RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE
Maggioritario o proporzionale

Per intravedere il futuro della politica italiana, basta seguire il percorso di una legge: la riforma elettorale.
Ferma da due anni in Commissione alla Camera con un testo ribattezzato “germanicum”, è tornata prepotentemente di attualità dopo lo sfacello di coalizioni e alleanze nella partita del Quirinale.
La scelta delle forze in Parlamento ci farà capire molto su quello che potrà accadere nello scenario politico.
L’antica e annosa questione è tra maggioritario e proporzionale. Il risultato dell’ attuale sistema, il “rosatellum”, è sotto gli occhi di tutti. Dal 2018 si sono alternati tre governi con tre maggioranze diverse, giallo-verde, giallo-rossa e di larghe intese, nessuna delle quali si era presentata insieme prima del voto.
L’obiettivo, oggi, è di garantire la governabilità come è altrettanto evidente che ogni partito dal più grande al piu piccolo farà anche i suoi calcoli.
Il maggioritario favorisce le alleanze prima del voto, il proporzionale consente di far scattare i giochi politici dal giorno dopo le elezioni. Ragionando oggi di riforma elettorale bisogna tener conto di quel che è successo nella settimna di trattative per il colle. Coalizioni e alleanze sono andate in frantumi e nessuno si fidava piu degli altri. A beneficiarne potrebbero essere i moderati e i centristi, da destra a sinistra, tanto che c’è grande fermento da Forza Italia e Italia Viva, galvanizzati dalla porspettiva poporzionale che li potrebbe trasformare in ago della bilancia.
Ma anche nel PD lo stesso segretario non esclude più questa possibilita e si è detto disposto a confrontarsi e anche nella Lega stanno emergendo i primi proporzionalisti. Chi resta contrario è Fratelli d’Italia, la Meloni è da sempre schierata a favore del maggioritario. Certo prima bisognerebbe ricompattare la coalizione.
Mai come questa volta una legge può cambiare la vita, almeno quella politica.
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