SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO

San Bonaventura da Bagnoregio è uno dei più illustri pensatori della scuola francescana, tanto dal punto di vista teologico che filosofico.
Nasce a Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, in una data compresa tra il 1217 e il 1221 da Giovanni di Fidanza, medico, e Rita. Al fonte battesimale gli viene imposto il nome del padre, Giovanni, che viene poi sostituito in Bonaventura una volta rivestito il saio francescano. La leggenda narra come avviene l’adozione del suo nome religioso. Quando è ancora un bambino, il piccolo Giovanni viene guarito da una grave malattia da San Francesco d’Assisi in persona, il quale, segnandolo in fronte con la croce, esclama: “O bona ventura!”.
San Bonaventura da Bagnoregio
Il giovane Giovanni non si sente portato agli studi di medicina così, all’età di diciotto anni, si reca a Parigi dove si iscrive alla facoltà delle Arti. In seguito, nel 1243, si iscrive a quella di teologia ed è probabilmente in questo stesso anno che entra nell’Ordine dei Frati Minori. Durante gli studi conosce Tommaso d’Aquino, con cui stringe una sincera amicizia.
Nel 1253 termina gli studi ottenendo la licenza ad insegnare teologia, ma il titolo gli viene conferito ufficialmente solo quattro anni dopo, a causa dell’ostilità dei maestri secolari. Cosa succede? Scoppia una lotta intestina tra i maestri secolari e i maestri appartenenti agli ordini mendicanti - come, appunto, i Francescani - per via del fatto che, nel XII secolo, la Chiesa aveva condannato come eretici i movimenti religiosi pauperistici. La cosa si protrae, con conseguente esclusione dei religiosi dall’insegnamento, fino all’intervento di Papa Innocenzo III.
Nel 1257, dunque, frate Bonaventura ha il via libera all’insegnamento ma l’Ordine dei Frati Minori lo elegge Ministro Generale. A questo punto si trova a dover rinunciare alla carriera di insegnante ancora prima di iniziarla. Anziché sedersi dietro una cattedra universitaria, inizia a peregrinare per tutta Europa.
“San Bonaventura docente” - Pseudo Giovenone, ca. 1530
Frate Bonaventura si impegna con tutte le sue forze a mantenere l’unità all’interno dell’ordine Francescano, in un periodo in cui due correnti estreme e opposte si fanno la guerra per emergere: da un lato quella spirituale - influenzata dalle idee di Gioacchino da Fiore - che vuole tornare ad una povertà ancora più radicale di quella delle origini, dall’altra quella mondana, che non disdegna le comodità e il lusso.
Nel 1260, durante il capitolo di Narbona, consegna le Costituzioni che danno un tracciato chiaro ed equilibrato su come devono comportarsi i membri dell’Ordine. Durante questo stesso Capitolo, viene incaricato di redigere una nuova biografia del fondatore San Francesco d’Assisi che, sostituendosi alle precedenti, diventa la biografia ufficiale nell’Ordine. È la cosiddetta Legenda Maior. A questa si ispira Giotto per dipingere il ciclo delle Storie di San Francesco nella Basilica superiore di Assisi.
Nel 1271 contribuisce alla risoluzione del più lungo conclave della storia che, alla fine, vede ascendere al soglio pontificio l’amico di vecchia data Teodaldo Visconti, con il nome di Gregorio X. Sarà proprio lui, due anni dopo, a consacrarlo vescovo di Albano e cardinale, affidandogli il compito di organizzare a Lione un Concilio per l’unità tra la Chiesa latina e quella greca.
Proprio durante questo Concilio, dopo aver tenuto due interventi, Bonaventura muore il 15 luglio 1274.
“San Francesco e la predica agli uccelli” di Giotto - ciclo della vita di San Francesco tratto dalla Legenda Maior
Pietro di Tarantasia, il futuro Papa Innocenzo V, ne celebra le esequie.
San Bonaventura è canonizzato il 14 aprile 1482 dal Papa francescano Sisto IV ed è un altro Papa francescano - Sisto V - a proclamarlo Dottore della Chiesa il 14 marzo 1588, accanto a San Tommaso d’Aquino, distinguendo i due come dottore serafico (il primo) e dottore angelico (il secondo).
La produzione dottrinale di Bonaventura è molto vasta sia per quantità che per varietà di argomenti. Ma il cuore di tutto è che il Cristo è la via a tutte le scienze, sia per la filosofia che per la teologia. Ne conclude che si può giungere alla vera conoscenza non tanto attraverso lo studio, quanto piuttosto attraverso la contemplazione.
La Chiesa cattolica celebra la memoria di San Bonaventura da Bagnoregio il 15 luglio.
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