SPIRITUALITÀ DAL BASSO - VI^ PARTE

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La tentazione è necessaria all’essere umano, anzi essenziale, se vuole progredire nella vita spirituale. E quando parlo di spiritualità mi riferisco a tutto l’uomo: corpo, anima, mente, spirito.

La spiritualità - lo voglio rammentare - non è una dimensione distaccata dell’essere umano, qualcosa di “etereo” che non ha nulla a che fare con la vita di tutti i giorni. È proprio il contrario perché va a toccare tutte quelle corde di cui l’essere umano, come una mistica lira, è composto. Se vogliamo risuonare nel migliore dei modi, se vogliamo che la nostra vita sia un’armonia perfetta, è necessario “pizzicare” ogni corda del nostro strumento. Ma prima di tutto esso va accordato. Come? Con la tentazione.

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La parola “tentazione” viene dal latino temptatio-onis: tentare significa tastare, provare, saggiare. Quindi la tentazione non è qualcosa di negativo, una sorta di trappola mortale il cui scopo è quello di metterci in difficoltà fino a farci cadere. Al contrario, essa è un’opportunità, una palestra in cui allenare la nostra volontà, oltre che il nostro corpo.

Non pensiate che la tentazione sia qualcosa di esterno a noi. Non è il diavolo che ci tenta, così come non sono Dio o il mondo. Ecco cosa dice l’apostolo Giacomo: “Nessuno, quand’è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.” (Giac 1,13-15)

Siamo noi stessi il tentato e il tentatore. Noi siamo la nostra stessa prova, ragion per cui abbiamo la capacità di superarla e vincerla, così come di cedere ad essa, divenendo schiavi della nostra stessa concupiscenza.

La tentazione non ha altro scopo se non quello di rivelarci a noi stessi, facendoci comprendere la nostra vera natura e a quale punto del cammino spirituale siamo arrivati. Diciamoci la verità: spesso e volentieri ci raccontiamo delle favolette per nutrire il nostro orgoglio e per riconoscerci dei meriti che sappiamo bene - in fondo - di non avere. E così giudichiamo il prossimo, perché è più facile giustificare se stessi attribuendo ad altri il male del mondo, compreso il nostro.

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In realtà tutto si gioca dentro di noi: noi siamo l’arena, il combattente e l’arma. Nulla dipende dell’esterno ma è tutto nelle nostre mani.

Compreso ciò, la prova si ridimensiona, manifestando il suo vero volto. Ciò che la rende terribile è, al contrario, la sua maschera, quella della paura, che la sfigura rendendola temibile ai nostri occhi. La guerra che quotidianamente combattiamo è tutta dentro di noi: così come, sotto lo stesso cielo, si alternano luce e tenebra, allo stesso modo dentro di noi si alternano il bene e il male.

In realtà questa è una visione ancora dualistica ma la utilizzo per far meglio comprendere il processo.

La tentazione è una sfida che ci spinge, come un albero assetato, ad affondare sempre più profondamente le nostre radici. E più le radici saranno profonde, più l’albero si svilupperà in altezza. All’inizio sarà dura, ci sentiremo tiragliati qua e là come una fragile pianticella sbattuta dal vento. Ma più cresceremo, più il nostro tronco diventerà solido e stabile, difficile da sradicare.

Perché, vi chiederete a questo punto, dobbiamo passare dalla tentazione? Per quale motivo non possiamo vivere tranquilli in una felicità perenne e senza scossoni? Semplice, perché questa è la nostra natura! Forse un giorno, quando saremo più evoluti, non avremo più bisogno di passare attraverso la prova ma per ora sì. Questo è il nostro modo di fare esperienza della vita, è il nostro modo di crescere e diventare consapevoli. È il nostro modo di separare - come nel primo capitolo della Genesi - la luce dalle tenebre, la terra dalle acque, facendo ordine. Ciò che resiste alla tempesta, ciò che rimane, quello siamo, né più né meno. Sta a noi scegliere ciò che desideriamo essere: questa decisione appartiene a noi e a nessun altro.

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Nel medesimo istante in cui la tentazione ci rivela a noi stessi e ci fortifica, impreziosisce la nostra anima.

Dice il libro del Siracide: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante ,

non ti smarrire nel tempo della prova. (…) Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco

e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.” (Sir 2,1-2.4-5)

Ecco una parola piena di verità. L’oro si prova con il fuoco così come un diamante grezzo viene tagliato per diventare ancora più prezioso e bello. Se dunque sei visitato dalla tentazione, dalla prova e dal dolore, sappi che è un buon segno perché sei stato ritenuto degno di elevarti a stadi superiori. La durata e l’intensità della prova saranno direttamente proporzionali al tuo attaccamento all’”uomo vecchio”. Ma sapendo che tutto è nelle tue mani, hai il potere di liberarti velocemente; tutto dipenderà dal tuo grado di consapevolezza.

La tentazione ci costringe alla lotta ma solo perché è attraverso di essa che arriva la vittoria; nessuno può pretendere di ricevere la corona della gloria senza partecipare alla guerra. “Beato l’uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita.” (Giac 1,12)

Ricordate però che non è vostro il merito della vittoria ma della scintilla divina che abita in voi. Questa certezza vi darà ancora più forza, non soltanto per combattere ma anche - e soprattutto - per rimanere saldi nella vostra posizione. Non dovrete temere di perdere i vostri progressi perché sarete liberi dalla falsa ricerca della perfezione. La paura di perdere il tesoro acquisito, infatti, fa spesso commettere errori maggiori di quanto commessi in precedenza. La vita si intristirà e l’anima si trascinerà lungo il cammino anziché correre speditamente.

Ma se avrete combattuto bene la vostra battaglia, questo pensiero non farà che sfiorarvi per poi subito allontanarsi da voi. Perché il frutto che guadagnerete sarà l’UMILTÀ, ovvero la capacità di riconoscere la verità anche sotto mentite spoglie. A cominciare da voi stessi.

Simona HeArt

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