STORIE DAL PIANETA TERRA

L’UOMO SENZA FAME

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Vivere senza aver bisogno di mangiare, bere, senza necessità fisiologiche. Il sogno di molte persone, e anche di molti scienziati. Un essere umano in grado di resistere a condizioni estreme, dove scarseggiano generi alimentari e acqua, risolverebbe molti problemi legati alla nutrizione; i fuorviati delle arti belliche troverebbero il modo di assoldare truppe composte da uomini in grado di resistere senza mangiare o bere per diversi giorni, magari nascosti in qualche grotta, in attesa di colpire. Qui si parla appunto di giorni, ma proviamo a pensare a un periodo di tempo più lungo, anni. Sembra impossibile anche solo concettualizzare un’ipotesi del genere, eppure, in India, esiste un uomo da tempo tenuto sotto osservazione proprio per via delle sue incredibili caratteristiche fisiologiche. Prahlad Jani, questo il suo nome, è un seguace del Breatharianismo, una tecnica assolutamente particolare di meditazione, grazie a cui il potere della mente prevale sulle funzioni corporali. Ovviamente lui è l’unico esponente, tra i vari seguaci di questa tecnica, ad aver raggiunto vette impensabili di controllo sul proprio corpo, o almeno l’unico di cui si abbia notizia.

cms_7311/2.jpgMa procediamo con ordine, andando innanzitutto a conoscere quest’uomo, per alcuni un vero e proprio mistico yogi. Prahlad nacque nel 1929, il 13 agosto, con il nome di Chunriwala Mataji, nel distretto di Mehsana, stato di Guarat. Egli stesso ha raccontato che, all’età di 7 anni, fuggì di casa per andare a vivere nella giungla, dove ancora abita. A 11 anni poi, nel 1940, ebbe un’esperienza mistica che lo portò al contatto con la dea indù Amba, ricevendo alcuni poteri, tra cui il dono di non avere bisogni fisiologici, inclusi ovviamente mangiare e bere. Da quel momento in poi la sua vita cambia radicalmente: inizia ad indossare i tipici abiti femminili, sari, come le devote della dea, e si fa crescere i capelli lunghi, divenendo lentamente per tutti un uomo santo. Il suo nome inizia a travalicare i confini del distretto in cui vive. Il tempo scorreva e, mentre Prahlad continuava a ricevere visite e omaggi, il governo indiano iniziava a interessarsi a lui, coinvolgendo personalità scientifiche in grado di svelare il mistero dietro questa figura. Nel 2003 il primo studio, effettuato dal dottor Sudhir Shah, un neurobiologo dell’ospedale Sterling (Ahmehabad) specializzato nell’osservazione di soggetti con apparenti doti spirituali fuori dai canoni. Venne così confermato, dopo un periodo di analisi a stretto contatto con Prahlad, che l’uomo riusciva a sopravvivere senza mangiare e bere. Alle domande degli osservatori, Prahlad rispose che la dea Amba lo nutriva attraverso un foro nel palato, da cui discendevano nel suo corpo le sostanze necessarie a mantenerlo in vita. Lo studio vene ripetuto nel 2010 da un team medico di 35 ricercatori, (sempre con il coinvolgimento del dottor Shah) e supervisionato dal Defence Institute of Psysiology and Allied Sciences (DIPAS). 15 giorni di contatto continuato, un periodo in cui venne ancora confermato quanto riscontrato la prima volta: Praglad Jani non bevve, non mangiò, non evacuò. Il direttore del DIPAS, intervistato in merito al coinvolgimento del suo dipartimento, dichiarò che i risultati delle osservazioni avrebbero potuto offrire un enorme vantaggio all’umanità, soprattutto ai soldati, alle vittime di calamità, agli astronauti. Nonostante la serietà dei ricercatori, la comunità scientifica internazionale non ha considerato veritieri i test effettuati, per via dell’impossibilità del fatto (sopravvivere per lunghi periodi in quelle condizioni non è semplicemente possibile) e perché il santone non era stato monitorato 24 ore al giorno, concedendogli quindi la possibilità di nutrirsi di nascosto. Anche tra gli stessi ricercatori c’era dello scetticismo, poiché una tale privazione di tutto, secondo alcuni di loro, avrebbe comportato alcune patologie, tra cui insufficienza epatica e tachicardia. Dal 2010 ad oggi gli studi non sono stati ripetuti, perlomeno non in via ufficiale, e Prahlad continua la sua vita, raggiungendo il traguardo delle 88 primavere senza mostrare cenni di indebolimento o cedimento psicofisico. La verità - se esiste una verità diversa da quella osservata - probabilmente salterà fuori solo quando l’anima del santone lascerà il suo corpo, ma certamente per ora è anche bello poter immaginare qualcuno che sia riuscito a slegarsi dal mondo materiale, elevandosi al di sopra dei bisogni degli uomini.

cms_7311/3.jpgSin dall’alba dei tempi, l’uomo ha sentito la necessità di credere in qualcosa che non fosse solo materia, cercando un barlume speranza in qualche segno che potesse testimoniare la presenza di “altro”. Esiste nel sud est asiatico un uomo che non dorme mai, e ora Prahlad ci dice che si può anche non mangiare. Forse un giorno qualcuno ci mostrerà che si può anche volare, ma chissà se sapremo riconoscere il segnale ricevuto, o se insisteremo a dire che è impossibile. È sempre bello, però, ricordare quanto scritto all’esterno dell’Università di Cambridge: “considerando l’apertura alare e la frequenza del battito delle ali rapportate al peso, è scientificamente provato che il coleottero non può volare. Vola perché sa di non poterlo fare”.

Paolo Varese

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