REPORTER FINO ALLA MORTE: ADDIO AL PREMIO PULITZER SIDDIQUI
Stava documentando gli scontri tra esercito afghano e talebani
Danish Siddiqui è stato barbaramente ucciso mentre stava svolgendo, come ogni giorno, il suo lavoro di fotoreporter per conto della Reuters. Da una settimana era embedded, come si usa dire nel gergo giornalistico: seguiva, cioè, l’esercito afghano (accettandone la protezione ma anche le limitazioni imposte alla propria libertà di movimento e di espressione) nello scontro con i talebani nei pressi di un valico di frontiera con il Pakistan, a Spin Boldak, nel distretto di Kandahar.
Le dinamiche dell’assassinio non sono ancora chiare, ma la BBC parla di un improvviso attacco talebano; non è stato comunicato, in ogni caso, il numero totale dei morti. Stando a quanto riportato da Reuters, gli afghani si stavano scontrando per il predominio sull’area del mercato di Spin Boldak quando Siddiqui e un alto funzionario agfhano sono stati uccisi in quello che è stato definito fuoco incrociato dei talebani. Questi ultimi si erano impossessati del valico di Spin Boldak lo scorso mercoledì.
Danish aveva 40 anni ed era già stato insignito di diversi riconoscimenti, tra cui il premio Pulitzer nel 2018 per la fotografia con i reportage sui rifugiati Rohingya. Attualmente era alla direzione del dipartimento multimediale di Reuters in India e da pochi giorni stava seguendo gli scontri a Kandahar. "Stiamo cercando con urgenza più informazioni e stiamo lavorando con le autorità regionali" hanno fatto sapere il presidente di Reuters, Michael Friedenberg, e la direttrice della testata, Alessandra Galloni. I due sono apparsi sconvolti per la dipartita dello stimato collega: "Danish era un giornalista eccezionale, un marito e padre leale e un amatissimo collega - hanno raccontato - I nostri pensieri sono con la sua famiglia in questo momento terribile".
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