SHEIN AFFONDA IL POLITICALLY CORRECT DEL FASHION SYSTEM

La camicia Hawaiana è trend alert summer 2021

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Da tempo non si fa altro che parlare di moda consapevole, di uno shopping orientato alla qualità piuttosto che alla quantità, di promuovere il second hand. Durante questa pandemia sono stati in tanti nel fashion system ad interrogarsi sulla velocità della moda e delle tendenza, sull’esigenza di rallentare e tutti i fashion editor giù a scrivere articoli su articoli su come il fashion system debba adeguarsi al nuovo corso. Tutti gli influencer sono corsi a promuovere il politically correct del vintage e di come sia cool vestire second hand, ma siamo così sicuri che qualcosa cambierà? Siamo così sicuri che il mercato mondiale, e non pochi facoltosi clienti, avranno la voglia e le possibilità di scegliere la qualità, più costosa, a discapito del fast fashion cool ed economico? Ma l’ascesa del colosso cinese del fast fashion, Shein è la dimostrazione che forse, anche nello shopping, non ne usciremo migliori dopo questa pandemia. Nello scorso mese di maggio l’App di Shein è stata la più scaricata negli Stati Uniti, surclassando anche un colosso come Amazon, diventando l’App di shopping più scaricata. In Italia è al secondo posto dopo l’App di compravendita dell’usato, Vinted e secondo voci ufficiose il colosso del fast fashion vorrebbe approdare in borsa forte del suo valore di quaranta miliardi di euro. Shein nasce in Cina nel 2008 e diventa subito popolare tra le giovanissime soprattutto per la sua vastissima offerta di prodotti, proposte di nuovi capi a getto continuo, un range di taglie molto ampio, codici sconto automatici, anche con una spesa minima, prezzi irrisori, che al paragone Zara diventa un luxury brand, riuscire a spedire i suoi prodotti in duecentoventi paesi, Cina esclusa, Stati Uniti in tempi relativamente brevi.

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La cosa interessante sta nel fatto che il fast fashion sia decisamente popolare ed acquistato nei paesi occidentali, ma dove tutto è cominciato, in Cina, Shein e gli altri colossi del fast fashion sono relativamente conosciuti e i loro prodotti non fanno il boom come da noi. E’ sorprendente riscontrare quanto la Cina abbia invaso il mondo con i suoi prodotti, ma che i cinesi non amino acquistare i prodotti made in China, orientati più verso la qualità e la bellezza, ad esempio, del made in Italy. Molti si stanno interrogando sull’ascesa irrefrenabile di Shein, ma la risposta è più semplice di quanto si possa pensare: il colosso cinese ha colto le esigenze del mercato, un mercato che a differenza di quanto si favoleggi, ama ancora lo shopping compulsivo, un mercato egoista, non attento all’ambiente, un mercato, quello di Shein, fatto da giovanissime ragazze che amano postare i loro outfit su Instagram per non indossarli mai più…con buona pace di Greta Thunberg.

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Sulla scia della Cina che produce prodotti di bassa qualità, ma che non ama importarli si apprende, secondo il “South China Morning”, che il paese asiatico ha accusato colossi del fast fashion occidentali come H&M, Zara e Nike di portare sul mercato cinese prodotti scadenti e dannosi alla salute, soprattutto dei più piccoli. Nei prodotti presi in esame, dalla dogana cinese, come capi d’abbigliamento, giocattoli, prodotti di prima infanzia, tra quali i biberon, sono stati riscontrati coloranti e sostanze tossiche. La notizia è rimbalzata su tutti i social cinesi che hanno cominciato un lento, ma determinato boicottaggio all’acquisto di prodotti di questi brand occidentali riportando alla ribalta lo scandalo, scoppiato in Cina lo scorso marzo, sul presunto, ma dove i brand coinvolti hanno negato fortemente, uso di lavoro forzato da parte di molte aziende occidentali di manodopera cinese nella regione dello Xinjiang. Il colosso spagnolo, Zara e il colosso svedese, H&M non sono nuovi ad essere presi di mira dalla Cina che sta promuovendo una determinata campagna di “boicottaggio” contro la diffusione sul proprio territorio di brand stranieri, soprattutto del fast fashion, per ora il segmento luxury sembra uscirne indenne, un segmento molto amato ed acquistato dai cinesi. La cosa che dovrebbe farci riflettere è l’inflessibilità della Cina verso le importazioni e di quanto l’occidente, al contrario, continua ad essere fortemente permeabile a prodotti made in China che in alcuni casi sono ritenuti altrettanto pericolosi per la salute delle persone.

