SI VIS PACEM, PARA BELLUM!

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cms_25306/1v.jpgQuanti di noi conoscono Publio Flavio Vegezio Renato, tramandato ai posteri solo come Vegezio? Forse pochi; o magari molti; ma di lui in tanti conosciamo certamente il proverbio, elevato a massima: Si vis pacem, para bellum; ovvero: Se vuoi la pace, prepara la guerra!

Vegezio, vir illustris e ricco aristocratico tardoromano, fu l’autore di un’opera conosciuta come Epitoma Rei Militaris, un trattato sulla vita militare, una vita che Vegezio non visse mai non avendo servito in nessun esercito e in nessuna marina, e non vestì alcuna divisa se non quella del suo rango; ed anzi: Vegezio fu del tutto estraneo alla vita militare.

Senza aver fatto mai guerra a nessuno, almeno quella che intendiamo nel senso più tradizionale dell’espressione, Vegezio trattò dell’arte della guerra su desiderio dell’Imperatore pro tempore; e trattò di quest’arte in maniera così completa e precisa che i suoi riferimenti tuttora assurgono a massime, più comunemente a proverbi, come se provenissero dall’esperienza e fossero frutto di vita vissuta.

È vero che un’intelligenza sopra le righe non richiede molti aiuti empirici, ma è anche vero che una massima, o un proverbio, per essere tali richiedono aiuti di tal fatta, specialmente se poi queste massime, e/o questi proverbi, vengono proposti e riproposti proprio come regole di vita e, perché no, di comportamento.

cms_25306/2v.jpgVegezio si era fatto convinto che l’Impero romano decadeva a ragione della decadenza dell’esercito, proprio al pari di un corpo che rimane senza arti, e con questi intendo braccia e gambe, che si andava imbarbarendo sempre più, non solo perché per alimentare le sue fila consentiva numerosi ingressi di genti barbariche, ma anche perché facendo proprie abitudini diverse si era lasciato blandire, allettare, lusingare, cedendo ad una corruzione dei costumi e delle abitudini insanabili che lo avevano reso molle ed irreativo.

Viene spontaneo esperire una similitudine con quello che sta accadendo oggi, con popoli invasori e genti violentate, con le tante pressioni di ogni sorta alle porte, e con l’esibizione aggressiva di muscoli da parte di Stati, ancora con la mentalità imperialista che sono nati per combattere, che rinnegano le convenzioni internazionali, Ginevra insegnerebbe, e che sputano le riedizioni dei vecchi Cestini di Molotov in chiave moderna e più sorprendente, tanto quanto la forza della perversione mentale di chi quei congegni mortali ha pensato ed elaborato.

cms_25306/3v.jpgChissà se chi invade vuole preparare la pace minacciando la guerra, o prepara un’altra guerra paventando la pace; o se magari intendeva rispettare appieno la massima di Vegezio; fatto sta che quello che oggi accade nell’oriente più prossimo del vecchio continente dimostra che le massime possono lasciare il tempo che trovano, al di là che siano proverbiali o meno, e dimostra che con una cultura ragionata si può parlare anche di quello che non si conosce, e si può fare quello che si finge di non conoscere, e si può insegnare quello che non si sa.

Ma sapere, parlare, e fare, conoscendo: è sicuramente meglio.

Giuseppe Salvatore Alemanno

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