STOP AL RITO ABBREVIATO PER I REATI GRAVI
La Camera approva il testo. Ora passa al senato

Uno stop è arrivato al rito abbreviato. La Camera ha infatti approvato la legge che riforma il rito abbreviato, eliminando la possibilità di accedere a sconti di pena per gli autori di determinati reati, come lo stupro e l’omicidio. Questa norma è diretta ad escludere l’applicabilità del rito abbreviato e, dunque, del conseguente sconto di pena di un terzo a reati di gravissimo allarme sociale, tra cui, appunto, i cosiddetti femminicidi.
L’articolo 1, modificando l’articolo 438 del codice di procedura penale, esclude dall’applicazione del rito abbreviato i procedimenti per delitti puniti con l’ergastolo secondo l’impostazione già adottata dal legislatore nel 1987, che ha superato efficacemente il vaglio della Corte costituzionale. Si tratta di una proposta di legge della Lega, primo firmatario (e relatore in aula) il deputato Nicola Molteni, ma sostenuta anche dal Pd, dal Movimento 5 stelle e da Fratelli d’Italia. Una legge di iniziativa parlamentare approvata da una maggioranza addirittura “tripartisan” (centrosinistra, centrodestra, 5 stelle), una rarità se non un caso unico in questa legislatura.
Si sono astenuti i deputati di Forza Italia, che su questa norma ha dato vita a un vero e proprio scontro con la Lega. “La riforma del rito abbreviato è dettata dal buon senso. Infatti, si tratta di intervenire non sulla pena, o sui comportamenti dei detenuti, ma sul rito. Chiediamo, cioè, che i reati più gravi ed efferati, come le stragi o gli omicidi aggravati in conseguenza di altri reati, ad esempio lo stalking, o la violenza sessuale, non possano essere giudicati con un rito abbreviato, che dà la possibilità al condannato di accedere allo sconto di pena: il processo, al contrario, si deve celebrare dinanzi al Giudice naturale, nella completezza della fase di istruzione dibattimentale. La riforma eviterà che, solo per la scelta del rito, vi sia uno sconto automatico di 1/3 della pena che può arrivare anche a 10 anni. Lo scontro cui stiamo assistendo in Aula tra Forza Italia e Lega è, perciò, assurdo: avviene su una riforma giusta ed equilibrata. Viene da dire: se il buongiorno si vede dal mattino…”. Così in Aula, alla Camera, si è espresso David Ermini, deputato Dem, durante la discussione del testo.
Attualmente, anche in caso di delitti di sangue particolarmente efferati, il nostro codice prevede uno sconto di pena secco, per il solo fatto che l’imputato abbia scelto, in una determinata fase processuale, peraltro insindacabile da parte del giudice, appunto, il rito abbreviato. Questo aspetto, se lo sommiamo al meccanismo del bilanciamento delle circostanze e dell’applicazione dello sconto di pena proprio del rito abbreviato, porta spesso a condanne decisamente irrisorie rispetto alla gravità, all’efferatezza e alla crudeltà di alcuni delitti. L’obiettivo della nuova legge è quindi quello di rafforzare la tutela delle vittime e delle parti offese escludendo la possibilità di riconoscere in automatico uno sconto di pena, solo per la scelta di un rito processuale, a chi commette un crimine feroce.
Il testo è passato alla Camera e passa ora al Senato per l’esame definitivo.
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