SARTEANO (II^Parte )

Italia meravigliosa

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Dopo avervi descritto un poco, nel precedente articolo, Sarteano e la Tomba della Quadriga infernale, continuo col racconto sull’improvvida sfortuna e con una mia ipotesi artistico-simbolica.

Nel primo pomeriggio, alla necropoli delle Pianacce, con un’esperta e preparata guida, dopo una preliminare spiegazione, siamo entrati in cinque, compresa la guida, all’interno della Tomba della Quadriga Infernale e io nel mio fanciullesco stupore sono stata attratta subitamente dalla figura di Charun e ho detto: «C’è la figura di un lupo accanto al volto demoniaco di Charun», al che la guida ha risposto: «È una nuvola, non c’è nessun lupo, abbiamo studiato tutto, sappiamo tutto, è solo una nuvola», indispettita ho risposto: «Nessuno sa tutto, c’è sempre qualcosa da scoprire».

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Charun con la nuvola-lupo

Mi sono pentita subito della risposta, ho sentito una strana inquietudine, un brivido, avevo dato adito a una specie di battibecco, dentro a una tomba, non avevo avuto rispetto, anzi avevo fatto la saputella in un luogo che ricordava che il sapere, il potere, ogni vanità terrena non valgono nulla in confronto alla gentilezza, la cortesia, l’umiltà.

Ho continuato la visita, ma sempre con un sapore amaro in bocca, come se da questa mia saccenteria mi fosse dovuto capitare qualcosa di sgradevole, comunque cercavo di sollevarmi da questa angustia ritenendola un’uggia dei miei soliti e perenni sensi di colpa.

Tornata dalla gita, il lunedì mattina mi è arrivata la notizia del rifiuto a un progetto a cui lavoravo da molto tempo e a cui tenevo tanto; il mercoledì ho avuto la certezza di aver contratto il Covid, che è stato abbastanza duro e con una segregazione di 21 giorni e per finire la notizia della guerra in Ucraina e l’apprensione per dei cari parenti che là abitano, il tutto contornato da un feroce mal di schiena e un altrettanta apatia e stanchezza, che ancora mi coglie, dovuta ai postumi del Virus.

Va bene sarebbe, accaduto lo stesso, ma l’inquietudine in quella Tomba è stato certo un preavviso.

Detto questo, cerco di spiegarvi il perché ho visto un lupo nella nuvola accanto al volto di Charun.

Intanto vi sarete forse fatti una vostra idea con le immagini presenti nell’articolo.

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Sacerdote-lupo- culto Soranus-Tomba dell’Orco- Monterozzi- Tarquinia

Come già ho scritto la Tomba della Quadriga Infernale è del IV secolo a. C., quando ancora vi è negli etruschi la fede verso una vita oltre la morte, quando quest’ultima non significava la fine, ma la vittoria e la liberazione; la morte si vinceva lottando e si raggiungeva l’immortalità.

Era per questo motivo che erano raffigurati i combattimenti, così come vi erano banchetti con il vino, che dava forza. Il vino era usato nei rituali religiosi, col vino si spegneva alla fine il rogo funebre, quando i resti venivano messi nel canopo; così vi erano colori vivaci, vi era tanto rosso per dare vitalità al defunto nel suo ultimo viaggio.

Ma da lì a poco gli etruschi perderanno ogni piacere nella morte, la vedranno solo come un orribile e dannato regno da cui non si torna, ma ciò sarà avvenuto per gradi, non in quatto e quattr’otto.

La Tomba della Quadriga, sarebbe così, secondo la mia ipotesi, una testimonianza del passaggio fra una ideologia e un’altra, affine alla Tomba dell’Orco sempre del IV secolo a.C. situata nella necropoli dei Monterozzi a Tarquinia, dove si trova una delle poche rappresentazioni del demone Tuchulcha e l’ancor più rara immagine della divinità Soranus.

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Notate il dente ferino di Charun, a destra, sporge dal labbro inferiore

Il demone Charun, nella foto non si vede bene, ha un lungo dente ferino, che ricorda che prima, vi era Soranus, conosciuto come Sur “il Nero” oppure come Suri “del luogo nero” un’antica divinità, il cui centro cultuale era il Monte Soratte, un monte sacro che si trova vicino a Viterbo, i cui sacerdoti camminavano sui carboni ardenti. Soranus la divinità che probabilmente dà il nome a Sorano, un borgo etrusco non lontano da Sarteano.

