ROMA SEPOLTA DAI RIFIUTI, DALLE PERIFERIE AL CENTRO

Ieri, con ramazza e maglietta gialla, tutta la città si è mobilitata all’invito di Matteo Renzi di pulire la capitale

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Che ci sia un’emergenza rifiuti è ormai chiaro a tutti i romani. Non c’è quartiere che non sia invaso dalla spazzatura, da contenitori per la differenziata sporchi, mezzi rotti e stracolmi di sacchetti. A volte ci si imbatte in un frigorifero o in un mobile vecchio abbandonati da qualcuno che piuttosto che andare all’isola ecologica ha preferito lasciarlo in strada.Sebbene siano tantissimi i volontari che si adoperano per rendere più pulita Roma, pare che la battaglia contro il degrado sia infinita. Un giorno viene pulita una strada, il giorno dopo è di nuovo sporca, anche per colpa dei romani stessi e non solo di Ama.

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E’ intorno ai cassonetti romani traboccanti di rifiuti che si è accesa, qualche giorno fa, la polemica tra Movimento 5 stelle e Pd. È Matteo Renzi ad accendere la miccia, quando chiama a raccolta, per ieri, 14 maggio, il PD romano e tutti i cittadini a pulire la “città più bella del mondo”, invasa dai rifiuti. E così, sulla scia della polemica, Virginia Raggi,in questi giorni,ha messo in campo 4.000 dipendenti (tra operatori ecologici, autisti e preposti), con l’ausilio di 1.800 mezzi (tra pesanti e leggeri) per pulire la città e uscire dall’emergenza. Lo scontro si fa acceso anche tra la Regione Lazio e la sindaca, la quale, dal suo profilo Facebook, accusa la Regione Lazio di non aver ancora adottato un nuovo Piano Rifiuti Regionale, scatenando un botta e risposta con il presidente Zingaretti, secondo il quale “è il Comune di Roma che dovrebbe indicare i nuovi impianti, la Regione ha compito di autorizzare. Finora nessuna proposta".
Insomma, la versione della Regione è che sia stato invece il Comune di Roma a non presentare proposte per gli impianti. Chi ha ragione? E’ vero, come sostiene Virginia Raggi, che la Regione non ha ancora adottato il nuovo piano rifiuti. Quello che la sindaca però non dice è che la durata dell’ultimo piano, che è del 2012, si estende a tutto il 2017: l’aggiornamento per legge va fatto ogni sei anni. Dunque la Regione Lazio ha fino alla fine dell’anno per varare il nuovo piano.

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I problemi dei rifiuti a Roma arrivano da lontano: la città ha avviato le procedure per la raccolta differenziata con diversi anni di ritardo rispetto ad altre città italiane ed europee, mentre i centri per gestire i rifiuti indifferenziati – molto più complicati da gestire di quelli che arrivano dalla raccolta differenziata – sono stati storicamente controllati da Manlio Cerroni, un potente imprenditore da anni al centro di accuse e indagini per la gestione giudicata controversa dei suoi impianti. A questi problemi si aggiunge il fatto che AMA, l’azienda che si occupa dei rifiuti in città, ha avuto diversi guai finanziari e qualche anno fa ha rischiato il fallimento. Tuttavia, nonostante i proclami durante la campagna elettorale di Virgina Raggi, ad oggi, anche la gestione dei rifiuti a Cinquestelle, nella capitale, sembra essere un totale fallimento. La confusione dell’amministrazione romana, anche nelle proposte, regna sovrana. Ieri Grillo, tra le tante proposte, pone come modello per lo smaltimento dei rifiuti la città di Barcellona: la città catalana, sottolinea il leader del M5s, ha dei “separatori di immondizia” e propone di istallarne due nella Capitale, “uno a Roma nord e uno a Roma sud, 2000 tonnellate a testa e risolviamo finalmente il problema dei rifiuti di Roma”. Una proposta sensata, se non fosse che i separatori di immondizia - come fa sapere la Regione Lazio - Roma ce li ha già.

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Intanto, ieri, all’iniziativa lanciata da Matteo Renzi, tutta la città si è mobilitata e anche il m5s ha sentito la responsabilità di dover essere partecipe attivamente per ridare dignità e decoro ad una capitale sull’orlo di una emergenza senza precedenti. Speriamo bene.

Mary Divella

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