SCONTRI RELIGIOSI A GERUSALEMME
Continua la lotta per il dominio della città
Gerusalemme, culla della civiltà, è la città Santa per antonomasia; si tratta, infatti, di un distretto di Israele con una superficie di circa 652 km, abitata da un milione e passa di abitanti e visitata ogni anno da turisti di tutto il mondo. La città, secondo alcuni ritrovamenti, risale all’età della pietra e viene menzionata anche nei testi più antichi proprio a rappresentare il fulcro di tutte le religioni che, nei fatti, se la contendono da sempre. La storia dietro le mura della città Santa è certamente interessante e caratteristica, passando attraverso vari domini tra cui quello ebraico, arabo ed ottomano.
La razzia di territori si conclude nel 1917, con la fine del dominio ottomano e l’inizio di quello britannico; infatti, nel 1949 viene suddivisa dall’assemblea delle Nazioni Unite senza, purtroppo, giungere ad un compromesso utile ed efficace a concludere la disputa. Ebrei da un lato ed Arabi sull’altro versante è la soluzione finale fornita dalle due religioni poiché né il popolo ebraico né quello arabo intendono abbandonare la Città Santa, fulcro del credo per entrambi i gruppi di fedeli. Così la disputa continua sino ai giorni nostri e l’ultimo giorno del Ramadan diventa momento di terrore e di guerra tra palestinesi e poliziotti israeliani a causa di diversi motivi, compreso lo sfratto di alcune famiglie palestinesi dalle loro case di origine sul fronte orientale e il continuo rinvio delle elezioni palestinesi da parte di Abu Mazen.
La lotta comincia sulla Spianata delle moschee, dove volano proiettili di bambù e bottiglie mentre finiscono in ospedale più di 200 persone. I momenti di tensione si susseguono, al punto che gli Stati Uniti invitano ad avere cautela e a rapportarsi in maniera diplomatica per risolvere la questione. Anche l’Europa teme l’aggravarsi della situazione e interviene a parole per pacare gli animi. Una problematica che s’inserisce nelle delicate questioni del Medio Oriente, che per ragioni storico geografiche rischia di non trovare mai la pace.
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