa la medicina tradizionale del Reiki?

Oggi finalmente c’è dialogo, confronto. A molti miei seminari hanno assistito medici, psicologi. Da qualche anno il Reiki è entrato in alcuni ospedali italiani: a Roma al Regina Elena, a Milano al San Carlo Borromeo, a Torino al San Giovanni Battista, ad Asti, a Napoli. Dove per eccellenza si pratica maggiormente Reiki è negli Stati Uniti, in più di 800 ospedali. A Bari all’Oncologico insieme ad un’amica musicoterapeuta abbiamo avviato un dialogo, attendiamo gli sviluppi.

Casi risolti?

Tanti: molte cefalee risolte completamente, un’allieva auto-trattandosi ha ridotto un nodulo alla tiroide, insonnie, fobie, claustrofobie, dipendenze, dolori mestruali, ansia, depressione e tanto tanto altro.

Come agisce il Reiki nella cefalea?

La cefalea è uno dei problemi per i quali Reiki si è rivelato più efficace: a dimostrarlo la sperimentazione avvenuta al San Carlo di Milano. È un disturbo psicosomatico che si esprime a livello fisico ed è il segnale di uno squilibrio energetico. I risultati della sperimentazione sono stati più che soddisfacenti. Già dal primo trattamento si è ottenuto un dimezzamento degli attacchi, oltre che una riduzione del dolore. La sperimentazione approvata dalla Regione Lombardia è stata condotta dal 2000 al 2004 su 38 pazienti

Ha parlato di Oncologico di Bari. Come si applica il Reiki nei tumori?

Anche per i tumori sono i corso sperimentazioni presso l’ospedale Le Molinette di Torino. La versatilità del Reiki è grande e questo lo rende adatto anche a persone che devono gestire un tumore e gli effetti collaterali della terapia. In data 2 febbraio 2007 i giornali Torino Cronaca e La Stampa ne hanno parlato: “... lo studio effettuato sull’efficacia del Reiki...in integrazione alle terapie dei pazienti con neoplasie avanzate, rivela che i 94 trattamenti, hanno portato beneficio nel 98% dei casi”. Il benessere è prodotto da rilassamento, miglioramento dell’umore, del sonno e del dolore. Da notare che i benefici sono stati raggiunti con soli quattro trattamenti

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Decidere di fidarsi o no di una persona è come decidere di arrampicarsi o no su un albero, potremmo godere di un panorama mozzafiato, ma sporcarci le mani e i capelli di resina. Ho optato per il panorama.A quel primo trattamento sono seguiti altri. I miei mal di testa: ridotti del 70%, un miracolo. Mentre torno a casa, mi vengono in mente i versi di una bellissima poesia di Walt Whitman che voglio dedicare al "mio compagno fedele". O Capitano mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato. La nave ha superato ogni ostacolo, l’ambito premio è conquistato, vicino è il porto, odo le campane...suonate campane! Mentre io con funebre passo percorro il ponte dove giace il mio Capitano...

Tina Camardelli

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