RILEGGENDO POESIA – ALBERTO BEVILACQUA
Similitudine a due

Alberto Bevilacqua: cinema, romanzo e poesia fu un articolo apparso nell’ottobre 2013 (n. 286), non firmato, a margine della rubrica Cronache, curata da Angela Urbano. “È stato davvero il congedo dalla sua vita e dalla sua storia Camera segreta l’ultima, intensa raccolta poetica di Alberto Bevilacqua, scomparso a Roma il 9 settembre (2013).
In quel libro, pubblicato da Einaudi nel 2011, Bevilacqua aveva richiamato i nodi esistenziali presenti nella sua opera, con particolare insistenza su due temi: la morte e la figura dei genitori, soprattutto la madre. Del resto, lo stesso titolo, Camera segreta, indicava un luogo privato, reale e metaforico, il nucleo che contiene i nostri misteri più profondi.” Alberto Bevilacqua è nome conosciuto, non soltanto a chi si occupa di poesia. Romanziere prolifico, giornalista di costume, regista, sceneggiatore cinematografico: difficile elencare tutte le attività di Bevilacqua, “i numerosi successi e gli inevitabili errori.”
Nato a Parma nel 1934, attira fin da giovane l’attenzione di Leonardo Sciascia, che gli fa pubblicare la prima raccolta di racconti "La polvere sull’erba" (1955). Esordisce come poeta nel 1961 pubblicando "L’amicizia perduta". Il successo internazionale arriva però con l’ormai celeberrimo "La Califfa" (1964), diventato film (da lui stesso diretto) e interpretato da Ugo Tognazzi e Romy Schneider. Romanzo tra i più importanti del decennio è "Questa specie d’amore" (1966, premio Campiello). Intellettuale impegnato e presente nella vita italiana fin dagli inizi degli anni ’60, giornalista critico del costume, polemista, l’attività di Alberto Bevilacqua è sempre stata multimediale. La sua produzione narrativa, sempre accompagnata da grande successo, ha ottenuto anche numerosi riconoscimenti, fra cui l’apprezzamento dei maggiori premi letterari italiani: fra i suoi titoli premiati troviamo "L’occhio del gatto" (1968, Premio Strega), "Un viaggio misterioso" (1972, Premio Bancarella) e "I sensi incantati" (1991, premio Bancarella). Intensa e continua, da sempre parallela e mai subordinata all’attività di narratore, la produzione poetica di Bevilacqua è raccolta nelle opere: "La crudeltà " (1975), "Immagine e somiglianza" (1982), "Vita mia" (1985), "Il corpo desiderato" (1988), "Messaggi segreti" (1992) e "Piccole questioni di eternità" (Einaudi 2002). Le opere di Bevilacqua sono state ampiamente tradotte in Europa, Stati Uniti, Brasile, Cina e Giappone. Come ha scritto efficacemente Maurizio Cucchi "Amore ed erotismo, consapevolezza degli indissolubili legami non solo con la propria terra d’origine, ma anche con le figure parentali, costituiscono altri elementi irrinunciabili della sua poesia, la cui tendenza, evidente anche nella sua più recente raccolta ("Legami di sangue"), parrebbe quella di ricondurre incessantemente al presente suggestioni, vicende, situazioni prelevate da una memoria anche remota". Alberto Bevilacqua è morto nel 2013 all’età di 79 anni, dopo una lunga malattia. Lascia la sua compagna, l’attrice e scrittrice Michela Miti (Michela Macaluso). Queste brevi note biografiche sono tratte da https://biografieonline.it/biografia-alberto-bevilacqua mentre chi desiderasse un approfondimento ulteriore ci sentiamo di indirizzarlo al più rassicurante https://www.treccani.it/enciclopedia/alberto-bevilacqua_(Dizionario-Biografico), il quale ci fa notare che a Parma fu Attilio Bertolucci a leggere e apprezzare le poesie del giovane Bevilacqua, sebbene quest’ultimo le avesse mandate anche a Saba. Fu amico di Caproni che gli riconobbe lucida intelligenza e umana pietà. Nonostante tutto questo, siamo convinti che la fama del Bevilacqua giornalista, scrittore e regista sia assai più vasta e consolidata rispetto al Bevilacqua poeta, ma questa è una regola aurea da prendere sempre in considerazione quando si parla di poesia. L’International Web Post, all’interno dei Colori della Cultura, ha una rubrica curata da Giacomo Carlucci intitolata Istantanee d’autore, che invitiamo a seguire. Non è escluso che anche in quella sede non si possa (ri)parlare di Alberto Bevilacqua. Ora, dopo la sua scomparsa, parlano per lui le poesie, i romanzi, i film. Pur con gli inevitabili errori di cui parlava l’articolo su POESIA, c’è materiale a sufficienza. Un romanzo da non sottovalutare, anzi da rivalutare, è Scandalosa giovinezza e, nell’ambito delle raccolte poetiche, Piccole questioni di eternità (Torino 2002), Tu che mi ascolti. Poesie alla madre (Torino 2005), Duetto per voce sola. Versi dell’immedesimazione (Torino 2008) e La camera segreta (Torino 2011; premio nazionale Pisa), “in un fittissimo intreccio di biografico e di metafisico, di ossessione del ritorno e di un altrove sconosciuto, fra stanza inaccessibilmente privata e dimensione universale.”
Similitudine a due
…hai la bellezza della farfalla che muore
sulla rovente lampada tenuta accesa
da un uomo insonne fino al giorno:
bruciata impronta del confine
fra il grande sogno e la notte breve.
Bellezza, un senso del nulla,
il solo forse,
che percepisce il mondo
che ci scruta dal fondo del suo specchio
dove riflette solo chi ci manca
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