SANTA BRIGIDA DI SVEZIA

Brigida Birgersdotter nasce a Finsta, in Svezia, nell’anno 1303. I genitori sono aristocratici: il padre, Birgen Persson è giudice e governatore della regione dell’Upplan, la madre Ingeborga, è una nobildonna. Primogenita di sei fratelli e sorelle, Brigida appartiene alla nobile stirpe dei Folkunghi e discende dal re cristiano Sverker I.
Santa Brigida di Svezia
All’età di dodici anni Brigida perde la mamma e viene affidata alle cure della zia Caterina Bengtsdotter. Presso di lei completa gli studi e la formazione umana e cristiana. In quel periodo sboccia la sua vita mistica, che culmina in intimi colloqui con il suo Signore. Dopo aver ascoltato un sermone sulla Passione, la giovane chiede: «O mio caro Signore, chi ti ha ridotto così?». Ed Egli le risponde: «Tutti coloro che mi dimenticano e disprezzano il mio amore!». Da quel preciso istante, Brigida decide di donare il suo cuore a Cristo. Ma se la luce entra a fiumi nella sua vita, le tenebre non restano certo indietro: in questo periodo la ragazza ha la visione del demonio, sotto forma di figura mostruosa con cento piedi e cento mani.
Come d’uso all’epoca, all’età di quattordici anni Brigida viene data in sposa al figlio del governatore del Västergötland, Ulf Gudmarsson, malgrado il suo desiderio di consacrarsi a Cristo nella vita religiosa. Ma il Cielo la benedice dandole uno sposo amorevole e pio, tant’è vero che i due vivono in castità per i primi due anni di matrimonio. Soltanto tre anni dopo nasce la prima figlia. In vent’anni di matrimonio, Brigida dà alla luce otto figli, quattro maschi e quattro femmine, tra cui Caterina (Karin), anch’essa canonizzata dalla Chiesa Cattolica.
Durante tutta la sua vita con il marito Ulf, Brigida si dimostra un’ottima sposa, madre e padrona di casa, dedicandosi allo studio delle Sacre Scritture e all’assistenza dei poveri e degli infermi. Per loro, fonda un ospedale ma si impegna ad anche ad assistere le giovani donne allo sbando per evitare che cadano nella prostituzione.
“Storie di Santa Brigida” - cappella Suardi a Trescore Balneario (BG)
La sue doti pedagogiche sono talmente proverbiali, che viene chiamata alla corte di Stoccolma. Così, dopo aver affidato tre dei suoi figli a monasteri cistercensi, lascia il castello di Ulfasa con il figlio più piccolo.
Il compito di Brigida è di assistere la giovane regina ma la sua influenza è molto più ampia: grazie a lei, i giovani sovrani promulgano buone leggi per la nazione e per il popolo. Questo finché la vita mondana non prende il sopravvento e la donna non viene lasciata in un angolo. Brigida non ha più alcun ruolo a Corte e, al colmo di tutto, nel 1338 muore suo figlio Gudmar. A questo punto Brigida decide di tornare a casa e, subito dopo, di fare un pellegrinaggio a Nidaros con il marito, per venerare le reliquie di sant’Olaf Haraldsson, patrono della Scandinavia.
Per festeggiare le “nozze d’argento”, Brigida e Ulf si recano in pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Qui accade un fatto straordinario, riconosciuto come miracoloso da entrambi: Ulf viene salvato da morte sicura. A questo punto decidono di vivere in castità e di abbracciare la vita religiosa. Al rientro dal pellegrinaggio, Ulf entra nel monastero cistercense di Alvastra, dove muore il 12 febbraio 1344, assistito dalla moglie.
Rimasta vedova, Brigida si trasferisce in un edificio annesso al monastero di Alvastra, dove rimane fino al 1346.
