RILEGGENDO POESIA - PLINIO PERILLI
L’umiltà in E-book

Ecco finalmente un autore noto al grande pubblico, o almeno a una parte significativa di esso.
La ragione di tale notorietà – qualche lettore non più giovanissimo lo ricorderà – è merito del Maurizio Costanzo Show, che negli anni ’90 ospitò a lungo Plinio Perilli e il suo racconto in versi Ragazze Italiane.
D’altronde, anche quando Bob Dylan vinse il Nobel, Plinio Perilli, con Valerio Magrelli e pochi altri, fu intervistato diverse volte, apparendo sui palinsesti delle TV nazionali.
Vorremmo osservare – per inciso – che Perilli e Magrelli non sono gli unici poeti contemporanei in circolazione da intervistare, quando c’è una notizia importate che riguarda la poesia. Sul mensile di Crocetti, nel giugno 1998 (n. 118), apparvero inediti intitolati Pensarti è un dono.
Proviamo dunque a conoscere meglio Plinio Perilli e la sua opera.
Nato a Roma nel 1955, ha esordito come poeta nel 1982, pubblicando un poemetto sulla rivista “Alfabeta”, auspice Antonio Porta. La sua prima raccolta è del 1989, “L’Amore visto dall’alto” (Amadeus, Montebelluna, finalista quell’anno al Premio Viareggio, ristampata nel 1996). Seguono i racconti in versi di “Ragazze italiane” (Sansoni, Firenze, 1990, due edizioni, Premio B. Joppolo). Chiude una sorta di trilogia della Giovinezza con il volume “Preghiere d’un laico” (Amadeus, 1994), che vince vari premi internazionali: il Montale, il Gozzano e il Gatto. L’ultimo suo testo lirico, “Petali in luce”, è uscito nel 1998, presentato da Giuseppe Pontiggia (Amadeus, che è un editore, non certo il noto conduttore televisivo, NdA). Una raccolta antologica delle sue poesie, “Promises of Love” (Selected Poems), è stata tradotta in inglese da Carol Lettieri e Irene Marchegiani, ed editata a New York nel 2004 presso le Gradiva Publications della Stony Brook University. Come critico si occupa specialmente di convergenze multidisciplinari e sinestesie artistiche (“Storia dell’arte italiana in poesia”, Sansoni, 1990), nonché dell’insegnamento della poesia ai giovani e nelle scuole (“La parola esteriore”. I nuovi giovani e la letteratura, Tracce, Pescara, 1993; “Educare in poesia”, A.V.E., Roma, 1994). Del 1998 è un grande studio antologico sul ‘900 italiano in rapporto all’idea di Natura (“Melodie della Terra”. Il sentimento cosmico nei poeti italiani del nostro secolo, Crocetti, Milano, seconda edizione 2002). Collabora a numerose riviste e ha curato molti libri, dal “Canzoniere” di Petrarca alle liriche di Michelangelo, dai “Taccuini futuristi” di Boccioni alle poesie di Carlo Levi, dagli scritti di Svevo su Joyce a “Inventario privato” di Pagliarani e “Variazioni belliche” di Amelia Rosselli. È in corso di stampa un suo vasto e intrecciato repertorio sui rapporti fra il Cinema e le altre arti: “Costruire lo sguardo”. Storia sinestetica del Cinema in 40 grandi registi (Mancosu Editore, Ro
Ha tenuto numerose conferenze, presentazioni e prolusioni presso le maggiori università italiane ed americane.(https://www.autorionline.net/perilliplinio/profilo.htm). Giacinto Spagnoletti ha affermato: “L’Amore visto dall’alto (1989, è il titolo del suo primo libro) cessa di essere appena una raccolta di poesie d’amore per configurarsi come un rapporto sulla vita. Per chi legge è un senso di disgelo, considerando tutte le pecche dell’intellettualismo a cui abbiamo accennato. Con una cadenza poematica che ci si augura abbia nuovi sviluppi nella sua voce, la parola di Plinio Perilli, nel ronzio delle tante parole affaticate, che i poeti non cessano di pronunciare, vuol darci una nota alta, e questo ci pare un fatto rassicurante.” Per l’elenco delle opere principali, invece, il link che consigliamo è https://it.wikipedia.org/wiki/Plinio_Perilli. Ha affermato, in una recente intervista: “Il critico letterario puro, ammesso che mai sia esistito, si è perso in Italia forse col boom degli anni ’60 (qualche nome in ordine sparso, di diversa indole e anche visione del mondo: Emilio Cecchi, Carlo Bo, Geno Pampaloni, Giacinto Spagnoletti, Pietro Citati). Anche il critico letterario (così come il poeta, NdA) andrebbe fatto con immensa sincerità, e anche passione, allegria, una letizia perfino divulgativa. Nessuna torre d’avorio, nessun ridicolo scettro di sapienza. Mi ricordo certi cari professori del liceo, i migliori, quelli che ci innamoravano alla loro materia.” Citare anche Giorgio Bàrberi Squarotti e Silvio Ramat, tuttavia, non sarebbe guastato.
L’UMILTA’ IN E-BOOK
(e il Natale in store digitale...)
L’Umiltà in e-book! Umilità globale...
che oggi mi distoglie, eppure ci richiama,
pulsante come una strana luce lontana
che annette, "tagga" pastorelli e Re Magi,
giornalisti e migranti, alla capanna elettronica
di quest’immenso, inquieto twitter/presepe,
dove fedeli e "valori" - scrive il "Corriere" a mo’
d’ enciclica laica, francescana cometa di
trasparenza - pacificano ogni dissidio, e sono,
sic!, disponibili in tutti gli store digitali...
L’Umilità di tutti, amplificata a tutti...
Ma il suo megafono resta il silenzio,
in questo brullo, freddo Cuore/caverna
dove ci inginocchiamo solo col pensiero,
profondo e grato, capendo che il vero
amore è appena un gesto, sussurra il senso
d’una poesia che finalmente dismette
le parole, non le sciupa che a mente.
Dove l’Umiltà vige e cresce respiro, ma non
rito, bisogno e non richiesta, perdono e mai
rivalsa... L’umiltà degli umili, che non ne parlano,
non chattano prediche - interviste emerite
ai pontefici, news coronate - ma se ne accendono...
L’unico dono che non si vede, ma neonato ci dona
il suo Dove. Quell’esserci tutta dentro, tutta dedita
a tutti, fiato fraterno - travaglio ferito, fiorito di Dio.
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