SE NON CI SEI…NON VENDI!

MET GALA 2016 VS CHANEL DA CUBA CON AMORE

nuova_copertina_i_sentieri_della_moda.jpg

La dura legge del marketing non ammette più spiriti deboli è diventata sempre più spietata e il mondo della moda che ne sa una più del diavolo, cerca di tenere puntati su di se i riflettori perennemente accesi con eventi sempre più spettacolari e destabilizzanti, il motto è: purché se ne parli tutto è concesso. I due avvenimenti che hanno spopolato e catalizzato tutti i social e il fashion system sono stati due: il Met Gala e l’espugnazione dell’ultima roccaforte del comunismo duro e puro cioè Cuba da parte del capitalismo più effimero cioè la moda “nella persona” della maison Chanel.

cms_3892/foto_1.jpg

Il Met Gala è sicuramente l’evento più importante per l’intero fashion system, è considerato il red carpet della moda e delle stars, evento irrinunciabile che l’influente Direttrice di Vogue America: Anna Wintour ha reso l’appuntamento più cool per tutti coloro che si occupano di moda.

La stessa direttrice avrebbe detto: “se non ci sei non esisti e se non esisti non vendi!” Il Met Gala è il gala di beneficenza che inaugura la mostra del Metropolitan Museum di New York dedicata alla moda e alla sua storia. Il primo Met Gala si è tenuto nel lontano, sia per tempo che per glamour 1946, ma è da quando l’organizzazione è passata nelle mani di Anna Wintour nel 1995 che il party è divenuto un avvenimento irrinunciabile per stars e soprattutto per maison di moda, gli americani lo considerano il super Bowl della moda, esserci è fondamentale, costi quel che costi…e credetemi costa davvero moltissimo! Se sino al 2014 si doveva sborsare diecimila dollari oggi servono venticinquemila dollari per un biglietto. Il ricavato della serata è destinato alla raccolta fondi per il Metropolitan Museum e siccome Anne Wintour è un’imbattibile macchina da guerra nel raccogliere dollari, il museo ha pensato bene di dedicarle un’ala del suo museo che porterà il suo nome.

cms_3892/foto_2.jpg

Dalla gestione Wintour il Met Gala, è stata a tutti gli effetti, la risposta fashion di Manhattan a Los Angeles e alla sua notte degli Oscar, la sua passerella è solcata dalle attrici e cantanti più in del momento, designer e personaggi popolari di Instagram e del web e così anche gli stilisti più snob hanno dovuto capitolare e puntualmente presentarsi a questo party esclusivissimo che garantisce una visibilità mediatica soprattutto sui social network, che oggi sono il motore più importante della moda, che nessuna campagna pubblicitaria potrebbe garantire. Ma quale dovrebbe essere lo scopo principale del Met Gala? Il Costume Institute del Metropolitan Museum nasce per far conoscere la storia della moda, ogni anno ha un tema e tutti gli invitati (rigorosamente paganti) sono cortesemente “sollecitati” ad attenersi al tema prescelto, per i loro outfit. Negli anni realizzati dal curatore Andrew Bolton, quelli più spettacolari e di forte impatto sono stati il 2009 (The model as muse), il 2013 (Punk: chaos to couture), l’anno più popolare e discusso di tutti è stato il 2011 (Alexander McQueen: savage beauty). Tema del 2016 è la tecnologia e alle sue influenze nella moda intitolato: Manus x Machina: Fashion in an age of Technology, personalmente quest’anno è il Met Gala più deludente anche per quanto riguarda gli outfit delle stars che hanno calcato la passerella del party, ha raccolto pareri contrastanti sia da parte degli addetti ai lavori sia dal popolo dei social, in molti hanno visto in questa scelta tematica solo un pretesto di Anna Wintour di “ingraziarsi” il colosso Apple che sempre più esplicitamente cerca di entrare nel fashion system. Molti altri, con cui concordo, hanno evidenziato le forti lacune storiografiche e la “voluta” esclusione di molti stilisti italiani che grazie alla tecnologia stanno facendo fare un salto di qualità notevole, al mondo della moda, sia in fatto di creazione di nuovi tessuti e sia in fatto di designer e commercializzazione del prodotto moda. L’intento dichiarato del curatore del Met Gala (Andrew Bolton) era quello di porre l’attenzione sull’eterno dilemma tra uomo e macchina, infatti l’esposizione ha contrapposto abiti fatti a mano ed abiti fatti con l’aiuto delle nuove tecnologie, sicuramente i più ammirati sono stati gli abiti di pizzo tridimensionale della maison Prada e quelli ricamati a mano della maison Dior, molto altro non è dato sapere visto che per volere della temutissima Anna Wintour, i fotografi restano fuori, possono solo accedere al red carpet.

