SIMBOLISMI NELLA CULTURA E NELL’ARTE
Il gallo nell’arte (1^)

Parco Archeologico di Pompei – Thermopolium con gallo- sorta di bottega per cibo di strada.
Dopo aver scritto qualche tempo fa sul gallo nero, non ho potuto fare a meno di stilare una breve storia sulla rappresentazione del gallo nel mondo dell’arte, iniziando dal dipinto di un galletto, trovato poco tempo fa a Pompei, è raffigurato sul bancone di un “thermopolium” ovvero una specie di tavola calda per i pasti fuori casa, la sua immagine è quindi riferita alla pubblicità per la sua vendita.
Combattimento di galli- I secolo-Museo Archeologico Nazionale- Napoli
I romani non solo mangiavano i polli, li tenevano anche per effettuare vaticini e profezie, li osservavano e ne interpretavano i segni che si chiamavano auspicia, mentre la cosiddetta aruspicina, era l’esame delle interiora degli animali sacrificati, in particolare del fegato. La tradizione oracolare proveniva dagli etruschi, tuttavia il gallo era sacro a Esculapio dio della medicina e come il medico scaccia la malattia così il gallo col suo canto scaccia le tenebre. I romani erano anche soliti divertirsi col combattimento dei galli che si tenevano nelle arene.
Tuttavia prima del gallo ci fu l’ippogallo.
Eroe che cavalca l’ippogallo-Figura nera ateniese-Kylix - Cambridge, Harvard University Art Museums
L’ippogallo è un animale fantastico metà cavallo e metà gallo presente nella mitologia greca già dal IX secolo a. C., molto rappresentato soprattutto nel VI-V secolo a. C., di solito è cavalcato da un gueriero, era infatti considerato di buon auspicio nelle imprese pericolose. Secondo Aristofane gli ippogalli venivano dipinti sugli scudi e anche sulle chiglie delle navi come simbolo atropopaico. Il gallo è un simbolo di energia solare, col suo canto le tenebre sono vinte e arriva la luce, mentre il cavallo alato e la barca sono emblema funebre del viaggio verso la morte, così è lecito supporre l’ippogallo come portafortuna per il viaggio del guerriero in terra così come per il viaggio in mare, ancora più pericoloso visto che l’etimologia del termine mare può anche risalire da mar con significato di morire.
San Pietro rinnega Cristo- Catacombe di Commodilla- IV secolo – Roma
A Roma, nelle catacombe di Commodilla, è raffigurato San Pietro che rinnega Cristo, con riferimento a una frase dei Vangeli: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». Il gallo è raffigurato al centro e il significato è chiaro, San Pietro stava nelle tenebre della paura, il canto del gallo al mattino al sorgere del sole lo risveglia, rendendosi conto, come predetto, di aver rinnegato Cristo ben tre volte, si pente e si ravvede. Il gallo è quindi visto con riferimento all’essere sempre vigli e attenti… Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà! (Vangelo di Matteo)
Il gallo rimprovera una tartaruga- mosaico del IV secolo- Aquileia
La raffigurazione del gallo e della tartaruga nella basilica di Aquileia è un tema che si ritrova in altre opere del tempo, il gallo canta per sconfigge le tenebre, mentre la tartaruga è lenta nel rispondere alla chiamata, così resterà nel Tartaro, il termine tartaruga deriva dal greco, tartaroukhos, col significato di appartenere all’inferno, al Tartaro; il gallo la redarguisce e la incita a togliersi dal male. Vi sono anche antiche reminiscenze riproposte, in quanto il gallo e la tartaruga erano entrambi animali sacri a Mercurio che per i celti era Lugh il loro dio principale, dio della luce; siamo nel IV secolo, Roma è alla frutta e i barbari non sono ancora del tutto evangelizzati ma entrano come vescovi nelle chiese e diventano ottimi generali dell’esercito romano. Una curiosità, nomi di regioni come la Galizia, il Galles o la Caledonia (l’antica Scozia), la Galazia, prendono il nome dal popolo dei Galli, che erano celti e che avevano tale nome molto probabilmente in riferimento al pollo maschio da cortile… ma questa è un’altra storia che ha che fare con capponi, Arcigalli e Galli.
Gallo di Ramperto- 820-830- Museo di Santa Giulia- Brescia
Il gallo di Ramperto è un antico segnavento, è un galletto di rame, realizzato nell’anno 820 o 830 su commissione del vescovo Ramperto, prelato che guidò il passaggio dal governo longobardo a quello carolingio, per adornare il campanile della chiesa dei Santi Faustino e Giovita a Brescia, oggi non più in postazione, è conservato nel Museo di Santa Giulia di Brescia.
Il gallo sul segnavento è simbolo di creatura vigile che sa sempre in quale direzione dirigersi.
Il gallo è quindi una specie di alter ego delle qualità che deve avere l’uomo, coi greci aveva significato atropopaico e di coraggio, per i romani aveva più significati, per il cristianesimo è simbolo di luce e di Cristo, l’uomo deve seguire Gesù per avere il regno dei cieli che è l’unico che conti, vedremo poi che attorno all’Anno Mille il gallo, alter ego dell’uomo avrà altri significati… oltre il coraggio, il vigore, la vigilanza avrà anche la stoltezza.
(Continua)
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