SAN DOMENICO

SAN_DOMENICO_Religioni_e_credenze.jpg

«Era di media statura ed esile di corpo; aveva un bel viso e la carnagione rosea; i capelli e la barba tendevano al rosso; gli occhi erano belli. Dalla sua fronte e di tra le ciglia, irradiava come uno splendore che a tutti ispirava rispetto e simpatia. Rimaneva sempre sereno e sorridente, tranne quando era addolorato per qualche angustia del prossimo. Aveva lunghe e belle mani e una voce forte e armoniosa. Non fu mai calvo, ma aveva la corona della rasura tutta intera, cosparsa di qualche capello bianco». Questa descrizione di San Domenico la dobbiamo alla Beata Cecilia Cesarini, che ricevette l’abito monastico dalle sue mani e del cui spirito fu testimone fedelissima.

cms_31415/FOTO_1.jpg

San Domenico di Guzmán

All’anagrafe Domenico di Silos, il Santo fondatore dell’Ordine dei frati Predicatori nasce a Caleruega, in Spagna, nel 1170 da Felice di Guzmán e Giovanna d’Aza. Ha due fratelli: Antonio e Manno, quest’ultimo riconosciuto Beato dalla Chiesa Cattolica nel 1834.

Fino all’età di quattordici anni, Domenico è educato in famiglia, poi viene mandato a Palencia per frequentare i corsi regolari di arti liberali e teologia. Qui tocca con mano gli effetti delle guerre e della carestia e decide - seppur con sacrificio - di vendere le sue preziose pergamene per dare da mangiare ai poveri. «Come posso studiare su pelli morte, mentre tanti miei fratelli muoiono di fame?» - afferma.

All’età di ventiquattro anni, entra tra i Canonici regolari di Osma, dove viene ordinato sacerdote. Quando Diego d’Acebo - priore della comunità - viene eletto vescovo nel 1201, nomina Domenico sottopriore e, due anni dopo, lo sceglie come accompagnatore nel suo viaggio in Danimarca. Durante il tragitto, rimangono entrambi profondamente colpiti nel constatare come i fedeli del sud della Francia siano in balia dei Càtari. Questi eretici ritenevano che Gesù Cristo fosse semplicemente un uomo, e non l’incarnazione del Figlio di Dio.

Colpiti sul vivo, Diego e Domenico decidono di rivolgersi a Papa Innocenzo III per chiedergli il permesso di evangelizzare i pagani. Ma il Papa li invia in missione in Linguadoca, la regione dove i Càtari dove sono più attivi. Dal 1206 al 1216, Domenico si dedica anima e corpo alla lotta contro l’eresia, portando avanti da solo la missione dopo la morte improvvisa di Diego, il 30 dicembre 1207.

cms_31415/FOTO_2.jpg

La lotta di San Domenico contro l’eresia càtara

Domenico comprende che la sua missione è quella di predicare la Verità, ovunque venga messa in pericolo. Ma si sforza sempre di farlo con dolcezza e spirito di persuasione, convincendo gli animi più con dibattiti pubblici che con punizioni e anatèmi. Ad onore della storia, va detto anche che il suo nome è citato - una sola volta - tra coloro che assistono al rogo degli eretici ed è apocrificamente associato all’Inquisizione, anche se le fonti storiche dell’epoca non rivelano nulla del suo coinvolgimento.

Ciò che è certo è che non è questa la via che Domenico intende seguire. Egli è consapevole che la conversione passa attraverso l’esempio di una santa vita. Così, pian piano, inizia a farsi spazio dentro di lui l’idea di un Ordine religioso.

Inizia creando una comunità di donne convertite dal catarismo ma quasi subito si avvicinano a lui anche gli uomini, animati dai suoi stessi ideali, cioè darsi alla predicazione in forma stabile e organizzata. Così, nel 1215, Domenico si reca a Roma per partecipare al Concilio Lateranense IV e per sottoporre il suo progetto a Papa Innocenzo III, che lo approva. L’anno seguente, il 22 dicembre 1216, nasce l’Ordine dei Frati Predicatori.

Secondo la tradizione, quattro anni prima, nel 1212, durante la sua permanenza a Tolosa, Domenico ha una visione della Vergine Maria che gli consegna un rosario come “arma” per combattere le eresie. Scrive di lui, il padre Ladordaire: «Si rispose a Domenico come si era risposto a Pierre l’Ermite: si divenne Frati predicatori come prima si era divenuti crociati».

cms_31415/FOTO_3.jpg

Quadro della Madonna del Rosario di Pompei

Nel 1217, appena un anno dopo il riconoscimento ufficiale, l’Ordine dei Predicatori è già molto cresciuto e Domenico inizia ad inviare i suoi frati in Europa e nei principali centri universitari del tempo, tra cui Parigi e Bologna. A Bologna, in particolare, l’eloquenza di Reginaldo d’Orléans porta all’Ordine fondato da Domenico nuove reclute e numerose donazioni che, però, il Santo fondatore rifiuta per mantenere fede al suo progetto di vita: i Frati non devono avere proprietà e devono vivere di elemosina. In soli cinque anni, i “Frati di Maria” - come venivano comunemente chiamati - percorrono l’Europa in lungo e in largo predicando senza sosta.

Nel 1220 e nel 1221 Domenico presiede personalmente, a Bologna, i primi due Capitoli Generali nel corso dei quali viene redatta la Magna Carta degli elementi fondamentali dell’Ordine: predicazione, studio, povertà mendicante, vita comune, missione. Ma le fatiche apostoliche finiscono per intaccare la sua fibra fisica, che restituisce la sua bell’anima a Dio il 6 agosto 1221, nel convento di S. Nicolò delle Vigne a Bologna.

Tredici anni dopo, Papa Gregorio IX, che lo ha conosciuto di persona, scrive il suo nome nell’albo dei Santi. È il 13 luglio 1234.

cms_31415/FOTO_4.jpg

L’Arca di san Domenico - Basilica di San Domenico a Bologna

La sua santità ha fecondato la Chiesa di anime di rinomato splendore. Ricordiamo, fra tanti, il Beato Manno (suo fratello carnale), San Tommaso d’Aquino, San Pio V, Girolamo Bonaventura e Santa Caterina da Siena. Quest’ultima ci riporta le parole di Cristo stesso sul Santo Fondatore: «San Domenico è l’immagine viva del mio Verbo Incarnato, Gesù... Io ho generato questi due figli, uno, Gesù, per natura; l’altro, Domenico, per amore. Per dono mio speciale, furono in Domenico somiglianti a quelle di Gesù le fattezze naturali del volto e della persona».

E Lacordaire dice di lui: «Tenero come una mamma, forte come un diamante».

Anche Dante Alighieri lo ricorda come figura basilare nella storia della Chiesa Cattolica, citandolo nel canto XII del Paradiso.

Simona HeArt

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram