SIMBOLISMI NELLA CULTURA E NELL’ARTE

Il gallo nell’arte (2^)

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Oca con turibolo-San Giovanni Evangelista-Ravenna-XIII secolo

A Ravenna, all’interno della Basilica di San Giovanni Evangelista (V secolo) edificata per grazia ricevuta da Galla Placidia, in quanto l’imperatrice si salvò da un fortunale mentre era in viaggio da Costantinopoli a Ravenna, si era affidata a San Giovanni con la promessa che se si fosse salvata avrebbe eretto una basilica. In questa basilica del miracolo sono esposti, alle pareti delle navate laterali, alcune lastre di mosaici medievali, databili al XIII secolo, fra queste due pannelli, raccontano i funerali della volpe: un’oca all’inizio del corteo porta nel becco un turibolo, nell’altro pannello due galli stanno trasportando la volpe per i funerali.

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Galli che trasportano la volpe-San Giovanni Evangelista-Ravenna-XIII sec.

Questo tema, molto noto nel medioevo deriva dal “Romanzo di Renart” che mette alla gogna le corti dei signori tramite degli alter ego animaleschi. Renart è la volpe furba, malefica e ingorda, gli altri animali oltre ai loro tratti peculiari sono tutti più o meno stupidi.

Nel mosaico di Ravenna, ma ve ne sono diversi sparsi per l’Italia, si sta svolgendo il funerale della volpe, ma questa non è morta, sta fingendo e al momento giusto aggredirà i due galli che la stanno trasportando, scappando via, in questo caso il vigore, la forza, il coraggio del gallo sono vinti dall’astuzia.

Ricorda anche la favola di Fedro che racconta di un borioso gallo che si faceva portare in portantina dai gatti. Una volpe, appena lo vide così tronfio, gli disse: «Stai attento, se conosci bene i gatti tu sei una preda e non un padrone» E così fu, appena i gatti ebbero fame si mangiarono il padrone.

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Basilica di Santo Stefano- Cortile di Pilato- Bologna

A Bologna, nella basilica di Santo Stefano, che è un complesso di sette edifici di culto, chiamato anche “Le Sette Chiese”, le origini sono molto antiche IV -VIII secolo, la tradizione vuole che San Petronio, patrono di Bologna, volle il gruppo di chiese per imitare il Santo Sepolcro di Gerusalemme, nel cortile di Pilato, sotto il porticato si trova un gallo di pietra che evoca il rinnegamento di Pietro

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Giuseppe Vermiglio-San Pietro e il gallo-1606-Torino-Galleria Sabauda

Giuseppe Vermiglio (1587-1635) pittore piemontese vicino al caravaggismo, dipinge per una committenza di ambito religioso, San Pietro con alle spalle, su un masso, un gallo che col suo canto avvisa il passaggio dalle tenebre alla luce e richiama il Santo sulla giusta via, in ambito religioso il simbolo del gallo resta quello di vigilanza attiva: «Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino» (Vangelo di San Marco)

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Natura morta con frutta, ortaggi e gallo- Anonimo - XVII secolo

All’inizio del Seicento i dipinti vengono classificati in base ai temi che rappresentano, al primo posto le grandi pitture di storia, poi il ritratto, quindi la veduta, infine all’ultimo posto la natura morta, ma poi con il nuovo interesse scientifico per la natura questo genere sboccia con tutta una serie di trionfi di fiori, frutti, strumenti musicali e altro, sia disegni con indagine scientifica, sia pitture come dimostrazione di eccellenza del pittore, si pensi alla canestra di frutta di Caravaggio, sia come metafore, vanitas o memento mori e i polli abbondano.

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Jakob van de Kerckhoven- Natura viva con galline, colombi, ostriche, arance ed asparagi- XVII secolo

I polli abbondano anche nelle scene di genere, questo tipo di dipinto ha molto spesso significati che alludono all’analogia tra cibo- sessualità. Le pollivendole di Bartolomeo Passerotti (1580 circa) ci offre uno di questi esempi, la ragazza in primo piano si sta offrendo, col seno in mostra, come fosse la pasciuta tacchinella, che tiene in grembo, mentre l’altra donna che sta accarezzando il gallo è simbolo di lussuria, del desiderio di un ruspante gallo.

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Bartolomeo Passerotti-Le pollivendole-1580 circa

Arriviamo al XX secolo, la Chiesa resta ferma sul significato simbolico di vigilanza e di redenzione attribuiti al gallo, nella Chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo presso Bamberga in Baviera, nelle sue notevoli vetrate degli anni ‘60 è rappresentato un gallo, quale simbolo di San Pietro.

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(Continua)

Paola Tassinari

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