RILEGGENDO POESIA –ANGELO LUMELLI

Un suono d’argento zampillò…

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cms_22310/1.jpg“Da Cosa bella cosa del 1977 a Trattatello incostante dell’80 il percorso poetico di Angelo Lumelli è andato disegnandosi nell’ambito di una affermazione di principio che, se da un lato apparteneva alla storia personale dell’autore, dall’altro coincideva perfettamente con la situazione culturale degli anni Settanta, con tutto ciò che di teorico e pratico veniva elaborato, in quegli stessi anni, anche in termini di novità, in poesia.

C’è una lingua che non può parlare, infatti voleva solo accadere, poteva scrivere Lumelli nell’Autopresentazione del Trattatello incostante.” Così Angelo Maugeri nel 1991 (n. 39/anno IV) presentava Angelo Lumelli.

Chi scrive ha la fortuna di conoscerlo personalmente e di aver collaborato alla presentazione del volume di Gennaro Pessini Tutte le poesie edite, autore di cui abbiamo dato conto nella rubrica PROPOSTE DI LETTURA (https://www.internationalwebpost.org/contents/PROPOSTE_DI_LETTURA_%E2%80%93_GENNARO_PESSINI:_GALAVERNA).

Ecco come si presenta Angelo Lumelli nel suo sito: (https://www.angelolumelli.net/lumeSite/biografia/): Houn curriculum, non una biografia. Per evitare la biografia si fanno romanzi e poesie. Ridicolo tornare sui propri passi. Come compenso per una biografia fatta di lacune, propongo una visione etimologica di me. La spiegazione è la seguente: il momento clou dell’etimologia è quando essa smette di andare all’indietro (ormai arrivata al sanscrito) e in quel momento appare il fantasma del significato, ridotto in forma di persona, ormai di spalle, nell’atto di voltarsi e di andarsene, con il senso in tasca. Quel momento lontano sarà per sempre origine dell’interpretazione, mai esausta, mai arrivata al punto, così che essa stessa sarà per sempre un residuo, un’insurrezione senza scopo. Nessuna possibilità sussiste, per l’etimologia, di percorrere il senso inverso, arrivando passo dopo passo al momento presente. Al presente si arriva non per continuità, bensì in forza delle interruzioni. Con ciò intendo dire che non è il linguaggio che ci porta, ma le sue lacune, i corpi opachi, le grandi buche dove cadde anche l’amore. Queste affermazioni non sono per forza infelici. Ecco, prima che si voltassero dall’altra parte, i sembianti di un etimo lontano, allorché il senso, nell’attimo, fu un volto, e il linguaggio fu salvato attraverso quel nascondiglio, come dire che fu preservato a viva forza da viventi taciturni, monito su cui piangere, calligrafia elementare e motivo sufficiente per riscrivere. Angelo Lumelli, classe 1943, piemontese di Ramata (AL), quasi sul confine con l’Oltrepo pavese (quindi sostanzialmente tortonese, il cui dialetto non è piemontofono) è poeta, romanziere, saggista, critico e uno fra i più importanti germanisti italiani.

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Ha pubblicato le raccolte di poesia: Cosa bella cosa (1977), Trattatello incostante (1980), Bambina teoria(1980), Seelenboulevard(1999), Per non essere l’acqua che amo(2008); i romanzi: Un pieno di super(2005), La sposa vestita(2006). Ha tradotto Novalis, Peter Rosei, Friedrich Torberg. Nell’Aula Foscolo dell’Università di Pavia, nell’ambito delle attività degli Stati Generali delle Donne sulla violenza maschile di genere, si è svolta la cerimonia di premiazione degli UOMINI ILLUMINATI, che ha visto fra i premiati anche Angelo Lumelli (2018). “Il suo percorso poetico accade per virtù linguistiche che si adeguano a una realtà tanto più comprensibile quanto più sfuggente; con infiniti rammendi, mantenendo a lungo ciò che fu breve. Giustapposizioni, nascondigli, rebus, versificazione aforistica, perennemente oscillando tra chiusura e apertura del verso: come un pendolo, dato all’ampiezza dello sguardo ma anche alla sua restrizione” (A. Maugeri). Eppure Angelo Lumelli non è su Wikipedia. Si è sottratto lui stesso, in un gioco magistrale di nascondimento ed elusione oppure qualcuno non si è accorto di lui?

un suono d’argento zampillò
fu facile diventare quasi uguali
ma quando speravo che l’essere
fosse più grande di me
quando pensavo: per mal che vada
sarò la sua preghiera
bambino al primo giorno di scuola
appello con nome e cognome
per intero – per sempre due cose
bambino mezzo vero
ma profonda era la borsa della spesa
madri nel giorno di mercato
oh palme di Guadalampur
bollicine si staccano dal cuore
idrolitina che rende tutto esagerato
anche chiamare – o è subito
o diventa invocare.

Raffaele Floris

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