cms_3892/foto_3.jpg

La prima a calcare il red carpet è lei: Anna Wintour sempre elegantissima di bianco vestita, dopo di lei tante le stars che hanno tentato di fondere insieme eleganza e stravaganza non sempre con esiti positivi per lo stile, e siccome il tema ispiratore del Met Gala quest’anno è stato la tecnologia sono stati tantissimi gli outfit dal sapore futuristico, fatti di tessuti metallici e latex, paillettes e con effetti fluorescenti, il gala diventa, ogni anno, la miccia scatenante per sfoggiare look provocatori ed acconciature per così dire creative. La più choc è stata la cantante Madonna che fasciata nel suo abito disegnato dallo stilista Riccardo Tisci per Givenchy in pizzo trasparente che per par condicio ha usato sia per il suo lato A che per il suo lato B, mentre le mise più tecnologiche, più inerenti al tema del Met, sono state quella dello stilista Zac Posen ed indossata da Claire Danes che si illuminava al buio e la mise di Carolina Kurkova disegnata da Marchesa che aveva le lucine led. Le più chic sono state Taylor Swift in un abito Louis Vuitton (la mia preferita, bellissimo il suo abito color argento e perfetto il suo make up), Kate Bosworth in un abito Dolce&Gabbana, Emma Stone in un abito total white Prada, Blake Lively in un abito Burberry e la sempre bellissima Cindy Crawford, da far invidia a tutte le sue colleghe più giovani, in un abito Balmain. Le più trash senza alcun dubbio sono state Lady Gaga e Katy Perry.

cms_3892/foto_4.jpg

Ma l’evento che ha unito glamour e rivoluzione è stato la presentazione della cruise collection 2016/2017 della maison Chanel a Cuba, ancora un’ulteriore segnale di apertura del regime castrista verso quella parte di mondo capitalista. La sfilata è stata, come del resto tutte quelle della maison, un grande evento, l’intero centro storico dell’Avana è stato “requisito” e riportato ai sapori e colori degli anni pre-rivoluzione (i residenti hanno potuto vedere solamente da lontano la sfilata oppure affacciati ai balconi) il Paseo del Prado, l’arteria principale dell’Avana ed unione, per architettura, tra Cuba e Francia, è diventata un’enorme passerella dove hanno sfilato le modelle più famose del momento una su tutte: Gisele Bundchen insieme ai loro colleghi maschi. Fil rouge della collezione è stato riproporre, in chiave moderna, le mise dei ricchi americani che negli anni cinquanta andavano in vacanza a Cuba.

cms_3892/foto_5.jpg

La guayabera, la camicia tradizionale cubana è stata reinterpretata da Karl Lagerfeld donandole un allure sensuale, trasformandola in una camicia trasparente da portare, nelle serate estive, sopra una lunga gonna e cintura ad evidenziare il punto vita. Una collezione ispirata dai colori delle facciate dei palazzi cubani: giallo, arancio, verde e moltissimo turchese, tutte le modelle indossavano un ironico basco nero in onore di Che Guevara. Non sono mancate le star come l’attore Vin Diesel e l’attrice Tilda Swinton, Vanessa Paradis, la star locale Omara Portuondo e persino il nipote di Fidel Castro ha partecipato all’evento dichiarando: “per i cubani è un onore ospitare un evento del genere.”

cms_3892/foto_6.jpg

Tutti gli invitati sono arrivati alla sfilata sulle bellissime almendrones, le vecchie macchine americane pre-rivoluzione. Al termine della sfilata le modelle si sono scatenate ballando sulle note tipiche della musica cubana, poi gli invitati sono stati condotti nella piazza della cattedrale e di fronte a San Cristobal, una delle chiese più belle del barocco dell’America latina, hanno sorseggiato un cocktail all’aperto accompagnati dall’immancabile musica locale.

cms_3892/foto_7.jpg

Karl Lagerfeld al termine della sfilata ha dichiarato: “ All’improvviso Cuba è la cosa di cui si parla di più nel mondo e noi siamo stati i primi ad arrivarci con la moda!”. La maison Chanel è stata sempre un passo avanti nella moda e anche questa volta, grazie all’intuizione geniale del suo direttore creativo, la maison Chanel è la cosa di cui più si parla nel mondo e sui social, un’enorme campagna pubblicitaria a livello planetario. Ironia della sorte è bastato il più effimero dei sistemi: quello della moda per abbattere l’ultimo baluardo della rivoluzione socialista…la bellezza salverà il mondo? Come diceva Dostoevskij? Io per ora posso solo affermare, senza tema di smentita, che glamour batte rivoluzione 1 a 0.

T. Velvet

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram