RIALLACCIATE LE RELAZIONI TRA IRAN E ARABIA SAUDITA
La Cina come mediatore, Usa spiazzati

L’accordo a sorpresa tra Iran e Arabia Saudita per ripristinare le relazioni diplomatiche presenta un possibile percorso per frenare il programma nucleare di Teheran e la possibilità di cementare un cessate il fuoco nello Yemen.
Contiene anche un elemento che sicuramente metterà a disagio i funzionari di Washington: il ruolo della Cina come mediatore di pace in una regione in cui gli Stati Uniti esercitano da tempo molta influenza.
L’accordo è stato annunciato dopo quattro giorni di colloqui in anonimato a Pechino tra i rivali mediorientali. Il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, ha detto venerdì che mentre Washington non era direttamente coinvolta, l’Arabia Saudita ha tenuto informati i funzionari statunitensi sui colloqui con l’Iran.
Le relazioni tra Stati Uniti e Cina sono diventate molto controverse su questioni che vanno dal commercio allo spionaggio e sempre più le due super potenze competono per spargere la loro influenza in parti del mondo lontane dai propri confini.
L’accordo arriva mentre l’Iran accelera il suo programma nucleare dopo due anni di tentativi falliti degli Stati Uniti di rilanciare un accordo del 2015 che mirava a impedire a Teheran di produrre una bomba nucleare.
Tali sforzi sono stati complicati da una violenta repressione da parte delle autorità iraniane sulle proteste e dalle dure sanzioni americane controTeheran per le accuse di violazioni dei diritti umani.
L’Arabia Saudita sembrerebbe alquanto preoccupata per il programma nucleare iraniano. Questa “nuova apertura” tra Iran e Arabia Saudita sarà significativa e di impatto e dovrà affrontare le preoccupazioni sul programma nucleare in questione.
L’accordo di venerdì offre anche speranza per una pace più duratura nello Yemen, dove un conflitto scoppiato nel 2014 è stato ampiamente visto come una guerra per procura tra Arabia Saudita e Iran.
Il coinvolgimento della Cina nell’intermediazione dell’accordo potrebbe avere “implicazioni significative” per Washington, ha affermato Daniel Russel, il principale diplomatico statunitense per l’Asia orientale sotto l’ex presidente Barack Obama. È insolito che la Cina agisca da sola per aiutare a mediare un accordo diplomatico in una controversia di cui non è parte.
Lo svantaggio sarebbe che in un momento in cui Washington e i partner occidentali stanno aumentando la pressione contro la Repubblica islamica, Teheran crederà di poter rompere il suo isolamento e, dato il ruolo cinese, attingerà alla copertura delle maggiori potenze.
Kirby ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno monitorando da vicino il comportamento di Pechino in Medio Oriente e altrove.
Tuttavia, il coinvolgimento di Pechino si aggiunge alla percezione del crescente potere e dell’influenza cinese che contribuisce a raccontare una presenza globale degli Stati Uniti in calo.
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