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Ritornando al politically correct che piace tanto al fashion system, la maison Valentino ha dichiarato che dal 2022 sarà fur free e che l’azienda di pellicce, Valentino Polar terminerà la sua produzione a fine 2021 con l’ultima collezione fall-winter 2021. Anche Bruno Cucinelli fondatore dell’omonima maison di moda ha annunciato il suo addio alle pellicce: “come ogni stilista creativo e lungimirante che conosce il mercato in cui opera, Bruno Cucinelli ha saggiamente deciso di abbandonare le pellicce”. Questo è quanto è stato dichiarato dal portavoce della PETA (associazione internazionale senza scopo di lucro che protegge i diritti degli animali in tutto il mondo).

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Per festeggiare i suoi settantacinque anni di onorata carriera la Piaggio metterà sul mercato, la prossima primavera, la nuova Vespa 946 in edizione limitata, che vestirà i panni super cool della maison Dior. Per Michele Colaninno, responsabile delle strategie di marketing del gruppo Piaggio, vespa e Dior celebrano la bellezza: “in questo momento così difficile, come quello attuale, è bello poter sognare un futuro migliore”. Il bauletto, ispirato all’iconica saddle bag di Dior, è stato progettato per essere fissato sul portapacchi e un super glam casco logato dall’iconico motivo Dior Oblique, come il bauletto, completa gli esclusivi accessori disponibili per questo gioiellino che potrebbe essere vostro alla “modica” cifra di diecimila euro circa.

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Per anni la camicia hawaiana è stata considerato il capo anti fashionista per eccellenza, ma per quest’estate, merito o demerito delle maison Prada, Gucci e Dior, sarà la camicia su cui puntare per essere delle perfette fashion addicted. La perfetta camicia hawaiana ha delle precise caratteristiche che vanno dalla stampa foliage delle isole Hawaiane, dal taglio a scatola, dal fitting ampio e dal colletto piatto, basso e morbido. Nel 2021 la camicia hawaiana accantona stampe e nuance sgargianti o kitsch, puntando su nuance più tenui e chic da indossare con un paio di jeans flare, con un paio di shorts, con un paio di pantaloni mannish, infilata all’interno di una gonna midi dall’allure bon ton. L’outfit fresco e super cool dell’imprenditrice digitale, Chiara Ferragni è da “copiare” se si vuole indossare la camicia hawaiana che promette di essere il trend alert più forte dell’estate 2021.

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Per tutte le followers di Chiara Ferragni, dal dieci giugno al diciotto luglio, potranno andare al temporary caffè nato dalla collaborazione della Ferragni con Nespresso, di cui è brand ambassador, a Milano a due passi dal Duomo. Il temporary caffè si tinge dei colori cari a Chiara Ferragni come il rosa, l’azzurro, l’iconico occhio, il tutto affiancato dal monogramma di Nespresso. Si potrà gustare, comodamente seduti, o da asporto un espresso, un caffè lungo, il caffè preferito dalla Ferragni (caffè espresso, ghiaccio, latte di cocco, zucchero rosa), ma anche prendere un aperitivo, una blond salad che ha dato il nome al sito dell’imprenditrice digitale.

T. Velvet

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