SEUL: DOPO LA STRAGE, LE PROTESTE

I cittadini si scagliano contro il governo e chiedono le dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol

SEUL_DOPO_LA_STRAGE,_LE_PROTESTE.jpg

Una veglia che si è trasformata in aspra protesta: questo quanto avvenuto a Seul nelle scorse ore, secondo quanto riportato dalla Bbc. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza a Seul per dare vita a una sentita commemorazione delle vittime della strage di Halloween, com’è stato ben presto ribattezzato il tragico evento di sabato 29 ottobre. Ricordiamo che i festeggiamenti nel quartiere di Itaewon, primo evento mondano caratterizzato dall’assenza di restrizioni anti-Covid, hanno generato una calca che si è rivelata fatale per 156 giovani, ventenni o poco più, che desideravano vivere la serata in spensieratezza. Innumerevoli anche i feriti nel bilancio della più grande tragedia in Corea del Sud nell’arco degli ultimi dieci anni.

cms_28175/Foto_1.jpg

Stringendo candele bianche e cartelli neri, i manifestanti si sono scagliati contro l’operato del governo in carica e hanno chiesto a gran voce le dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol. "Dimettersi è un’espressione di cordoglio" recitavano molti cartelli, indirizzati al capo di stato in carica dallo scorso maggio. Evidentemente non sono bastate le scuse del numero uno della polizia nazionale e del presidente stesso, il quale ha promesso alla popolazione che si sarebbe impegnato personalmente nel miglioramento delle misure di controllo della folla, per prevenire simili eventi.

In tutte la capitale si sono consumate ben sette veglie di protesta, alimentate da attivisti e gruppi politici antigovernativi. La più consistente è stata quella organizzata da Candlelight Action, alleanza di gruppi progressisti che ha sempre criticato fortemente il modus operandi di Yoon. Decine di migliaia di rimostranti hanno invaso le strade che portano al municipio della capitale sudcoreana, bloccando due corsie di una strada principale.

cms_28175/Foto_2.jpg

Sul luogo della strage, intanto, a inizio giornata si sono radunati in 200 tra militanti di diversi gruppi politici giovanili. I ragazzi indossavano vestiti neri e mascherine e tenevano tra le mani cartelli con la scritta "Alle 6:34 lo Stato non c’era", citando l’orario in cui furono chiamati invano i soccorsi, ore prima di una tragedia che, evidentemente, avrebbe potuto essere evitata.

Leonardo Bianchi

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram