RILEGGENDO POESIA – ELENA BONO

Per i compagni caduti e altre poesie

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cms_30707/poesia.jpgCome un fiume, come un sogno fu un articolo curato da Anna De Simone e pubblicato nel marzo 2011 (n. 258) in cui si parlava diffusamente di Elena Bono.

Nessuno deve stupirsi se pochi hanno sentito parlare di lei. Infatti già dodici anni fa la De Simone affermava: “sono pagine alte, quelle di Elena Bono, una scrittrice e poetessa tanto grande quanto pochissimo conosciuta, per una di quelle ingiustizie causate non sappiamo se dal destino, da editori distratti e critici della letteratura disattenti. Certo è che negli anni Cinquanta/Sessanta del Novecento la Bono è stata una delle scrittrici di punta della Garzanti assieme a Pasolini. Poi su di lei è calato un silenzio tanto immotivato quanto ingiusto. Ma possiamo intuirne la ragione. Sono cose che capitano ancora. Il silenzio su un autore che vale molto è l’arma più usata anche oggi da chi, temendone l’affermazione, finge che non esista.” Detto chiaro e tondo, Elena Bono era troppo brava e troppo mite in un mondo di abili sgomitatori, mediocri poeti e critici lacchè perché qualcuno continuasse a ricordarsi di lei, mentre gli anni passavano.

cms_30707/1.jpgEccone una sintesi biografica (https://www.elenabono.it/biografia.html). Elena Bono nasce a Sonnino (Latina), nel 1921. Figlia di un noto studioso di letteratura classica, Francesco Bono, e di Giselda Cardosi, vive la sua prima infanzia a Recanati dove, fin da bambina, avverte il primo misterioso legame con l’animo poetico del Leopardi. A dieci anni si trasferisce con la famiglia in Liguria, a Chiavari, dove scrive le sue opere di poesia, teatro, narrativa, critica. Nell’esaminare la biografia della Bono, è necessario soffermarsi sul periodo 8 Settembre 1943 – 25 Aprile 1945, quando, giovanissima, in seguito al bombardamento di Chiavari, dovette sfollare a Bertigaro (Comune di Borzonasca), sull’Appennino ligure. Si trovò a stretto contatto con le formazioni partigiane di quella zona, cui diede un contributo di informazioni per quanto riguardava soprattutto l’avvistamento di rastrellamenti. Suo quotidiano riferimento era l’Avvocato Enrico Raimondo di Genova, anch’egli sfollato in quel luogo, e che, nell’immediato dopoguerra, fu il primo Presidente della Provincia di Genova appena liberata. Nel 1959 Elena Bono sposa Gian Maria Mazzini, giovane imprenditore e critico letterario, appartenente ad un ramo collaterale della famiglia di Giuseppe Mazzini. Per suo marito la Bono ha scritto due poesie che, assieme ad altre dedicate ai propri familiari più stretti, sono state raccolte nella recente pubblicazione Poesie Opera Omnia (Ed. Le Mani, 2007) sotto il titolo di “Piccola Via Crucis di Famiglia”. Nell’Aprile del 1991, uno speciale del TG1 intitolato “Resistere oggi”, curato da Pierluigi Varvesi, le dedica un’intera puntata. Fra gli intervistati, l’allora Senatore Paolo Emilio Taviani, e il regista e maestro di Teatro Orazio Costa Giovangigli. Nel 2000, la Federazione Volontari della Libertà, nella persona dell’allora suo presidente Senatore Paolo Emilio Taviani, volle onorarla con la consegna ufficiale di una medaglia nella Prefettura di Genova. Più tardi, il Circolo partigiano Aldo Gastaldi "Bisagno" di Genova, le conferirà il titolo di Presidente Onorario. Nel Dicembre del 2004 le è stata conferita l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana. Elena Bono è morta nell’Ospedale di Lavagna (Genova) il 26 Febbraio 2014. I funerali si sono svolti, in forma solenne, religiosa e civile, il 28 Febbraio 2014 nella Cattedrale di N. S. dell’Orto a Chiavari (Genova). Il sito è curato a dovere: vi sono i riconoscimenti, i traduttori, le note critiche, le pubblicazioni. Si sono occupati di lei, tra gli altri, Giovanni Casoli, Elio Gioanola, Francesco de Nicola, Roberto Trovato, Stefano Verdino, Elio Andriuoli, Liliana Porro Andriuoli, Andrea Monda, Giuseppe Centore, Giuseppe Langella, Stefania Segatori. Nomi di peso, non molti liguri, nonostante Chiavari fosse ormai la sua città. Qualcuno continua a fingere, come diceva Anna De Simone, che Elena Bono non sia mai esistita. Nonostante fosse autrice di valore e donna partigiana (militò fra gli azzurri, lei, cattolica, non fra i bianchi ma coi liberali). Il problema è che Elena Bono era brava.

O miei compagni, perché mai

io vi vedo smarriti

e quasi aver vergogna di voi stessi?

È difficile il bene,

coraggioso e virile

ogni errore

incontrato nel compierlo.

*

Fiori rossi

fioriscono alti

sulle montagne.

Il vento li muove

lentamente

li accarezza il vento

che ricorda.

*

Mio cuore,

torna sui monti

alle tombe morbide d’erba

al loro sonno di ragazzi

lungo sereno

Mio lacerato cuore.

Raffaele Floris

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