SCONTRI A BAGHDAD DOPO L’ANNUNCIO DEL RITIRO POLITICO DEL LEADER AL-SADR

Pesanti scontri sono scoppiati a Baghdad, dove hanno perso la vita 23 sostenitori del leader sciita Moqtada al-Sadr, dopo l’irruzione nella Zona Verde. Il potente chierico sciita ha annunciato che avrebbe lasciato la politica, spingendo così i suoi seguaci a prendere d’assalto un palazzo del governo schierandosi contro i gruppi rivali.
Al-Sadr, da comandante della feroce resistenza armata sciita contro le truppe americane all’indomani dell’invasione dell’Iraq a leader politico contrario al settarismo e strenuo oppositore della Coordination Framework Alliance legata all’Iran, si ritirerebbe da tutta l’attività politica. Si tratta di una decisione intrapresa in risposta al comportamento di altri capi e partiti sciiti per riformare un sistema di governo corrotto e decadente.
L’ultimo ciclo di violenze vede i sostenitori di al-Sadr, tra cui una milizia pesantemente armata, contro i paramilitari rivali allineati all’Iran e le forze di sicurezza.
La vittoria di al-Sadr in un’elezione di ottobre, i suoi tentativi di formare un governo libero dai gruppi sostenuti dall’Iran ed infine il suo eventuale ritiro dal parlamento a favore delle proteste di strada e degli edifici governativi che occupano per bloccare l’attività politica sono tutti elementi che hanno determinato l’insorgere di tutte queste tensioni, sfociando in nuove violenze ad inizio di questa settimana.
I funzionari della sicurezza hanno affermato che alcuni degli scontri erano tra i combattenti delle Brigate di Pace di al-Sadr e i membri delle forze di sicurezza irachene incaricate di proteggere la Zona Verde, ma che le milizie allineate all’Iran erano probabilmente coinvolte.
I seguaci di al-Sadr che avevano occupato l’edificio del parlamento per settimane hanno invaso il quartier generale del governo nella Green Zone, un tempo palazzo del dittatore Saddam Hussein.
L’esercito iracheno ha disposto un coprifuoco nazionale, esortando i manifestanti a lasciare la Green Zone.
Al-Sadr ha insistito sulle elezioni anticipate e sullo scioglimento del parlamento.
In passato, il leader sciita si era già ritirato dalla politica e dal governo sciogliendo anche le milizie a lui fedeli. Ma ha sempre mantenuto una forte influenza sulle istituzioni statali, controllando un gruppo paramilitare con migliaia di membri.
Egli è spesso tornato all’attività politica dopo annunci simili, anche se l’attuale stallo sembra più difficile da risolvere rispetto ai precedenti momenti di difficoltà, dando all’Iraq il suo più lungo periodo senza un governo.
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