ROMA - Sesta parte

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Le basiliche. Dopo San Pietro, ovviamente la più famosa e la più visitata, la seconda per ordine di importanza è la Basilica di San Giovanni in Laterano, la cui denominazione ufficiale è Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano. È la più antica basilica d’Occidente, nonché la più importante, tanto che le è stato attribuito il titolo onorifico di Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput, ossia Madre e Capo di tutte le chiese nella città e nel mondo. In “Laterano” invece deriva da un cognome della famiglia che possedeva la zona su cui la basilica sorge, Lateranus. Quando si arriva davanti all’edificio, non si può non restare affascinati dalla facciata, progettata da Alessandro Galilei nella prima metà del 1700. Sembra di osservare uno schermo immenso, e se ora, con i palazzi di più recente costruzione alle spalle, l’effetto prospettico è diminuito, posizionandosi dal lato della Scala Santa lo sguardo arriva ad includere nel panorama anche parte delle residue Mura Aureliane, regalando parte della suggestione originaria.

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Sopra la facciata, inoltre, si possono ammirare 15 statue, che rappresentano Santi della Chiesa, anche se potrà capitare di osservare alcuni turisti che, pensando si tratti degli Apostoli, si ostinano a contare le statue tenendo il conto con le dita, cercando di trovare chissà quale errore. All’interno della basilica si possono ammirare statue degli apostoli e pregevoli opere d’arte, ma noi andiamo alla ricerca di qualcosa di diverso, di curioso, ed iniziamo dalla sedia di marmo visibile nel chiostro annesso alla basilica.

Secondo la leggenda il Papa, durante l’investitura, veniva posizionato su una sedia con un foro al centro, necessario per verificarne la mascolinità. Questa usanza, mai confermata da alcun testo, era dovuta alla leggenda della Papessa Giovanna, una figura che, nonostante le disamine storiche e le confutazioni letterarie, resta avvolta nel mistero. Andando verso l’altare papale si noterà il baldacchino, ed al suo interno dei reliquari, al cui interno sono conservate le teste dei Santi Pietro e Paolo. Inoltre, nella Basilica è conservato un frammento della tavola su cui venne consumata l’ultima cena da Gesù assieme agli apostoli.

cms_8409/3p.jpgCamminando lungo la navata di sinistra, in direzione del portone di ingresso, si noterà un’arca marmorea, recante il nome di Silvestro II. Si tratta del famoso Papa Mago, personaggio che meriterebbe un articolo a parte. Costui aveva disposto che, dopo il trapasso, la sua bara dovesse essere trainata da due buoi, e sepolta dove gli animali si fossero fermati. Con grande stupore i ruminanti fecero il percorso del Corpus Domini, per poi arrestarsi davanti alla basilica. Il corpo del Papa venne quindi chiuso in un sarcofago di marmo, e secondo le sue disposizioni nessuno avrebbe dovuto aprire il coperchio.

Purtroppo dei profanatori, alla ricerca di tesori, violarono le disposizioni, e, si dice, il cadavere di dissolse in polvere istantaneamente. Ancora oggi però qualcuno dice che, avvicinandosi al freddo marmo, si sente un suono provenire dall’interno.

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Bisognerà poi dirigersi verso la Cappella del Battista per scoprire un’altra curiosità. Infatti, all’interno di questo piccolo spazio consacrato si trovano due battenti bronzei, provenienti dalle maestose Terme dell’Imperatore Caracalla, poco distanti dalla Basilica. Questi battenti pesano più di settecento chili ciascuno, forgiati in una lega di bronzo, argento, forse oro, e ruotandone i cardini ne esce un suono melodioso, molto particolare, che si dice abbia suscitato curiosità ed apprezzamenti in tutti i papi che lo hanno ascoltato.

Uscendo dalla Basilica, sulla destra si potrà osservare un edificio molto particolare, non appariscente, poco sontuoso rispetto ai dettami classici, al cui interno si trova la Scala Santa, ossia i 28 gradini che Gesù avrebbe salito per recarsi da Ponzio Pilato il giorno in cui venne condannato.

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Secondo la leggenda fu Elena, la madre di Costantino, a far trasportare quella reliquia direttamente da Gerusalemme nel 326 dopo cristo. Ed ancora oggi nessun piede può calpestarlo per non dissacrarlo, in quanto il sangue del Cristo vi colò sopra. Ragione per cui la scalinata va percorsa in ginocchio. Al termine della scalinata ci si trova davanti il Sancta Sanctorum, conosciuta anche come Cappella di San Lorenzo. Sporgendosi ed osservando dietro l’altare si noterà un dipinto, ma ciò che molti ignorano è che si tratta di un dipinto acheropita, ossia non fatto dalla mano dell’uomo. Leggenda vuole che si debba a San Luca, che lo realizzò con l’aiuto di un angelo.

Il tour per le basiliche di Roma prosegue…

Paolo Varese

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