Durante questo periodo matura in lei l’idea di fondare un nuovo Ordine religioso, la cui particolarità è di essere composto da monasteri “doppi” - maschili e femminili - rigorosamente divisi per quanto riguarda la vita quotidiana ma con la chiesa in comune. Avrebbero così pregato insieme attorno all’abbadessa - la Vergine Maria - ricreando la Chiesa primitiva che si raccoglieva attorno alla Madre di Gesù.
Torniamo al 1346. Il 1° maggio di quell’anno, Brigida ottiene dal Re il castello di Vadstena con annesse terre, e inizia a ristrutturarlo. Ma il Papa non concede l’autorizzazione per il nuovo Ordine, in quanto un decreto del Concilio Ecumenico Lateranense del 1215 proibisce il sorgere di nuovi Ordini religiosi. Nel 1349 lascia la Svezia e si stabilisce a Roma con la figlia Caterina, dove continua a vivere come ha sempre fatto: dedicandosi alla cura dei poveri. Dotata di “intelligenza politica”, si attiva nel far ritornare Papa Urbano V da Avignone sperando che, una volta riuscita nel suo intento, possa approvare il suo Ordine religioso.
Quanti già conoscono questa donna incredibile, sanno che è famosa per la sue “Rivelazioni”. Per la sua meditazione costante dei misteri della Passione di Cristo e dei dolori e glorie della Vergine Maria, Dio la elegge «messaggera del gran Signore», esortandola ad operare per il bene del proprio Paese, dell’Europa e della Chiesa.
Brigida detta le sue “Rivelazioni” a padre Matthias, suo direttore spirituale, che le raccoglie in ben otto volumi. Tra gli oggetti di queste Rivelazioni ci sarebbero i disegni di Dio sugli avvenimenti storici, con relativi ammonimenti per governanti e Papi.
Dopo aver soggiornato all’Ospizio dei Pellegrini presso Castel Sant’Angelo, si trasferisce in una casa in piazza Farnese, messa a sua disposizione dalla nobildonna Francesca Papazzurri. Tra queste mura si dedica agli studi e alla preghiera, trascrivendo in gotico le visioni celesti che, prontamente, il suo segretario - Pietro Olavo - traduce in latino.
Ma Brigida è anche un’assidua camminatrice. Numerosi sono i suoi pellegrinaggi ai luoghi santi e, spostandosi per l’Italia, non manca di richiamare all’ordine quanti - nel governo o nel clero - sono posti a modello ed esempio per il popolo.
Nel 1367 Papa Urbano V torna da Avignone ma vi ritorna tre anni dopo. Durante il suo soggiorno, però, le concede l’approvazione dell’Ordine del SS. Salvatore - oggi conosciuto come l’Ordine delle Brigidine - e Caterina ne diventa la prima superiora generale.
Ormai settantenne e sentendosi prossima alla fine, Brigida vuole intraprendere l’ultimo e più importante pellegrinaggio: quello in Terra Santa. Arriva a Gerusalemme nel maggio 1372 e vi rimane quattro mesi per meditare nei luoghi della vita terrena di Gesù. Tornata a Roma, ricomincia la sua lotta per far tornare il Papa da Avignone ma le forze iniziano ad abbandonarla. La malattia contratta a Gerusalemme si aggrava, ponendo fine alla sua vita terrena il 23 luglio 1373. Accanto a lei, la figlia Caterina, ma anche il dolore di non essere riuscita a riportare il Papa a Roma. Ci riuscirà un’altra Caterina (da Siena), diciassette anni dopo.
Canonizzata da Papa Bonifacio IX il 7 ottobre 1391, è stata proclamata patrona della Svezia da Papa Leone XIII nel 1891 e compatrona d’Europa (insieme a Santa Caterina da Siena, Santa Edith Stein, San Benedetto da Norcia e i Santi Cirillo e Metodio) il 1° ottobre 1999 da Papa Giovanni Paolo II.
La memoria liturgica di Santa Brigida di Svezia cade il 23 luglio.
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