SMARRITA CAPSULA RADIOATTIVA IN AUSTRALIA

Martedì le autorità australiane hanno inviato più personale e attrezzature di rilevamento specializzate, inclusa una squadra dell’agenzia per la sicurezza nucleare del Paese, per cercare una minuscola capsula radioattiva scomparsa da qualche parte nell’entroterra.
La capsula è caduta da un autotreno durante un viaggio di 1.400 km nell’Australia occidentale. Dopo la perdita è stato diffuso un allarme radiazioni in gran parte dello stato.
Il Dipartimento dei vigili del fuoco e dei servizi di emergenza ha dichiarato che ci vorranno cinque giorni per ripercorrere lo stesso percorso effettuato dall’automezzo. Finora sono stati percorsi e perlustrati solo 660 km.
La ricerca ha coinvolto una serie di agenzie governative tra cui il Dipartimento della Difesa, la polizia, l’Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency e l’Australian Nuclear and Science Technology Organization.
La capsula faceva parte di un misuratore utilizzato per calcolare la densità del minerale di ferro che era stato affidato da Rio Tinto Ltd al contraente specializzato SGS Australia, per il confezionamento e il disimballaggio. Il trasporto è stato poi subappaltato alla società di logistica Centurion.
Le autorità sospettano che le vibrazioni del mezzo di trasporto abbiano causato l’allentamento delle viti e di un bullone dell’indicatore, e quindi la caduta della capsula. L’indicatore è stato prelevato dal sito della miniera il 12 gennaio ed è stato disimballato per l’ispezione il 25 gennaio.
L’autotreno ha viaggiato dalla miniera di Gudai-Darri a Rio, nella remota regione di Kimberley, fino a un impianto di stoccaggio nella periferia di Perth.
Le squadre di ricerca stanno viaggiando da nord a sud lungo la Great Northern Highway dello stato con attrezzature specializzate per il rilevamento delle radiazioni.
La capsula d’argento, di 6 mm di diametro e 8 mm di lunghezza, contiene Cesio-137 che emette radiazioni pari a 10 raggi X all’ora.
Pertanto alle persone è stato detto di stare ad almeno cinque metri di distanza nel caso in cui individuassero l’oggetto, poiché l’esposizione potrebbe causare ustioni o malattie da radiazioni.
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