Charun è raffigurato vestito di rosso, coi capelli e le linee di definizione pure scarlatte, così oltre a rimandare a Soranus per via del dente e della nuvola-lupo, ricorda per il colore Phersu, pure lui dio degli inferi, ma con ben altra intenzione, cioè con la vitalità per vincere la morte. Il Phersu nella Tomba degli Auguri, della Necropoli dei Monterozzi, a Tarquinia è databile al VI secolo a. C., quindi antecedente alla Tomba della Quadriga Infernale. Come già ho scritto, i dignitari etruschi, durante le cerimonie rituali, si tingevano di rosso, quello stesso rosso che si tramanderà coi porfirogeniti (nati nella porpora) imperatori romani e che sopravvive nell’uso delle scarpe pontificie rosse. Ma mi fermo qui, perché la mia intenzione è di capire se la nuvola nera può raffigurare Soranus.

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Il Phersu -Tomba degli Auguri -Necropoli dei Monterozzi- Tarquinia

Chi era la divinità Soranus o Suri?

Era una divinità solare, un animale sacro ad Apollo, era il sole nero che sconfiggeva la morte, era accompagnatore nel viaggio di morte, prima di Charun e non era infernale ma era un simbolo di luce.

Gli etruschi non menzionavano di essere stati primitivi e selvaggi, era vivo in loro, come per gli egizi, il ricordo dell’esistenza di uomini superiori, a cui fecero risalire la loro civiltà.

La loro religione era basata sull’esecuzione rigorosa dei rituali, che se non esatta avrebbe portato l’invalidità del rito stesso e la maledizione su coloro che l’avessero reso tale.

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Tomba della Quadriga Infernale - sarcofago con serpente e ippocampo

Trascurare il rito o non eseguirlo in modo corretto era considerato un sacrilegio; avevano una moltitudine di simboli e di riti, l’etrusca disciplina, la chiamavano gli antichi romani.

Gli etruschi avevano sacerdoti che interpretavano la volontà divina attraverso lo studio del volo degli uccelli, altri che indagavano le viscere, il fegato e l’intestino.

Altri erano specializzati nello studio del cielo, dei fulmini e delle nuvole e non andavano a caso, ma avevano ferree regole. Il cielo veniva diviso in 16 parti e associato a divinità specifiche.

Quindi con quello che ho scritto comprenderete che non a caso, in un rito importante come quello funebre, una nuvola nera possa avere una determinata forma, in questo caso di lupo e che Charun abbia un dente ferino, è quindi possibile che la nuvola nera possa raffigurare Soranus o Suri, la divinità del lupo i cui sacerdoti per i riti indossavano pelli di lupo.

Il rito si è tramandato coi Lupercali di Roma in onore del dio Fauno, che si celebrava nei giorni nefasti di febbraio, come purificazione; come pure il primo febbraio nella tradizione celtica si festeggiava Imbolc, la festa della rinascita e della trasformazione e se volete anche nella Candelora cristiana, il 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al Tempio, liturgia in cui si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce per illuminare le genti.

cms_25930/8.jpgConcludo l’articolo con una mia opera, chiaramente ispirata a Charus e la nuvola-lupo, che ho creato per il Premio Pasolini ideato dalla Precis Arte di Taranto per il centenario della sua nascita.

Ho realizzato il ritratto di Pasolini affiancandogli il lupo Soranus, come simbolo dell’inquietudine del poeta e del demone che è in ogni grande artista, ma anche come segno di luce nelle tenebre, come fu in tempo antico e pagano o se volete il lupo di San Francesco con l’intenzione della pacificazione del demone o ancora… Fu vera gloria? Ai posteri/l’ardua sentenza: nui chiniam la fronte al Massimo Fattor (Alessandro Manzoni-Il cinque maggio).

(Fine)

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I^ parte al link:

https://www.internationalwebpost.org/contents/SARTEANO__(I%5EParte_)_25918.html#.YnPCVtpByUl

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Paola Tassinari

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