STORIA DI STORIE DIVERSE (XLIV)
Insegnanti di sostegno allo specchio: la disabilità tra difficoltà e gratificazione

“Storia di storie diverse”, ovvero storie di alunni disabili, persone con caratteristiche speciali, con limitazioni visibili ed innegabili potenzialità.
Il loro percorso scolastico, le difficoltà incontrate e quanto sia ancora difficile oggi parlare di integrazione nella scuola italiana. Partendo da una discussione sulle questioni di più stretta attualità, negli articoli della rubrica si affronteranno anche le problematiche più generali del sistema scolastico, con una visuale privilegiata, quella di chi lavora al suo interno.
Nel Regno Unito gli inglesi sono più liberi: possono uscire e vedersi all’aperto (ma niente abbracci). Riprendono le attività sportive, riaprono piscine, palestre ed anche gli storici pub, seppur con un numero limitato di commensali ai tavoli; programmata anche la riapertura di cinema e teatri.
La capitale Londra ha recentemente vissuto una giornata storica, la prima da mesi in cui non si registrano decessi. L’Europa sull’approvvigionamento dei vaccini - ma probabilmente non solo su questo - ha mancato. In un momento di assoluta emergenza, in cui continuano a morire tante persone, l’Europa appare lontana, percepita come un inutile e costoso coacervo di istituzioni incapaci di dare delle risposte.
L’Europa è un’accozzaglia di stati non ancora federati, su modello degli Stati Uniti. Non ha un presidente, non parla a voce unica, non esiste né una politica estera comune, né una difesa comune così come è mancato un coordinamento a livello di politiche sanitarie laddove stati singoli come Israele, dove si è già tenuto il primo concerto all’aperto, hanno battuto tutti gli altri per quanto riguarda l’approvvigionamento dei vaccini, pagandoli di più e procedendo con vaccinazioni ad oltranza, 24 ore su 24.
Ora in Italia e in Puglia, dove c’è una delle situazioni più gravi, viviamo con questa triste e pesante consapevolezza di dover rimanere ancora reclusi e privati della libertà personale. Questo è ancor più difficilmente tollerabile nel momento in cui si ha notizia di una ritorno alla normalità in altri paesi.
Le scuole sono state riaperte al rientro dalle festività pasquali, secondo quanto anticipato dal presidente Draghi: “Se restano confermate tutte le altre restrizioni la scuola diventa un luogo di contagio molto limitato”.
Emiliano, il presidente della regione Puglia, è tornato con le sue trovate ad effetto: laddove ovunque in Italia si parlava di scuole aperte e di frequenza regolare, lui ha giocato d’anticipo chiedendo di farsi inserire nelle chat dei genitori per consultarli, ancora una volta, sul discorso dell’opzione di frequenza. È quanto riferito da Repubblica Bari, in un articolo di alcuni giorni fa: “In Puglia i contagi non accennano a diminuire e il presidente Emiliano ha deciso di chiedere direttamente alle famiglie se pensano sia meglio tornare a scuola in presenza, anche se la Regione dovesse rimanere in zona rossa; lo ha fatto chiedendo di essere inserito nelle chat di WhatsApp dei genitori per avere un confronto diretto. In poche ore i gruppi sono diventati diverse decine e la principale preoccupazione che emerge - a quanto si apprende - è quella di conservare la possibilità di scegliere la Dad come opzione”.
Ritorna dunque l’annosa questione della possibilità di scelta da parte dei genitori: far stare i figli a casa per le lezioni a distanza oppure mandarli a scuola. Una didattica mista fortemente avversata dai docenti per le enormi difficoltà che si creano nel gestire in parallelo la lezione in classe e la lezione on-line.
È certamente, da parte del Presidente, una captatio benevolentiae, un modo per accattivarsi la simpatia dei genitori: l’atteggiamento di chi con le belle parole cerca di guadagnarsi un atteggiamento benevolo o condiscendente. Il presidente Emiliano non si è mai confrontato, invece, con gli insegnanti, non si è preoccupato di ascoltare il loro parere e di comprendere le loro difficoltà. Difatti ha optato per il prolungamento dell’opzione di scelta da parte dei genitori, che non hanno motivo, diversamente dagli insegnanti, di opporvisi.
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