SRI LANKA: AUMENTO DELLA PRESSIONE FISCALE

Il Fmi chiede allo Stato di adottare una politica economica più aggressiva per far fronte alla crisi

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Dopo l’annuncio del default da parte dello Sri Lanka, il Fondo monetario internazionale ha chiesto al Governo dello Stato di adottare misure di pressione fiscale e una politica monetaria più aggressiva per contrastare la crisi del debito nazionale.

In una nota, l’esponente della divisione del Fmi per l’Asia e l’area del Pacifico, Anne-Marie Gulde-Wolf, ha dichiarato di “avere avuto discussioni tecniche molto positive sui preparativi per il negoziato con le autorità dello Sri Lanka” e che “il requisito per il prestito di fondi sarà il progresso verso la sostenibilità del debito”.

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La scorsa settimana una delegazione dello Sri Lanka composta dal Presidente Rajapaksa, dal ministro delle Finanze Ali Sabry e dal governatore della Banca centrale Nandalal Weerasinghe si è recata a Washington per discutere con il Fondo monetario internazionale, con l’obiettivo di ottenere quattro miliardi di dollari per superare la crisi economica in atto nel Paese.

Dall’incontro tenutosi, Masahiro Nozaki, funzionario del Fmi ha dichiarato che “lo stato di indebitamento dello Sri Lanka è insostenibile ed occorre un piano di sostenibilità creditizia incentrato su solide garanzie e adeguate assicurazioni.

Solo in questo modo si potrà accedere ai fondi internazionali e avviare un percorso di crescita sostenibile”.

Detto programma era già stato anticipato con un comunicato da parte del ministero delle Finanze, il quale aveva annunciato il 12 aprile la sospensione del servizio del debito pubblico estero precisando che per debito estero si intendono i prestiti o i pagamenti differiti di merci e servizi in valuta estera e che la sospensione temporanea sarebbe stata applicata agli importi in essere alla data del 12 aprile 2022, mentre i nuovi crediti non vi sarebbero stati soggetti.

Oggetto del piano di ristrutturazione sono le obbligazioni emesse sui mercati di capitali internazionali, tutti gli accordi di credito bilaterali a eccezione di quelli tra la Banca centrale dello Sri Lanka e altre banche centrali, tutti gli accordi di prestito in valuta estera con banche commerciali e prestatori istituzionali stranieri che godono di garanzie pubbliche.

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Occorre ricordare che lo Sri Lanka si trova in questa difficile situazione economica a causa della pandemia di coronavirus e dell’impatto della guerra in Ucraina.

Nonostante le politiche intraprese dal governo, però, non si è riusciti a far fronte agli innumerevoli debiti contratti.

Per questo motivo il governo ha dovuto elaborare un programma di ripresa economica credibile per ricevere assistenza finanziaria di emergenza e sta cercando aiuto anche da altri partner.

Antonio Conversano

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