REPORT PROVE INVALSI
Stabilità della primaria, ma ancora alta la percentuale di studenti che non raggiungono il livello base nella secondaria

Sono stati restituiti e pubblicati in un report i risultati delle tanto discusse prove INVSALSI, che hanno interessato circa 920.000 studenti della scuola primaria, classi seconde e quinte, oltre 545.000 studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado e 953.000 ragazzi delle classi seconde e quinte della scuola secondaria di secondo grado.
I test nazionali per la rilevazione degli apprendimenti, costruiti, somministrati e corretti dal Sistema Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INVALSI), hanno il compito di misurare lo stato di salute della scuola italiana, di monitorare il complesso processo di insegnamento- apprendimento, di prevenire la dispersione scolastica non solo fisica ed esplicita ma anche delle competenze e implicita.
Considerato che le prove sono standardizzate e si basano principalmente su specifici campi di indagine come Italiano, Matematica e Inglese, non sostituiscono la valutazione degli insegnanti ma rilevano quelle abilità trasversali indispensabili per l’apprendimento di tutte le discipline e che si riveleranno utili nella vita, nel lavoro e in tutti i contesti in cui si andrà a operare da cittadino attivo e consapevole. Legittimate con la Legge n.176 del 2007, hanno avuto un decorso talvolta burrascoso e a tratti hanno subito battute d’arresto; dopo due anni di pandemia e il ricorso alla didattica a distanza si rivelano, come ha sottolineato Roberto Ricci, in qualità di responsabile dell’Area Prove Nazionali Invalsi, “lo strumento più adatto per identificare l’eventuale perdita di competenze negli studenti a causa dell’emergenza sanitaria”.
Dal Rapporto Nazionale Invalsi 2022 si registra un cauto ritorno alla normalità dopo la didattica digitale integrata, con risultati stabili e incoraggianti per la scuola primaria, dove la maggior parte degli studenti ha raggiunto il livello base. In questo segmento scolastico i dati sono rimasti invariati rispetto al 2019, con buoni esiti in Inglese e in Italiano, sebbene ci siano delle flessioni in alcuni territori e regioni del sud con criticità specialmente in matematica.
Per la secondaria di primo grado le prove CBT (computer based testing) hanno evidenziato l’arrestarsi del calo in Italiano e Matematica che si era registrato tra il 2019 e il 2021. I risultati in Inglese sono stabili o in graduale miglioramento. Resta il divario però di una scuola a due velocità con significative differenze tra alcune regioni del Nord e del Sud.
Diversa è la situazione per la scuola secondaria di secondo grado, dove non raggiungono il livello base in Italiano gli allievi delle seguenti regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In matematica circa il 50% raggiunge il livello base, per l’Inglese le differenze tra Nord e Sud sono minime e il 90% circa degli studenti e delle studentesse raggiungono il livello A1 in lettura e in ascolto.
La variabilità degli esiti fra regioni riguarda non solo gli allievi fragili o provenienti da contesti socioculturali svantaggiati ma anche quelli con risultati molto alti. Quindi la causa dei divari territoriali non si basa solo sul problema della fragilità, ma è ascrivibile anche alla minore presenza di eccellenze nelle classi.
I dati emersi sulla dispersione scolastica, confrontabili su base nazionale, offrono un interessante spunto di riflessione su quella fetta di popolazione scolastica di studenti che, sebbene non abbandonino la scuola in senso formale, terminano però il percorso scolastico senza aver acquisito quei saperi irrinunciabili per l’inserimento nel mondo del lavoro. Si tratta di una dispersione implicita o nascosta che dal 2019 sembra essersi arrestata con un significativo miglioramento per la Puglia.
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