SE PER TUTTE LE VOLTE...
Se per tutte le volte che ti sei sentito perduto, avessi guardato il mondo, ti saresti sicuramente trovato un passaggio segreto.
Perduto poi da che cosa, ad ogni angolo c’è una meta, per ogni fosso sulla strada acqua che sta li ad aspettare un cane assetato, o chissà un’anima che si specchia.
Per ogni giorno la volpe aspetta l’inverno, per ogni inverno foglie che ci portano lontano, giurando di ritornare chissà migliori, bussando a finestre dentro il cuore di chi ti aspetta e non ti dimentica.
Che soffio è la vita, cosi lungo a volte flebile, certe volte uragano in volo.
Ma la storia non c’è, sopra la corrente scorre più veloce di ogni memoria, la storia non ha strada, traccia il cielo e se ne intravede solo il verbo possente ai fianchi di ciò che diventa passato.
Di sogno, di amore, di trasparenza, di fuochi spenti e di ceppi ardenti, vivo, che il coraggio non manchi, di queste parole facili ne spremo il fiato, un colpo d’occhio per le affascinanti ombre livide, latino greco, gesti, sguardi sottostanti come tocchi di ciglia , ci capiremo.
Ti porgo l’anima salva, tra le mani mille posti dove andare a nascondermi, sotto le suole sfinite di asfalto e sangue che vogliono riposare sotto questo amore che mi morde le braccia,
E tutto è meraviglia ogni stella appesa senza memoria di sguardi scolpita.
Sono un viandante, sogno, pugni chiusi, vele avvizzite e robuste, salvo la brezza del mattino che non sa il mio nome, la pioggia l’ha portato via, poi sogno i morti di Madrid, Parigi, il campo di Fossoli ma sogno primavere che non sanno il mio nome, il biancospino e viali d’abeti cosi alti da non sentire l’urlo della terra , senza limiti raggiunti, i miei sogni sono muti e senza nessun perché.
Caspar David Friedrich: Viandante sul mare di nebbia (1818)
Ma la vita , chi lo può dire è una foto che non riesci a trovare, uno sfondo infinito riflesso negli occhi inespressivi, come il tempo che ci tocca la mano come a volerci trascinare, attraverso il mare mentre sento l’infinito.
Scivolo sull’acqua e strappo il segreto, il tuo volto di bagliori e albe stralunate.
Sarò cosi il bersaglio dei miei sbagli, degli inganni,
nodi alla gola, ma un bacio a bassa voce può salvare il finto inverno.
Tocca questo gruzzolo di rose, davanti al pendio sfidando il vento , ed è una vita diamante tra fili d’erba e dure scogliere.
Come l’incanto del perdersi e il non potersi mai più trovare dietro nessuna tenda di pioggia, mistero in movimento è l’amore, e la strada.
Ti racconto il furbo porto perduto e le nebbie tremule che ingannano il navigare, gli scogli appena accennati, le rotte sbagliate d’andate e ritorni.
Salvare il passo, è ciò che farò per ritrovami ancora, e si , cosi sia, la febbre del desiderio di un respiro migliore accarezza l’aria ordinata intorno, lungo il transito della luna, senza bellezza solo serenità di stelle accese e luci di città
C’è una strada che porta lontano,
lungo il cuore degli altri, da li quella strada che porta alla dignità degli uomini, sempre ed ancora ripartirà altrove.
C’E’ SEMPRE UN DOMANI
Un vetro offuscato,
da dietro m’era parsa luce.
Era solo un ricordo caduto in rovina.
Pomposi fantasmi di stirpe moribonda.
Cosa aspetto !!??
ciò che pare esistere, ora, qui,
un giardino in pendio,
di profumi eccelsi,
ormai sacro abisso,
da dove coltivo fragori di vita nuova.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.