RILEGGENDO POESIA – GIANFRANCO ISETTA
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Nella rubrica I libri di poesia, curata da Fabio Simonelli, compare, nell’estate del 2014 (n. 295) il nome di Gianfranco Isetta.
Il libro allora recensito era Passaggi curvi – Poesie non euclidee (puntoacapo, 2014). Una segnalazione tempestiva, dunque, per un ottimo libro di un ottimo autore contemporaneo. “Si ispira ai matematici Riemann e Lobacevskij la poesia di Gianfranco Isetta. Non invece a Giovan Girolamo Saccheri poiché, contrariamente al gesuita nato a Sanremo, egli non deve vendicare Euclide da alcun neo, anzi. Passaggi curvi – Poesie non euclidee è un libro che, passando attraverso l’esperienza personale, parla di universi possibili e di realtà ellittiche o iperboliche, di visioni alternative a ciò di cui siamo abituati, alla nostra quotidianità. È una scrittura senza incertezze, intuitiva, che in ogni testo tenta di mostrare parte di quel mistero che è l’essenza stessa dell’esistere, cercando visioni alternative e interpretando ciò che può sembrare solito, banale, da punti di vista inusuali.”
Gianfranco Isettaè nato a Castelnuovo Scrivia (AL) nel 1949. Ha conseguito il diploma di laurea in Statistica presso l’Università Cattolica di Milano. Ora in pensione, è stato Direttore amministrativo dell’Istituto Scolastico Comprensivo di Castelnuovo Scrivia. Per 10 anni è stato sindaco di Castelnuovo S. In tale veste ha promosso il rilancio del Centro Internazionale di Studi dedicato al novelliere castelnovese Matteo Bandello e alla Letteratura rinascimentale presieduti dal prof. Giorgio Bàrberi Squarotti. Ha iniziato a scrivere solo dall’inizio del 2000. La poesia non è la sua unica passione, infatti anche l’astrofisica e la fisica, in particolare la meccanica quantistica, rappresentano qualcosa di più di un semplice interesse e spesso se ne coglie il segno in varie sue composizioni. Ha pubblicato: Sono versi sparsi (Joker, 2004), e per puntoacapo editrice Stat Rosa,2008, Indizi…forse, 2011, Passaggi curvi, 2014, Gigli a colazione, 2017, Senza turbare il cielo, 2020 e la plaquette Dialoghi (2012) con immagini del pittore Michele Mainoli, edizione curata della Biblioteca di Castelnuovo Scrivia. È presente in numerosissime antologie. Ha conseguito diversi e significativi riconoscimenti, tra i quali: Premio di poesia Jacques Prevert, premio David M.Turoldo , Premio Nabokov, Premio nazionale di poesia Carver, Premio Internazionale di poesia “G. De Scalzo” (Sestri Levante), Premio Nazionale di Poesia Anna Kuliscioff a Torino. È stato finalista al Premio Nazionale Laurentum a Roma per il libro Stat rosa (con una giuria composta, tra gli altri, da M. Luisa Spaziani, Maurizio Cucchi e Davide Rondoni). Stat rosa ha vinto (ex-aequo) la XXIV edizione del Premio internazionale di poesia e letteratura dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli. Ha vinto nel 2013 la III Edizione del Concorso Nazionale Letterario Oubliette 03 in Sardegna con Indizi…forse. Ha vinto la IX edizione del Premio Internazionale di poesia città di Acqui Terme con il libro Passaggi curvi. Ha ricevuto la menzione speciale al IX Premio internazionale di poesia Don Luigi di Liegro a Roma e ha vinto il primo premio al concorso “L’arte in versi” (Jesi) per il libro Gigli a colazione. Anima incontri di poesia presso le scuole primarie e secondarie del suo comune e in varie località della provincia di Alessandria e organizza simili incontri in biblioteca, laddove invece prevale la presenza degli adulti. È stato sino al 2020 giurato nel concorso Gozzano-Monti di Terzo (AL). Un curriculum di tutto rispetto dunque, per un autore arrivato sorprendentemente tardi alla poesia: probabilmente era una vocazione antica e inespressa. Anche per questo, ora, è importante leggerlo e approfondire la sua poetica. Appassionato studioso – come già accennato – della meccanica quantistica, della fisica delle particelle nonché del pensiero di Emanuele Severino, se vi capitasse d’incontrarlo – per una premiazione a qualche buon concorso o a un incontro di poesia – potrebbe tranquillamente comunicarvi, citandovi i suoi studi (che, attenzione, sono solidi e autentici), che la morte non esiste. Vale la pena ascoltarlo, nonostante questi paradossi un po’ spiazzanti. Non si sa mai che abbia ragione.
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una sistemazione
che la inghiotta di notte.
Resti una linea curva
che si fa scura agli occhi
com’è facile dire
per quel buio che estorce.
La cortese allegria
di notturne cicale
Ecco! Forse ricordo
l’incertezza che tocca
i capelli argentati
e ogni forma di giorno
permanente nel tempo
ora che se n’è andata.
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